A Kabul tra le donne senza volto
La popolazione teme i taleban ma non nasconde «il sollievo per la line della guerra» La popolazione teme i taleban ma non nasconde «il sollievo per la line della guerra» A Kabul, tra le donne senza volto «L'Islam non vuole l'apartheid, non metterò il velo» aperte, è talmente fuori di sé che ha rifiutato di comprare a sua moglie un chadri, il velo tradizionale che copre le afghane dalla testa ai piedi. «Per uscire sono costretta a farmelo imprestare da una vicina», spiega ridendo sua moglie. Ma ha un bel ridere della sua sorte; sa anche che non oserà più camminare per strada con «il velo leggero che solo dieci giorni fa mi copriva appena le orecchie e i capelli». All'indomani della caduta della città, due donne sono state picchiate sotto casa sua «perché avevano osato mostrare le caviglie nude sotto il chadri...». Una città senza musica, senza cinema, senza donne - o molto poche - nelle strade, senza più banchetti di matrimonio negli hotel, senza televisione, senza negozi di videocassette, una città dove hanno visto persone condotte «manu militari» dai soldati verso la moschea più vicina, una città dove la barba è obbligatoria; ecco Kabul oggi, sotto il nuovo ordine taleban. «Siamo caduti in un buco nero, abbia fatto un salto all'indietro di cinque secoli», sottolinea un ex funzionario viso cupo, questi contadini rozzi che girano su 4x4 giapponesi, si comportano come conquistatori certo austeri, ma molto disciplinati. E, nonostante abbiano formato comitati di quartiere per inquadrare la popolazione e verificare il rispetto della legge islamica, i taleban non hanno istituito un regno di terrore, e i timori di retate non hanno trovato conforma. Resta da scoprire che il regime non si tradurrà in una sorta di fascismo islamico ancora più repressivo. «E' gente che non ha mai negoziato con nessuno. Solo la loro legge conta, e sono persuasi di avere ragione su tutta la linea. Non si sta tranquilli se non rispettando alla lettera i loro comandamenti», dubita un residente straniero. «Ma, dopo lunghi anni di caos generale tra le fazioni mujahidin, in Afghanistan c'era forse bisogno di una terapiachoc di questo tipo», conclude con amarezza un insegnante. Bruno Philip Copyright «Le Monde» e per l'Italia «La Stampa" In Pennsylvania
Persone citate: Bruno Philip
Luoghi citati: Afghanistan, Italia, Kabul, Pennsylvania
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