Erbakan la meteora della Sublime Porta

Pronte due mozioni di sfiducia. Il capo del governo: l'Occidente è ben peggiore di Tripoli Pronte due mozioni di sfiducia. Il capo del governo: l'Occidente è ben peggiore di Tripoli Erbakan, la meteora della Sublime Porta Vacilla il premier islamico turco dopo il disastro libico ANKARA. Rientrato in patria dal suo controverso viaggio in Egitto, Libia e Nigeria, il premier islamista turco Necmettin Erbakan ha difeso Gheddafi e attaccato l'Occidente guadagnandosi due mozioni di sfiducia da parte dell'opposizione. Erbakan, primo capo musulmano del governo turco, si è recato in Libia nell'ambito del disegno teso a consolidare i rapporti con il mondo islamico, ma il colonnello Gheddafi ha ricambiato l'attenzione auspicando l'indipendenza per i curdi. Fatto questo che ha messo in grave imbarazzo il premier, dato che i separatisti curdi combattono lo Stato turco da 12 anni. Nell'occhio del ciclone per i suoi colloqui a Tripoli, dove secondo i suoi critici è stato «umiliato» dal leader libico, Erbakan ha cercato di contrattaccare dicendo che «gli Stati occidentali si comportano in merito alla questione curda ben peggio di Gheddafi e non è accettabile che la Turchia abbia verso di loro un atteggiamento servile e non faccia invece niente per migliorare i rapporti con i Paesi fratelli musulmani». Il colonnello aveva pubblicamente auspicato la creazione di mio Stato curdo indipendente, lodato la lotta del movimento marxista pkk ed LA TENDA AVVELENATA IAVOLO di un Colonnello! Lo danno per barcollante, scomodamente in bilico tra sanzioni, crisi economica, malumore dei sudditi che, per protestare, approfittano degli errori degli arbitri durante le partite di calcio. Tornano perfino le voci che raccontano di terapie a basi di antidepressivi per sollevarlo dall'angoscia di essere retrocesso da star della politica mondiale a fegatoso, patetico e reietto comprimario. Il guaio è che l'Autunno del Colonnello, dato per sicuro da almeno dieci anni, rischia di prolungarsi per altre stagioni incommensurabili. E' proprio quando il leader libico fa meno parlare di sé e scompare dalle prime pagine che sta preparando un colpo di teatro. I soggetti a maggior rischio, quelli su cui Gheddafi fissa il suo capriccioso interesse per coinvolgerli nei suoi show, sono, naturalmente, i pochi «amici» che gli sono rimasti in giro per il mondo. Nel marzo dell'82 il cancelliere austriaco Kreisky, enfant terrible della politica mediorientale, pensò di procurarsi un sostanzioso business facendo da anfitrione a quel forziere pieno di petrodollari, già all'indice nei salotti buoni della politica occidentale. Così invitò il vulcanico leader tripolino a Vienna. Al banchetto ufficiale, tutto fasciato in una delle fiammanti divise mezzo napoleoniche mezzo beduine, Gheddafi lo ricambiò con uno scintillante ISRAELE Aprirà domenica sotto la esortato la Turchia ad uscire dalla Nato e a rompere le relazioni con Israele. Egli si è anche rifiutato di definire «terrorismo» la guerriglia condotta dal pkk contro la Turchia. Il premier turco, da parte sua, dopo aver visitato la casa di Gheddafi bombardata nel corso del raid americano del 1986, aveva parlato di «monumento del terrorismo». E al suo ritorno ha precisato di considerare Gheddafi «un filosofo». Secondo i giornali, durante le dichiarazioni di Erbakan la faccia della sua partner nel governo di coalizione Tansu Ciller, vicepremier e ministro degli Esteri, «ha più volte cambiato colore». Nel corso di una conferenza stampa, il premier si è paragonato ad «un comandante romano vittorioso» definendo «un successo» la sua missione in Libia. Le dichiarazioni di Erbakan non possono che rinfocolare ulteriormente le già accese polemiche. Il partito della sinistra J democratica, seconda forza M di opposizione, ha infatti .JB Umiliato dalla richiesta di uno Stato per i curdi con cui Ankara è in guerra 5 presentato in Parlamento una mozione di sfiducia. «Un governo che ha messo il Paese in una posizione così vergognosa va rovesciato», ha dichiarato un autorevole esponente della formazione socialdemocratica, Mumtaz Soysal. E questa mozione è stata seguita a ruota dal partito repubblicano del popolo (centrosinistra), con una seconda mozione. Entrambe dovrebbero essere discusse entro la fine del mese. La coalizione dispone di cinque seggi in più dei 276 necessari per sopravvivere, ma nel dyp (il partito della retta via della Ciller) ci sono vari deputati apertamente insoddisfatti dell'alleanza con il refah (partito islamico). Da parte sua, il leader dell'opposizione liberalnazionalc Mesut Yilmaz ha detto alla «Bbc» di non prevedere la caduta del gover- Erbakan, primo capo musulmano del governo turco, si era recato in Libia nell'ambito di un disegno teso a consolidare i rapporti con il mondo islamico, ma il colonnello Gheddafi ha ricambiato l'attenzione auspicando l'indipendenza per i curdi no in seguito a un voto di sfiducia. Secondo il quotidiano «Hurriyet», Tansu Ciller, che nei giorni scorsi aveva definito Gheddafi un «nemico della Turchia», avrebbe avvertito gli Usa del pericolo incombente di colpo di Stato militare. Le forze armate sono tradizionalmente le custodi della laicità delle istituzioni, «cuore» dell'eredità kemalista. Frattanto soldati turchi hanno nuovamente sconfinato in territorio iracheno per inseguire i ribelli curdi. Lo ha confermato il governatore della regione di Diyarbakir, Necati Belican: «In più occasioni, i combattimenti si sono svolti da entrambe le parti della frontiera», ha detto. Secondo Belican, tra 500 e 600 curdi sono stati individuati dalle truppe turche mentre tentavano di transitare in Iraq e sono stati attaccati con l'impiego anche di aerei da caccia e di elicotteri pesanti. Negli scontri, 118 curdi e 11 turchi sono stati uccisi. L'offensiva turca rientra nel programma turco teso a mantenere una «zona di sicurezza» nel Nord dell'Iraq per impedire ai curdi di muovere dalle loro postazioni irachene e compiere rapide incursioni in Turchia. L'Iraq ha più volte protestato per l'atteggiamento di Ankara. [e. st.] Nel partito alleato della signora Ciller alcuni deputati decisi a votargli contro