La Bicamerale? E' quasi fatta di Alberto Rapisarda

Lea Bicamerale? i' quasi fatta Lea Bicamerale? i' quasi fatta Fini scarica Cossiga e la Costituente Si rinsalda l'asseD'Alema-Berlusconi ROMA. D'Alema continua a consultare gli alleati sempre più ottimista, Berlusconi non sbarra la strada, mentre Fini dà ormai per scontato che si debba varare la commissione bicamerale per le riforme e «scarica» Cossiga. «La Bicamerale è come una 500 rispetto alla Costituente che sarebbe stata una Ferrari. Purtroppo non ci sono le condizioni perché la proposta di Cossiga diventi operativa» dice con l'aria di uno che ha fatto la sua scelta. Piano piano si avvicinano le posizioni dei tre maggiori partiti: pds, Forza Italia, An. «C'è dissenso sulla forma di governo, ma non è impossibile studiare un punto di incontro» assicura il segretario del pds. A Firn che chiede «un qualche meccanismo di elezione diretta del presidente del Consiglio» D'Alema risponde disponibile che bisogna vedere «se è possibile arrivare ad una soluzione che, senza andare al presidenzialismo di tipo americano, consenta tuttavia ai cittadini una scelta più diretta del governo». E apprezza l'apertura di Fini. «Ha detto una cosa seria: non buttiamo via la Bicamerale». E ieri ci si è messa anche la Corte Costituzionale a dare mi robusto spintone ai riluttanti. Perché il divieto al governo di resuscitare all'infinito i decreti in scadenza richiede una soluzione urgentissima proprio a livello costituzionale. «La sentenza è un'altra pietruzza al cantiere della Bicamerale» sostiene Fabio Mussi, capogruppo della Sinistra democratica. Il realtà, la spinta vera verso l'accordo l'ha data involontariamente Francesco Cossiga, con la sua sortita di sabato scorso contro la Bicamerale e a favore della Costituente. Perché l'entusiasmo col quale ccd e edu lo hanno accolto ha fatto temere a Berlusconi mi piano per metterlo da parte e sostituirlo con l'ex Presidente della Repubblica. Oppure, per aprire la via ad una Repubblica presidenziale che mandi Di Pietro al Quirinale. Giuliano Urbani va ripetendo a Berlusconi che il rischio che si nasconde dietro la proposta di Cossiga è grave. «Se si dovesse eleggere la Costituente avremmo un partito nuovo, quello dei giudici... Si rischia che la caduta di legittimità e di fiducia nelle istituzioni marci in Italia a velocità supersonica. E che il discredito sia sfruttato da qualcuno: Lo «spauDi Pspinge ai grand Lo «spauracchio» Di Pietro spinge all'intesa i grandi partiti solo due». Ma questo è solo il primo punto fermo. Brancoli spiega che avrà un confronto con Siciliano e Iseppi. «Ma in caso di esito negativo sono pronto a dimettermi», annuncia. Chiede ai redattori «un'impennata di orgoglio». E intanto rifiuta di fare i nomi dei vice. L'assemblea rinuncia a votare. E in molti solidarizzano. Per primo Bruno Vespa. Maria Grazia Bruzzone racchio» etro all'intesa i partiti da chi punta alla secessione, dai giudici, da qualche uomo della Provvidenza... Certo, non dai partiti». Dietro l'angolo del fallimento della Bicamerale ci sarebbe Antonio Di Pietro, non certo la rivincita del Polo, dice di fatto l'uomo di Forza Italia. Berlusconi incontrerà oggi i suoi alleati per cercare una posizione comune. D'Alema sta incontrando gli alleati dell'Ulivo per fare altrettanto (lunedì ha visto Bianco, giovedì vedrà Bertinotti). Ed entrambi si trovano ad affrontare problemi assai simili. Berlusconi se la deve vedere con Casini e Buttiglione che speravano di essere aiutati dall'effetto Cossiga, e di Bicamerale non ne vogliono sentire parlare. Perché l'accordo con D'Alema passerebbe sulle loro teste rendendoli politicamente insignificanti. D'Alema sta cercando so^ prattutto un consenso di massi ma dei popolari, mentre Berti notti e Cossutta strepitano ti morosi anche loro di non avere alcun peso in materia di riforme. Fa parte di questa guerriglia la battaglia tra popolari Rifondazione comunista per aggiudicarsi la terza vicepresi denza della Bicamerale, se il presidente sarà D'Alema, affiancato da Berlu scora e Firn. E1 guerriglia anche quella di ccd e edu che avvisano Berlusconi Fini che, come dice Mastella «non è pensabile che con il 54 per cento i grandi partiti possa no decidere tutto». Sia ccd che edu si sentono messi in un ango lo e minacciano di non votare il mese prossimo per il varo della Bicamerale. Tanto baccano non pare preoccupare eccessivamente né Berlusconi né D'Alema. Il segretario del pds sembra escludere una proposta unica dell'Ulivo ricordando che ciascun gruppo ha già depositato le sue in Parlamento. «Una sola proposta fondamentalmente non c'è». A Prodi, intanto, non rimane che stare a vedere. Mentre Fini lo prende in giro sostenendo che quella del presidente del Consiglio «è stata la più breve luna di miele del mondo». E Cossiga, contrariato per come è stata accolta la sua mossa «boomerang», sbeffeggia la Bicamerale: «Cosa è, un appartamento di due camere con cucinotto e bagno?». Alberto Rapisarda Fede contro Prodi

Luoghi citati: Firn, Italia, Roma