«La sinistra ha la memoria corta» di Giovanni Bianconi

« « La sinistra ha la memoria corta » Il fratello di Salvi, giudice: sono rattristato governo sono molto più articolate rispetto al passato; finalmente si esce dalla logica dell'emergenza». E i magistrati non hanno nessuna responsabilità? «E' normale che di fronte a spazi lasciati vuoti da chi dovrebbe coprirli, altri poteri si espandano. Ma molti di noi, compresi i colleghi di Milano, vorrebbero un Paese civile dove la sanzione penale sia davvero l'extrema ratio. E comunque ogni discussione deve partire dal fatto che i magistrati in genere, e in particolare quelli di Milano, hanno lavorato bene, in maniera corretta, con risultati confortati finora dai vari gradi di giudizio». C'è il rischio che la questione giustizia diventi terreno di scambio politico tra i partiti? «No, questo non lo credo, anche perché l'esigenza del controllo di legalità è diventata ormai insopprimibile. Il metodo e la forma con cui si affrontano i problemi, però, sono importanti. Anche nella magistratura c'è disponibilità a rive¬ dere alcuni punti nodali dell'ordinamento giudiziario, compresa l'ormai famosa separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri; non capisco perché questi temi debbano essere affrontati come se si dovessero riparare delle illegalità, o presentarli con intenti di "normalizzazione"». Suo fatello parla di confessioni strumentali e depistaggi dentro Mani Pulite. Che ne pensa? «Finora l'unico esempio è quello di Pacini Battaglia, ma anche qui occorre non dimenticare il ruolo del processo penale, che non è di combattere fenomeni, bensì accertare responsabilità mdividuah per determinati reati. In quest'ottica, è normale che un indagato, di fronte a cento fatti commessi, ne ammetta uno solo. Non credo si potesse costringere Pacini Battaglia a dire quello che non voleva». Lui però, a differenza di tanti altri, non s'è fatto nemmeno un giorno di carcere... li pm Giovanni Salvi, fratello di Cesare, capogruppo dei senatori pidiessini, che ha provocato il dibattito sui giudici che. L'errore, semmai, l'hanno fatto i politici, come quando decisero l'obbligo delle dimissioni per chi veniva raggiunto da un avviso di garanzia: hanno anticipato loro la sentenza di condanna all'inizio delle indagini». Insomma, cambiano i governi ma non gli atteggiamenti dei politici verso i giudici e la giustizia: è così? «In parte, purtroppo, è così. Anche se in materia di provvedimenti per la giustizia, le proposte di questo ogni responsabilità sui magistrati e poi, quando il pendolo dell'opinione pubblica torna indietro, li si critica. Ma forse il responsabile del pds per la giustizia (Pietro Folena, ndr) è troppo giovane per ricordare quel che s'è verificato in Italia dalla metà degli Anni Settanta». Nessuna riflessione critica su Mani Pulite, dunque? «Si può riflettere su tutto, ma l'illusione giustizialista non è mai stata dei magistrati, bensì dell'opinione pubblica e delle forze politi¬ «Se si fosse contrattata l'impunità per alcuni reati in cambio della confessione di altri, questa sarebbe una grave illegalità. Ma tutto questo va dimostrato, non ipotizzato». Non è strano che le critiche a Mani Pulite arrivino da un'area di governo che ha Di Pietro al suo interno? «Certo, è singolare. Va detto però che anche noi magistrati dobbiamo essere molto più cauti con l'uso degli strumenti di cui disponiamo. Ad esempio, a proposito di rispetto della privacy, senza aspettare le nuove leggi si può evitare che certi riferimenti alla vita privata delle persone vengano inseriti nelle intercettazioni, così come la diffusione di sospetti che in termini giuridici sono qualificati dal codice come "voci correnti nel pubblico", di cui è vietata non solo la diffusione, ma anche la raccolta». Giovanni Bianconi

Persone citate: Di Pietro, Giovanni Salvi, Pacini, Pacini Battaglia, Pietro Folena, Salvi

Luoghi citati: Italia, Milano