Il Papa operato muove i primi passi

Al Gemelli «pellegrinaggio» di ambasciatori e un bimbo gli scrive: «Aspetta che cresca e ti salverò» Al Gemelli «pellegrinaggio» di ambasciatori e un bimbo gli scrive: «Aspetta che cresca e ti salverò» Il Papa operato muove i primi passi Imedici confermano: «Non c'è traccia di tumore» ria. Scrivono i responsabili: «Il decorso post-operatorio del Santo Padre procede regolarmente. Il paziente, che nella notte ha dormito per alcune ore, non ha presentato rialzo termico e non ha avvertito dolore. La pressione arteriosa, la frequenza cardiaca, la funzione respiratoria ed i principali parametri ematologici e metabolici si mantengono nei limiti della norma. Sua Santità ha iniziato l'assunzione di liquidi per via orale. Nella mattinata di oggi si è alzato e ha camminato per alcuni minuti. Nell'incontro con i medici curanti ha conversato a lungo. Nei prossimi VROMA ORREBBE salire in macchina e sgattaiolare via, il professor Corrado Manni, l'anestesista del Papa. E' sera. Al Gemelli è ormai buio. Manni, che è uno che ne ha viste di tutti i colori fin dai tempi dell'attentato a Togliatti, e lui giovanissimo allievo di Valdoni era già in sala operatoria, è appena uscito dall'appartamento al decimo piano dove è ricoverato Giovanni Paolo II. La visita pomeridiana ha dato grandi soddisfazioni ai medici. Il Pontefice s'è alzato per la seconda volta dal letto, ha bevuto i primi bicchieri di tè, è sereno. Lamenta di sentire dolore quando tossisce, ma è normale. «Non c'è motivo alcuno per stare in allarme. Il decorso è ottimo, magnifico, eccellente, inimmaginabile. Scelga lei l'aggettivo». Professor Manni, allora tutto sta andando bene? «Sì, il Santo Padre mostra una grande tempra. E dimostra la precisione della diagnosi, la correttezza dell'intervento e la buona conduzione della anestesia». Insistete molto, voi medici del Gemelli, sull'esattezza della diagnosi. E' chiaro che certe illazioni hanno lasciato il segno. 0 no? «La verità è che i media, e anche alcuni dei miei colleghi, hanno scritto e detto tali cose inimmaginabili... Se mi consente il termine romanesco, tali "fregnacce", che io mi sono sorpreso. Non tanto per i giornalisti: qualche svarione può venire fuori. Ma quando un medico che non ha visto il malato, non l'ha mai visitato, non conosce la cartella clinica, non conosce i suoi esami, si avventura a cianciare in televisione e in radio, beh, è ancora più gravemente colpevole. Non è etico. Chiamarla scorrettezza è dire poco». C'è un problema deontologico, lei dice? «Appunto. E la migliore risposta è la verità. L'intervento stesso lo dimostra. Un intervento, diciamo pure, semplice. Poteva riservare qualche difficoltà, ipoteticamente, solo perché era un addome martoriato dai due interventi precedenti. Ma questo non è stato. Cinquanta minuti ed era tutto fatto. Un quarto d'ora dopo il Papa parlava con il sottoscritto. Vi rendete conto ora di che fiume di parole inutili avete scritto nei giorni scorsi?». Comunque l'avete trovato bene. Il professor Corrado Manni, l'anestesista del Papa. Ieri pomeriggio ha visitato Wojtyla per la seconda volta: «Sta molto bene» «Già oggi il Santo Padre camminava lungo il corridoio del suo appartamento. Non ha avuto un filo di febbre. Ha cominciato a idratarsi per via orale. Porta ancora le fleboclisi, ovviamente, perché non sono nemmeno 24 ore che è stato operato. Domani andrà ancora meglio. Tra tre o quattro giorni, poi, le flebo che lo infastidiscono saranno tolte. In sesta o settima giornata si levano i punti. Ed è finita. Non se ne parlerà più, vivaddio». Tirate il fiato? «Guardi, la mia felicità di uomo, di medico, e di cattolico, è che «RIVOLUZIONE» IN FACOLTÀ' ROMA umero chiuso all'Università, «punto e a capo». Comincia proprio così il comunicato stampa col quale il ministro Luigi Berlinguer annuncia di aver convocato per sabato mattina autorità accademiche, associazioni studentesche e organizzazioni sindacali; obiettivo: «Un confronto a tutto a campo sul diritto degli studenti a studiare bene e a laurearsi, superando il problema del numero chiuso». Dopo le forti proteste studentesche delle ultime settimane (e gli incidenti di giovedì a Firenze), si riparte da zero; come se il contestato provvedimento, firmato proprio da Berlinguer il 25 luglio, non fosse mai esistito. «Il decreto è superato - sostiene il ministro, parlando al convegno della Cgil -. La sentenza del Tar Lombardia lo ha reso sostanzialmente pleonastico e inefficace». E' una vera e propria marcia indietro, quella del dicastero di piazza Kennedy: «La mia opinione personale è che il giorni sarà emanato un nuovo comunicato». E, infine, la conferma - se ancora ce ne fosse bisogno - che il Pontefice non ha un tumore: «La diagnosi istologica definitiva ha confermato quella intraoperatoria già resa nota nel bollettino medico dell'8 ottobre». Oggi non ci sarà bollettino medico e probabilmente il Papa uscirà martedì prossimo dal Gemelli. L'Angelus di domenica quindi lo pronuncerà da una finestra dell'appartamento. Quella finestra