«La tassa per Maastricht non colpirà le imprese»

«La tassa per Maastricht non colpirà le imprese» «La tassa per Maastricht non colpirà le imprese» «La manovra di fine anno senza impatto sui prezzi I tassi potranno calare» LA RAGAZZA CHE ODIAVA GLI SPECCHI Come è cresciuta la pressione fiscale complessiva negli ultimi anni (in punti percentuali rispetto al prodotto interno lordo): 1992 su 1991 [Finanziario Andmotti, monovia aggiuntiva Amato] +2,4% 1993 su 1992_ [Finanziaria Amato, manovra aggiuntiva Ciompi] +1,4% 1994 su 1993 [Finanziano Ciampi, nessuna aggiunta dal governo Berlusconi] —2,7% 1995 su 1994 [Finanziane] Berlusconi, manovra aggiuntiva Dini] ciare». Può darsi che il governatore Antonio Fazio si decida ad abbassare il tasso di sconto in novembre, se i dati sull'inflazione saranno buoni. Ma occorre che il decreto fiscale di fine anno, con i 4200 miliardi di misure da definire, non rincari né l'Iva né la benzina. «Garantisco che la manovra di fine anno non avrà impatti di rilievo sui prezzi. E il segnale di fiducia che vogliamo dare sta soprattutto nella riforma fiscale contenuta nella legge finanziaria. Sarà la riforma più importante dopo quella del '73. Sarà incisiva e tutta orientata a favore della produzione. A regime, la semplificazione tributaria ridurrà i costi delle imprese di 2-3000 miliardi». Però una delle semplificazioni più importanti, la dichiarazione unica Irpef-Iva, se tutto va bene arriverà nel '98. «Il sistema fiscale che abbiamo è l'esito di decenni di incuria. Il compito di riformarlo è quasi disumano, ma è certo che così non si può più andare avanti. Guardi ai quattro mesi che mi ci sono voluti per abolire la bolla di accompagnamento delle merci, e solo perché alcuni dei passaggi burocratici necessari si sono svolti con insolita rapidità. In Italia abbiamo creato un mostro: un sistema di garanzie che produce solo paura e paràlisi». Forse alloi a le riforme più urgenti in Italia riguardano l'amministrazione, non la struttura costituzionale. «Certo servono alcune riforme istituzionali che non si identificano con le grandi riforme costituzionali. Ma ciò che soprattutto temo è una mentalità diffusa: l'istinto alla conservazione. C'è una tendenza profonda in questo Paese a credere che le riforme siano impossibili e dunque a non desiderarle nemmeno. Vedo un circolo vizioso, per cui il fatto che le cose non funzionano serve a tener viva la polemica sulle cose che non funzionano». Per l'appunto alcuni, anche nella maggioranza, la accusa- CHI HA «STANGATO» DB PIÙ' nessuna variazione 1996 su 1995 ~ [Finanziaria Dini, manovra aggiuntiva Prodi] + 1,6% no di aver messo troppa carne al fuoco con le sue deleghe per la riforma. A Montecitorio si parla di eliminarne qualcuna per facilitare l'esame della finanziaria. «Impossibile. Sono essenziali alla manovra. La cosa peggiore sarebbe tenerci il sistema fiscale che abbiamo». DOVE VANNO I SOLDI DEL FISCO Amministr. dello Stato ó,90"o Difesa 4,60% Giustizia 1,80% Pubblica sicurezza 3,40% Istruzione 12,70% Universita e ricerca 2,60% Edilizia 0,60% Previdenza e assistenza 18% Sanitd I0,.r>0% Trasporli 6.60% Finanza locale 1 3.20% Industria, commercio, agricoltura 2,70% Altro 16,40% APPUNTI DI DERMATOLOGIA PSICOSOMATICA PRESENTAZIONE DI WILLY PASINI Il c E se la Finanziaria non passa, o viene stravolta? «I governi, tutti i governi, che non riescono a far approvare il bilancio si dimettono. E poi si va a nuove elezioni». Mi pare che anche Ciampi la pensi così. Ma si è già cominciato a litigare sull'aumento delle rendite catastali. «Ho già detto che quella misura non mi pareva opportuna. Piuttosto, mi spiace che invece di esaminare seriamente che cosa c'è dentro la riforma ci si fermi a questo aggravio modesto». Trentasettemila lire in media per alloggio, è così? «Sì». Tutta la polemica sulle "troppe tasse, pochi tagli" scarica l'impopolarità su di lei. Non era suo interesse battersi per più tagli? «Non c'è dubbio che una maggior quota di tagli strutturali sarebbe stata una soluzione migliore. Ma sulle pensioni non si poteva rinnegare l'accordo firmato dal governo Dini, che poneva la verifica al '98. E nel primo anno i risparmi non sarebbero stati risolutivi. In generale, la spinta ad aumentare le imposte deriva da un fenomeno ben noto alla scienza politica: è molto più facile convincere il Parlamento a togliere mille lire a ciascuno per darne diecimila a una minoranza, che a togliere diecimila lire a una minoranza per darne mille a ciascuno». Chi è colpito molto cambia il proprio voto, chi è colpito poco no. Chi se n'è accorto per primo? «Vilfredo Pareto, quasi cent'anni fa». I <iiuu<uit unni ilnlln lirolitzianc uughvrvsp: Come «L'esperienza psicologie;! e nudici-. !.. $5 ooo La pelle come specchio del nostro mondo interno i solo) 6.4701 (011) 65.211 0

Persone citate: Antonio Fazio, Berlusconi, Ciampi, Ciompi, Dini, Vilfredo Pareto

Luoghi citati: Italia