IL «CIRCO» DEI MEDIA

Croi LA STAMPA CITTA' DEL VATICANO. Era proprio solo l'appendicite, il male segreto del Pontefice; e il partito dei catastrofisti, forte nei mass media, ma anche in Curia, ha dovuto incassare ieri, oltre allo sdegno del professor Crucitti, una sonora sconfitta. Giovanni Paolo II non ha un tumore; oggi probabilmente si alzerà in piedi; e se tutto va come dovrebbe, al massimo entro una settimana potrà tornare in Vaticano. Cinque centimetri di appendice sono stati tolti al Papa; e non diventeranno una reliquia, ma hanno già preso la strada dei laboratori di analisi del «Gemelli», per essere esaminati accuratamente. La giornata ha portato una quantità di informazioni, sulla salute del Papa; e fra queste una notizia inedita, almeno ufficialmente, anche se «La Stampa» l'aveva anticipata tempo t'a, e cioè che Giovanni Paolo II viene seguito e curato per il disturbo di carattere neurologico che gli provoca il tremito continuo al braccio sinistro. Il professor Crucitti non ha definito la natura del male (probabilmente una sindrome «Parkinson-simile»), accennandovi in termini generici: «Per quanto riguarda questo problema ha detto - ci sono gli specialisti che lo seguono, non è competenza mia, ma non c'era nessuna controindicazione, né per l'intervento chirurgico, né per eventuali riflessi. Gli specialisti lo seguono regolarmente». E - possiamo aggiungere - quasi certamente al Pontefice vengono somministrate sostanze «dopamino-simili», per ovviare ad alcuni degli inconvenienti provocati da questa sindrome. La giornata. Il Papa si è svegliato prestissimo; già alle tre era nella cappella attigua alla sua stanza, recitando il rosario, la liturgia delle ore, e meditando. Dal piazzale del Gemelli si è visto che poco dopo le quattro si illuminava una IL «CIRCO» DEI MEDIA ROMA AVVERO una scena irreale, felliniana. Decine e decine di giornalisti, da tutto il mondo, stipati in una bianca aula ad anfiteatro. Sotto, in cattedra, il medico-sciamano professor Francesco Crucitti, guardiano della soglia fatale tra vita e morte. Ciak. Nel silenzio si alza uno, baffuto, e grida minaccioso: «E il tumore?». Si lancia un altro, quasi implorante: «Si potrebbe sapere in linguaggio non tecnico, come lo dovesse spiegare a un bambino...». Ecco una donna. S'incurva sul banco e spara: «Quanti punti di sutura gli ha messo?». Crucitti: «Dovrei andarli a contare». Ci si accorderà su quelli «esterni», fissati a quota «circa dieci». «Forse - accenna timido - è inutile andare a particolari chirurgici che credo non vi interessano...». Non ci interessano? Vuole scherzare, il professore. Quell'addome aperto dal bisturi, quella carne in doloroso stato di passaggio, quel corpo sovrano sotto anestesia è troppo speciale per non accendere la fantasia, per non mettere a nudo un potere che ora appare annientato, sviscerato. Come dimostra questo straordinario interrogatorio corale, denso di suggestioni truculente, da sala d'anatomia, o bancone da macello. Senza alcun imbarazzo, quindi, anzi con l'ausilio indispensabile del mestiere, e forse anche del sacro dovere d'informare - magari a costo di rinverdire il genere «Grand Guignol» o di assecondare l'andazzo «pulp e splatting» l'assurdo set si prolunga nel tempo e nello spazio del Policlinico Gemelli. Perciò, l'esa- Croi

Persone citate: Crucitti, Francesco Crucitti, Giovanni Paolo Ii

Luoghi citati: Citta' Del Vaticano, Roma