ENTRA IN UN BUCO TROVI LA FILOSOFIA di Piero Bianucci

ENTRA IN UN BUCO TROVI LA FILOSOFIA ENTRA IN UN BUCO TROVI LA FILOSOFIA BUCHI E ALTRE SUPERFICIALITÀ' Roberto Casati Achille C. Varzi Garzanti pp. 320 L. 49.000. BUCHI E ALTRE SUPERFICIALITÀ' Roberto Casati Achille C. Varzi Garzanti pp. 320 L. 49.000. ECONDO una battuta ormai classica, i fisici parlano con i matematici, e i matematici con Dio. Forse ora bisognerebbe aggiungere che talvolta i matematici parlano anche con i filosofi. E considerati gli interlocutori, non c'è da stupirsi se il tema della discussione sembra stravagante (sottolineiamo sembra). I buchi, per esempio. Tutti crederanno di sapere che cosa sono fino a quando non avranno letto un libro fresco di stampa scritto dagli italianissimi Roberto Casati e Achille C. Varzi inizialmente per la prestigiosa Mit Press, e ora tradotto dall'inglese (così va il mondo nella scienza: ormai la nostra lingua è il dialetto di una tribù sottosviluppata) da Libero Sosio, «Buchi e altre superficialità». Matematicamente, i buchi sono un capitolo della topologia, cioè di quel ramo della geometria che si occupa delle proprietà dei solidi che restano invariate in seguito a trasformazioni continue, come la torsione o l'allungamento del solido. Filosoficamente, invece, i buchi sono una inestricabile mescolanza di essere e non essere: perché esista un buco, è necessario un oggetto che lo ospiti e il buco è un non-oggetto, cioè un non essere, ma ontologicamente dipendente dall'essere. Da questo punto di vista un buco è qualcosa di intrinsecamente parassitario. Un po' come il fisco, che esiste soltanto se esiste il contribuente. D'altra parte, non sono i buchi a fare l'Emmenthal? Ma senza Emmenthal, addio buchi. L'Emmenthal è per definizione un formaggio attorno a un buco. E ora sembra che a dipendere ontologicamente sia l'essere del formaggio rispetto al noti essere del suo buco. Giochetti di parole? Niente affatto. Tecnici, ingegneri e comuni mortali hanno ogni giorno a che fare con dei buchi e con le loro proprietà. Una vite fa il suo lavoro soltanto rispetto a un buco adeguato, e il mondo si regge sulle viti molto più che sulla volontà politica. Un tunnel non è altro che un buco pensato alla grande, ma per calcolarne le proprietà ingegneristiche occorre tener conto di una quantità di fattori, dal diametro del tunnel alla rigidità della roccia in cui lo si deve scavare. Anche in elettronica, i circuiti integrati sono pensati in funzione di buchi (le cariche negative del materiale semiconduttore) che mutano la loro distribuzione a seconda della corrente elettrica applicata. Per non parlare dei buchi neri, che sono pieni che più pieni non si può, e tuttavia, potendo inghiottire infinite cose, rappresentano l'apoteosi del buco, il suo trionfo cosmico, la sua glorificazione estrema. E vi risparmiamo le metafore dei buchi nell'acqua e dei buchi di memoria, ma anche quelle - ci assicurano Casati e Varzi - sono metafore solo fino a un certo punto. Insomma, si sarà capito che questo libro è INTERNET Per vedere Tiepolo SI può consultare Internet anche per preparare una visita alla grande mostra veneziana dedicata a Giambattista Tiepolo. Le pagine della Regione Veneto (httpjlmtercity.shiny.it/regione/tiepolo) offrono tutte le informazioni necessarie. Oltre alla mostra, convegni, concerti e suggerimenti per «itinerari tiepoleschi», fra ville, chiese e palazzi, alla scoperta dei suoi affreschi, molti dei quali sono presenti nelle pagine veneziane e si possono ingrandire a pieno schermo. Peccato non vengano offerti i collegamenti con gli altri siti tiepoleschi della rete, in particolare con quello vicentino, «Tiepolo a Vicenza», (httpM\mw.tradenet.itJtiepololvicenza.html) Federico Peiretti ricco di spunti, di acutezze e di uno humour che, nei momenti di grazia, diventa involontario. Non sembra, ma la matematica va avanti se in chi la fa c'è un giusto miscuglio di razionalità e fantasia. Perché allora le donne sono poco rappresentate nella storia di questa scienza? In certo senso la risposta è nella battuta iniziale: perché le donne, per motivi storico-sociali, non sono state ammesse al colloquio diretto con Dio. Così almeno sembra pensare Margaret Wertheim, una femminista delle radici quadrate che si batte perché il suo sesso non venga più discriminato: «La fisica è la Chiesa cattolica della scienza scrive infatti la Wertheim - e in quanto tale sarà l'ultima ad accogliere le donne in seno alla propria ortodossia». Il suo saggio «I pantaloni di Pitagora: Dio, le donne e la matematica» (Instar Libri, 350 pagine, 28 mila lire) è un'appassionata analisi della storia della scienza vista dalla parte delle donne. Nonostante il passato non sia incoraggiante, la tesi finale è ottimistica: biologhe come Barbara McClintock e Lynn Margulis hanno cambiato la biologia maschilista, etologhe come Dian Fossey hanno fatto altrettanto con l'etologia, Nina Bayer forse ora agirà sulla fisica e sulla matematica. Ma «finché vivremo in un mondo che vede il successo in campo scientifico fondato su qualità reputate poco femminili, la parità resterà un miraggio a dispetto di tutti i nostri sforzi». Piero Bianucci

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