Olivetti se ne va Pompei di Roberto Ippolito

Un'altra crisi al vertice. Mediobanca «diserta» il Parlamento Un'altra crisi al vertice. Mediobanca «diserta» il Parlamento Olivelli, se ne va Pompei Passera: il gruppo può ancora farcela ROMA. E poi non ne rimase nessuno. Anche Tommaso Pompei lascia l'Olivetti. E' dimissionario dal gruppo che ha pilotato verso lo sviluppo in un settore chiave per il suo incerto futuro, quello delle telecomunicazioni. Responsabile fino a pochi giorni fa della direzione politiche e strategie per le tic e designato alla presidenza di Olivetti Telemedia, Pompei era stato accantonato dal nuovo amministratore delegato Francesco Colaninno. Ora lamenta la «grande instabilità» del gruppo che avrebbe «reso difficile impostare il lavoro». Una punzecchiata questa sicuramente sgradita a Colaninno che fa sapere di aver avviato la ricerca di un nuovo responsabile delle telecomunicazioni tra gli esperti di fama internazionale. L'annuncio delle dimissioni chiude una giornata, quella di ieri, vissuta nonostante la dura crisi all'insegna dell'ottimismo e della voglia di riscossa. E non solo perché in Borsa le quotazioni del titolo Olivetti salgono del 2,84%. A scandire che «l'Olivetti può farcela» è Corrado Passera, amministratore delegato dall'ottobre 1992 al luglio scorso (quando è passato all'Ambroveneto) e a lungo braccio destro del maggiore azionista, Carlo De Benedetti. Ascoltato dalla commissione attività produttive della Camera che sta svolgendo un'indagine conoscitiva sull'Olivetti, Passera si impegna al massimo per dimostrare che la situazione è seria, non drammatica. L'Olivetti, dice, «non è l'azienda disastrata che si è voluto dipingere negli ultimi tempi». Oltretutto «è una delle poche grandi aziende italiane», una delle «più presenti all'estero». Ed «è cresciuta», rileva l'ex numero due di Ivrea, nonostante le difficoltà, l'esigenza di ristrutturare e di riequilibrare i conti. Conti che procurano ancora preoccupazioni. Ma l'ex amministratore delegato vede rosa nel futuro del suo vecchio gruppo che, secondo lui, «certamente ha trovato la strada» per arrivare «a un equilibrio stabile». Il peggio è passato, allora? «L'azienda - sostiene Passera - ha certo ancora dei punti di debolezza ma il lavoro fatto è Iti^L^^kIti^S^^l I ^IMIIIIIIHil^^^HHaHBBB Corrado Passera l'Omnitel (la società controllata all'avvio dell'attività e in forte crescita oltre le previsioni). Allo Stato Passera chiede la piena liberalizzazione del mercato delle telecomunicazioni e un deciso sostegno all'informatica. «Sono convinto che l'informatica in Italia non interessi a nessuno», dice, ricordando il fallito tentativo dell'Olivetti di unire le forze con la Finsiel. Aggiunge Passera: «Abbiamo bussato a tutte le porte dicendo: vendetecela o facciamo una società comune per mettere insieme due debolezze, ma non abbiamo avuto risposte». Domani toccherà a Colaninno esporre i suoi programmi in Parlamento (e al ministro dell'Industria Pierluigi Bersani con il quale si incontrerà). Non si presenterà invece davanti alla commissione attività produttive della Camera alcun rappresentante della Mediobanca «che si è rifiutata di venire all'audizione», come fa sapere il presidente della commissione Nerio Nesi, esponente di Rifondazione comunista. Secondo Nesi «è sorprendente che un istituto che non ha avuto una parte secondaria nelle vicende dell'Olivetti non voglia venire in Parlamento». Nesi sostiene che questa scelta può dar ragione a chi sollecita l'istituzione di una commissione parlamentare d'inchiesta sul caso Olivetti alle cui richieste di chiarimenti nessuno potrebbe sottrarsi. Roberto Ippolito at

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