Milano, tre imputati su quattro non si presentano in aula. La Corte d'Appello deciderà sulla ricusazione Processo Berlusconi il presidente non lascia

Milano, tre imputati su quattro non si presentano in aula. La Corte d'Appello deciderà sulla ricusazione Milano, tre imputati su quattro non si presentano in aula. La Corte d'Appello deciderà sulla ricusazione Processo Berlusconi, il presidente non lascia Un finanziere: presi 80-90 milioni COMO. Con il patteggiamento di 12 dei 16 imputati a pene comprese tra i 2 e i 18 mesi è cominciato il processo per tangenti pagate da militari di leva (molti calciatori dilettanti) e dai loro genitori a ufficiali dell'esercito per ottenere avvicinamenti a casa. L'inchiesta investì il distretto militare di Como nel gennaio '93, quando furono arrestati il ten. col. Mavilia e i sottufficiali Antonio e Giovanni Casalinuovo. Fu scoperto dai carabinieri un giro di raccomandazioni che godeva della complicità anche di un ufficiale presso il ministero della Difesa a Roma, il ten. col. Favia. La pena più alta, 18 mesi, è sta¬ A n o a o i e e MIL1 1TAROPOLI A COMO delle verifiche sulla proprietà di Telepiù. Fu lui, dice Nanocchio, a darmi 25 milioni ricevuti dal manager Fininvest Salvatore Sciascia. «Mai preso 5 lire dalle mani di un imprenditore - si difende Capone -. Solo regali e solo prima che cominciasse Mani pulite». Poi attacca: «La moglie di Nanocchio ha confidato alla mia che suo marito aveva concluso un patto con Di Pietro: parla, esci di galera e non ti tocchiamo i soldi. E non ti prenderai più di un anno. Nanocchio è stato scarcerato il 7 luglio, il giorno dopo sono stato arrestato io». Al termine dell'udienza Greco ha chiesto il trasferimento al suo ufficio degli atti concernenti la deposizione del maresciallo. Ugo Bertone Il giudice Carlo Crivelli A sinistra: l'avvocato Carlo Taormina FLASH Masi Pilo MASI ATTACCA I TG. Il servizio pubblico televisivo sostiene «le linee politiche prevalenti e conformiste della maggioranza di governo, discrimina ciò che dà "noia", anche nella maggioranza». Lo ha scritto Diego Masi, pattista e capogruppo dimissionario di Rinnovamento italiano alla Camera, in una lettera al presidente della commissione parlamentare di Vigilanza Rai, Francesco Storace. A sostegno delle sue critiche, Masi ha ricordato che il Patto Segni ha organizzato la sua festa nazionale in Puglia, che «la copertura Rai è stata quasi nulla» e che la riunione dei Cobac di sabato scorso «è stata dalla Rai poco riportata nella sua articolazione. La Rai, al contrario, ha dato un risalto "eccessivo" alla festa provinciale dell'Amicizia di Avellino, una festa banale e poco rappresentativa». PILO: IL PDS CROLLA. «Nei sondaggi torniamo al primo posto dopo la bellezza di un anno, ma non per una particolare azione politica nostra. Questo risultato lo dobbiamo a un importante calo del pds, a vantaggio di Rifondazione comunista. Insomma, il governo Prodi ha una percentuale di scontenti del 37,6 per cento mentre quella del governo Berlusconi, che pure non aveva poche grane, era del 29,7 per cento. Vorrà pur dire qualcosa, no?». Gianni Pilo parte da questi dati per andare oltre il ruolo di uomo dei numeri, «che mi comincia ad andare un po' stretto», e discutere delle strade che Forza Italia potrebbe percorrere dall'opposizione. «Se siamo in un sistema democratico, possiamo anche puntare sui ministeri di Tesoro e Finanze e fare quindi una opposizione lunga per lavorare sul fronte di tagli alla spesa e riforma fiscale. Ma se, come mi sembra di aver capito nel Seminario, riteniamo che la situazione non sia democratica allora l'urgenza maggiore è rappresentata da ministero dell'Interno e della Giustizia e se temiamo che siano usati in maniera non democratica allora si deve lavorare più decisamente per far cadere il governo», [r. i.] Solidali con Pecorella

Luoghi citati: Como, Milano, Puglia, Roma