Su «Benotto» nel 77 Moser fu campione
70 70 SERVIZI PROMOZIONALI Publikompass Speciale Bici Una tradizione sportiva che risale al 1931 Su «Benotto» nel 77 Moser fu campione Anche chi non è appassionato di bici, sa che «Benotto» è una marca famosa, uno dei nomi celebri che hanno fatto la storia del ciclismo. Ma non tutti sanno che la «Benotto» è di Torino dove nacque nel 1931 ad opera di Cesare, ciclista dilettante, coadiuvato dal fratello Giacinto. Fu tuttavia dopo la guerra A destra l'indimenticabile Fausto Coppi Sotto Moser durante una gara vittoriosa che il nome cominciò a sfondare. Quando i corridori della squadra (Vito Ortelli, Aldo Ronconi, i due fratelli Maggini, nomi più famosi) vincevano. Avvenne anche nella Milano-Torino del 1946, in cui i primi 4 classificati cavalcavano «quella» bici, ispirando ai giornalisti dell'epoca battute come «ben 4 di Ben-otto hanno tagliato il traguardo per primi». Ma il momento di gloria fu nel 1977 quando Moser vinse il Campionato del Mondo a Sant Cristobai in Venezuela. E, pur essendo passati quasi vent'anni, Ezio Mazzucco (nipote di Giacinto, che oggi aiuta il figlio Marco a mandare avanti l'azienda) dice «io c'ero», con gli occhi che gli brillano ancora. La Benotto ha subito in tutti questi anni gli alti e bassi della bici, «torni e ritorni storici» che fanno oggi ben pensare in un futuro migliore, malgrado l'attuale crisi (che però è una crisi di carattere generale). Ricorda infatti Mazzucco che con l'avvento delle utilitarie (Fiat 500 e 600 e Bianchina), ossia, con la grande ubriacatura dell'automobile per tutti, in molte case la due ruote finì in soffitta, per riprendersi immediatamente non appena il petrolio cominciò a farsi più caro e nelle «domeniche a piedi» la gente riscopri l'uso delle proprie gambe, sia per camminare che per pedalare. Ritornate di nuovo in auge la macchina e la moto, altro «black out» storico, fino alla relativamente recente esplosione delle «mountain bike», che pur in fase declinante, non ha però mancato di innescare, negli appassionati, anche il gusto per le bici da corsa. Molti infatti optano per lei, perché una non esclude l'altra. E la «Benotto», dopo, 65 anni, vive e circola, più arzilla che mai, specie di domenica quando i «patiti» si ritrovano per una pedalata scaccia-pensieri ed acciacchi. r-
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