Dal Bot alla gestione?

LE LETTERE LE LETTERE DI MARIO SALVATORELLI Dal Bot alla gestione? Ho 170 milioni investiti in Bot alla Cassa di Risparmio locale, il titolare, molto gentile, agiugno mi ha fatto una proposta vantaggiosa: «Passa i tuoi 170 milioni alla "Gestione patrimoniale". A fine anno avrai un 1,5-2% in più d'interessi, rispetto ai Bot attuali». La proposta mi sembra buona, perché il tasso dei primi mesi è sull'8,4%. Però, essendo molto sprovveduto in materia, vorrei il suo parere. Passando alla gestione patrimoniale, potrei rischiare sorprese negative? Mi conviene stare così o ritornare ai Bot? F. Sasso - Ferrania (SV) "wH L consiglio della sua banca può essere vantaggioso, perché è I un po' come il consiglio d'un amico di rivolgermi al medico, ! quando non sto bene, anziché curarmi da solo, essendo I «sprovveduto» sulle cure da seguire per la mia malattia. E' U vero che c'è una differenza, quando si tratti di titoli di Stato, che non richiedono particolare preparazione in materia, perché a tutto pensa il Tesoro. Ma è anche vero che, per i Bot, il rendimento è disceso in modo drastico (al netto per il risparmiatore, sfiorava in media il 9-8,50% ancora un anno fa, e oggi è sul 6,5%). Invece, la gestione patrimoniale ha «medici» particolarmente qualificati, che scelgono di volta in volta, con gli occhi fissi sul mercato, il prodotto sul quale investire il «patrimonio» a essi affidato. Il lettore dice che, da quando ha accettato la «proposta vantaggiosa», il suo risparmio ha segnato un tasso dell'8,4%. Se è vero, come non abbiamo motivi di dubitarne, è probabile che nel giro di un anno possa onorare la promessa. Dico: «E' probabile» perché tutte le gestioni patrimoniali stanno realizzando buone «performance» (lo attesta il piccolo «boom» che attraversano i fondi monetari, la cui gestione è concentrata in particolare sul breve termine, come i Ctz, i Bot stessi, anche i «pronti contro termine», accortamente fatti ruotare), ma anche perché, lo ricordo spesso, non ci si deve lasciar ipnotizzare dal «passato». Niente e nessuno può garantirci il tempo che farà domani, se sarà eguale, addirittura migliore, o peggiore di oggi. Approvo, in conclusione, la sua scelta, anche perché escludo che, comunque, possa riservarle «qualche sorpresa negativa», purché ponga limiti ragionevoli alle sue aspettative. «Par condicio» dove sei? Nei telefoni non si vede Nel dicembre scorso ho disdetto il mio abbonamento telefonico mobile alla Tim. Soltanto al 15 di questo mese (28 luglio, data della lettera, n.d.r.) mi viene disposto il rimborso delle 100 mila lire di cauzione da me versate a suo tempo. Riceverò tale somma fra trenta giorni, perché la banca incaricata vuole anch'essa lucrare la sua parte. Al di là dei cosiddetti (pretestuosi) tempi tecnici, le pare giusto che questo gigante che è la Telecom debba lucrare gl'interessi del mio denaro, e chissà di quanti altri utenti, per un tempo così lungo? Quando ho firmato il contratto, la Tim ha voluto l'anticipo subito, non dopo 7 mesi. La «par condicio» inventata da Scalfaro dove la mettiamo? L. Lupotto - Chieri (TO) La cosiddetta «invenzione» di Scalfaro è semplicemente il condensato in due parole (latine, ma tanti, in particolare in televisione, si sentono tenuti a pronunciarle come se fossero straniere) d'un insieme di obblighi morali, a incominciare da «La legge è uguale per tutti».

Persone citate: Ferrania, L. Lupotto - Chieri, Scalfaro