IL MAGISTRATO E COSA NOSTRA

Interno LA STAMPA ■HI MILANO. «Professor Taormina, venga qui, facciamo all'americana». A fine udienza il giudice Carlo Crivelli, presidente del processo Berlusconi, si concede una battuta con il legale indicando i microfoni della tv. «Ma sia attento - sussurra -: ogni cosa che dirà è a suo rischio e pericolo...». Si chiude così una mattinata all'insegna della tensione, tra scontri sulla ricusazione e la drammatica aeposizione di Giuseppe Capone, maresciallo della Finanza, unico imputato presente in aula. «Ho ricevuto soldi - ammette - al termine delle verifiche per un totale di 8090 rnilioni tra l'85 e il '91. Me ne vergognavo, non l'ho detto neanche a mia moglie. Mi venivano offerti dai capipattuglia, dicevano che erano regali...». Ma subito dopo ribadisce le accuse già lanciate a Brescia, al processo Cerciello. «Nel mandato di cattura contro di me - dice - c'è scritto il falso. E qui do mandato ai miei avvocati di adire le vie legali contro i tre pm, Colombo, Davigo e Di Pietro». Ma prima del duello con Capone c'era già stato il momento più atteso: Carlo Crivelli, il giudice ricusato dai legali degli imputati del fronte Fininvest (Paolo e Silvio Berlusconi, Alfredo Zuccotti e ieri anche Massimo Maria Berruti) rimane al suo posto. Il processo, per ora, continua, anche se ieri tre imputati su quattro (Paolo Berlusconi, Salvatore Sciascia e Alfredo Zuccotti) non si sono presentati per rispondere alle domande dei pm. E l'avvocato En- IL MAGISTRATO E COSA NOSTRA ROMA Interno

Luoghi citati: Brescia, Milano, Roma, Taormina