Allarme casa a fine mese

Intorno Giovedì 10 Ottobre 1996 LA STAMPA ROMA. Il Polo è partito ieri a testa bassa contro la maggioranza di governo e, per colpire Prodi, ha bocciato il decreto che reiterava per la tredicesima volta il blocco degli sfratti. Tra l'altro, il provvedimento stanziava soldi per salvare la torre di Pisa e per diversi investimenti nel Mezzogiorno. L'azione a sorpresa, portata a termine con l'aiuto della Lega, doveva servire al Polo per mostrare i muscoli all'Ulivo. In realtà, col passare delle ore è calata l'euforia iniziale e sono cominciati ad affiorare nell'opposizione dubbi sull'utilità dell'operazione. Perché, se da una parte si è dimostrato che l'Ulivo può essere battuto, dall'altra sono stati tolti investimenti e posti di lavoro al Sud e rosi possibili sfratti immediati. An, che si ò accorta per prima del possibile effetto boomerang in arrivo, ha cominciato a spiegare (Gasparri): «Noi non siamo per gli sfratti, ma siamo contro il governo». E, tra le file dell'Ulivo, ha votato contro anche Ciriaco De Mita: «Non certamente perché non condividevo la proroga - ha spiegato - ma perché non ero d'accordo sulle nonne riguardanti la ricostruzione delle zone terremotate in Campania. Si trattava, infatti, di un decreto omnibus». Ed ha aggiunto: ((Avevo espresso le mie riserve già durante la discussione del provvedimento, contestando alcune norme sulla ricostruzione in Irpinia. La ricostruzione in questa zona, infatti, viene bloccata NUOVA EMERGENZA AROMA sorpresa, per 7 voti, il governo è stato battuto ieri a Montecitorio sulla proroga degli sfratti e il rilancio di investimenti destinati alle zone più disastrate del Mezzogiorno. In un'atmosfera incandescente, con 241 voti favorevoli, 248 contrari e 9 astenuti la Camera ha bocciato la riconversione in legge del decreto presentato dal ministro dei Lavori Pubblici Antonio Di Pietro per sospendere, fra l'altro, fino al 1" gennaio '97 l'esecuzione degli sfratti e dare maggiori poteri ai prefetti per quanto riguarda la loro graduazione. Hanno votato contro i parlamentari del Polo e della Lega, a favore quelli dell'Ulivo e di Rifondazione, ma i partiti del centro-destra sono risultati presenti fra l'80% e il 90% (Forza Italia), mentre per i partiti dell'Ulivo la partecipazione è stata al massimo dell'80%, con una punta minima del 35% per Rinnovamento italiano di Dini. Fatto singolare: insieme al Polo e alla Lega ha votato contro l'ex leader della de Ciriaco De Mita, ma «non contro Di Pietro». Dei 9 astenuti, 6 appartengono alla maggioranza di governo e 2 al Polo (Raffaele Costa di Forza Italia e Francesco Paolo Lucchese del ccd). La bocciatura avrà effetti quasi immediati sul terreno degli sfratti: a partire dal 28 ottobre un milione di famiglie rischiano di vedersi intimare 1'«ultimatum» di lasciare l'appartamento in cui abitano, con l'avvertimento perentorio che si farà ricorso alla forza pubblica in caso di resistenza o rifiuto, Fra le altre misure previste nel decreto: il rifinanziamento per 230 miliardi degli interventi di ricostruzione nelle regioni Campania, Basilicata, Puglia e Calabria colpite da terremoti del novembre '80, febbraio '81 e marzo '82; il finanziamento del programma di metanizzazione del Mezzogiorno; la destinazione di 25 miliardi per il risanamento di molti edifici nei quartieri «spagnoli» di Napoli; il finanziamento di lavori di ripristino della torre di Pisa. Il risultato del voto è stato accolto da applausi scroscianti nei banchi del centro-destra e della Lega, e da vivaci proteste del centro-sinistra nei confronti dell'opposizione, mentre qualche rappresentante del Polo si affrettava a chiedere le dimissioni dell'intero governo o almeno del ministro Di Pietro. «Sono degli irresponsabili. Destra e Lega - ha denunciato con forza Alfredo Za- ONE Intorno Allarme casa a fine mese oni 11

Persone citate: Antonio Di Pietro, Ciriaco De Mita, Di Pietro, Dini, Francesco Paolo Lucchese, Gasparri, Prodi, Raffaele Costa

Luoghi citati: Basilicata, Calabria, Campania, Napoli, Pisa, Puglia, Roma