che, aprendosi, ieri mattina, ha scatenato l'allarme nell'esercito di fotografi e teleo- peratori. Il Papa oggi avrebbe dovuto tenere l'udienza generale; può essere - hanno pensato in molti - che decida di rivolgere un saluto. Ma negli «zoom» è apparso solo il volto sorridente di Crucitti. Libero da un incarico tremendo. «Per un chirurgo la quantità di stress durante un intervento sul Papa può essere paragonabile a quella che proverebbe operando il proprio figlio», sostiene Pietro Bria, primario del servizio di consultazione psichiatrica dell'Istituto di Psichiatria e Psicologia Gemelli. «Anzi forse anche superiore, come pressione emotiva, perchè c'è un problema di aspettative da parte di tutto il mondo». Il dramma della vigilia cede il passo al pellegrinaggio degli ambasciatori di mezzo mondo che arrivano al Gemelli e firmano il libro delle visite. Al decimo piano salgono solo alcuni stretti collaboratori del Papa, e qualche cardinale. De Amicis appare nel¬ l'elenco degli auguri al Papa, una piccola antologia scelta dalla Sala Stampa della Santa Sede. Ma nell'elenco degli- auguri al Papa ci sono anche le parole di tanta gente comune. Scrive Antonio, 10 anni: «Caro Papa, dalla tv ho saputo che la tua operazione è terminata e che stai bene. Ho pregato per te la Vergine del Rosario e Padre Pio. Anch'io sono qui operato e sono costretto a scriverti rimanendo disteso. Sai, anche per me è la quinta operazione che subisco, e capisco quanto sei preoccupato». Antonio è nel reparto di neurochirurgia infantile, e il Papa andrà a fargli visita nei prossimi giorni. Antonio ha dedicato al Papa una poesia («Attendi che io cresca un po'/ perché a salvarti io verrò/ e non creder che morire sia brutto, e non bello - perché sarai libero come un uccello». Di morire non sembra proprio che sia il caso di parlare, per Giovanni Paolo II. Anzi, si ricomincia a parlare di viaggi. Il cardinale Pio Taofinù, arcivescvovo di SamoaTapia, assicura preghiere da parte «di tutto il popolo di Dio di Samoa occidentale» e si augura che i medici prescrivano al Papa un periodo di convalescenza nella sua isola. «Sarebbe bello che il Papa decidesse di fare il primo viaggio ufficiale dopo l'operazione chirurgica proprio a Sarajevo, dove sono in molti ad aspettare da tempo la sua visita», dice Predrag Matvejevic, uno dei più noti scrittori della ex Jugoslavia e docente di letteratura serba e croata. E Nostradamus, secondo gli studiosi delle quartine, prevede che la missione pastorale di Karol Wojtyla continuerà anche in futuro con una storica visita in Terra Santa, a Gerusalemme. Le poste vaticane sono il tilt, per la quantità strabocchevole di messaggi che continuano a giungere da ogni parte del mondo. Marco Tosarti Accanto: Giovanni Paolo II domenica sera all'arrivo al «Gemelli». A sinistra: l'attesa davanti al Policlinico IN Veltroni: esca presto da questa nuova prova ROMA. «Ci aspettiamo che il Pontefice si ristabilisca presto e superi questa nuova prova. Ricordo ancora con emozione il mio incontro in Vaticano con un uomo così pieno di intensità e di ispirazione». Lo ha detto Walter Veltroni inaugurando in Vaticano la mostra «Vedere i classici», allestita nel Salone Sistino. Un lungo applauso all'indirizzo dell'ospite assente si è levato dalle 500 persone presenti per l'inaugurazione nella biblioteca dei Papi. [Ansa] Chirac: spero venga in Francia nei '97 PARIGI. Il presidente francese Jacques Chirac ha scritto una lettera a Giovanni Paolo II, nella quale esprime «tutti i suoi auguri di una pronta e completa guarigione». Nel messaggio inviato il giorno dell'intervento e reso pubblico ieri dall'Eliseo aggiunge: «Sono stato molto felice di incontrare Sua Santità durante la visita pastorale in Francia del mese scorso e mi felicito in anticipo di rivedere Sua Santità nel 1997, in occasione delle giornate mondiali della gioventù». [Ansa] Dacia Maraini «Anch'io ho trepidato» ROMA. «Anch'io, che non sono una cattolica praticante, ho trepidato come un po' tutti gli italiani per la salute del Papa. Perché in lui la sofferenza ha un carattere simbolico, universale». Così si è espressa la scrittrice Dacia Maraini, che fu compagna di Alberto Moravia ed esponente del movimento femminista. [AdnKronos] «Auguri da Cuba» Firmati Fidel Castro CITTA' DEL VATICANO. Fidei Castro manda gli auguri di pronta guarigione al Papa, mentre la diplomazia della Santa Sede e di Cuba lavorano a ritmo serrato per preparare una visita papale nell'isola caraibica. «Salvo imprevisti potrebbe avvenire prima del 2000». La conferma arriva dal cardinale Ortega, arcivescovo di San Cristobal all'Avana, che illustra i passi da fare per arrivare allo storico evento. lAdnKronos] Le rose di Arafat consegnate in ritardo ROMA. La colpa, probabilmente, è del fioraio. Nemmer Hammad, rappresentante dell'Olp a Roma, il giorno dell'operazione aveva annunciato l'invio di un mazzo di rose rosso e bianche da parte di Arafat come segno di augurio al Pontefice. 1 fiori del presidente palestinese, però, sono arrivati ieri. [Agi] irà l'accesso all'università