Il mondo in ansia per l'operazione di appendicectomia. Ieri è stato anche sottoposte Stamane Wojtyla in sala operatoria per due ore di Marco Tosatti

Il mondo in ansia per l'operazione di appendicectomia. Ieri è stato anche sottoposte Il mondo in ansia per l'operazione di appendicectomia. Ieri è stato anche sottoposte I medici; «Il cuore del Papa è saldo: Stamane Wojtyla in sala operatoria per due ore ROMA. Questa mattina intorno alle sette Giovanni Paolo II entrerà nella sala operatoria al nono piano del Policlinico Gemelli. Papa Wojtyla ha familiarità col dolore fisico, e il «Gemelli» è stato più volte teatro del suo rapporto con la sofferenza fisica. Ma bisogna tornare all'attentato del 1981 per trovare, intorno al Pontefice, un'intensità di preoccupezione e attenzione analoga a quella che si sta sviluppando in queste ore. Eppure tutti i messaggi che provengono dal mondo medico, e da quello vaticano, sono tranquillizzanti; li sintetizza la frase pronunciata dal segretario particolare del Papa, monsignor Stanislao Dziwisz: «State tranquilli». Il Papa si è svegliato presto, come è sua abitudine. Ed è incominciata la «routine» del pre-intervento. Le analisi di prammatica, e poco prima delle sette una visita del professor Francesco Crucitti, il primario di chirurgia che oggi guiderà l'operazione. «Il Papa è sereno, sta bene, ha trascorso una notte tranquilla», ha dichiarato il professore, che ha già operato il Pontefice nel 1981, dopo l'attentato, e nel 1992, per il tumore al colon. E ha dichiarato quello che tutti suppo¬ L'ANALISI DI ODDI GROMA IOVANNI Paolo II non lascerà il suo incarico: il cardinale Silvio Oddi, ex Prefetto della Congregazione per il Clero, il «Ministero» che si occupa delle centinaia di migliaia di sacerdoti in tutto il mondo, commenta i rumori, voci e ipotesi - soprattutto giornalistiche - su possibili rinunce di Papa Wojtyla. «Vogliono farlo dimettere così in fretta? Eh, ci sono sempre dei balordi che parlano. Sono quelli che da sempre sono contro di lui, qualcuno c'è sempre». Giovanni Paolo II ha molti nemici, lascia capire il porporato, tutti coloro che contrastano la sua predicazione, la riaffermazione della dottrina tradizionale della Chiesa. «Adesso che c'è l'operazione, cercano di prendere spunto per attizzare il fuoco. Ma speriamo che il Papa si riprenda presto, abbiamo fiducia nello Spirito Santo», dice il cardinale. Che valore hanno queste voci, che arrivano proprio adesso? «In Vaticano, siamo tutti, mi pare, non solo incuriositi, ma sorpresi; in fondo non si capisce che cosa vogliano. E io sono in collera con tutti, anche con gli esponenti del mondo cattolico». Che cosa rimprovera loro, Eminenza? «Rimangono tutti zitti; mi pare che tutti stiano lì ad aspettare, non abbiano coraggio di parlare, di reagire, che stiano lì zitti come se pensassero: Le postazioni fisse delle televisioni piazzate davanti al «Gemelli» In alto, il cardinale Silvio Oddi nevano, ma che non era ancora stato detto ufficialmente da nessuno. E cioè che il Papa entrerà oggi in sala operatoria. Una notizia confermata, qualche ora più tardi, anche dal direttore della sala stampa della Santa Sede, Joaquin Navarro Valls. Subito dopo Giovanni Paolo II ha celebrato la messa nella cappella adiacente alla sua camera, al decimo piano del Gemelli. E verso le otto si sono alzate le serrande delle finestre dell'appartamento pontificio prospicienti il piazzale: si sono affacciati, sorridenti, monsignor Dziwisz e il medico del Papa, il dottor Renato Buzzonetti. Una pausa nella raffica di analisi, è stata la visita breve, come si confà ai malati - del cardinale Eduardo Martinez Somalo, prefetto della Congregazione per i Religiosi, e «camerlengo» di Santa Romana Chiesa. Il porporato spagnolo, che ha ricoperto a lungo l'importante carica di sostituto alla Segreteria di Stato, conosce papa Wojtyla da molto tempo; è uomo spiritoso, e in Curia si dice che è l'unico capace di strappare un sorriso al Pontefice, anche quando è di umore serissimo. Il cardinal Somalo ha lasciato il Pontefice più allegro, e pronto ad affrontare gli altri esami. So¬ detto il portavoce del Papa, «nessun chirurgo dice prima dell'operazione quanto durerà l'operazione stessa». Il primo bollettino medico verrà emesso dopo le undici di questa mattina, «ad intervento chirurgico avvenuto», come ha detto il capo ufficio stampa del Gemelli, Giuseppe Pallanch, e sarà probabilmente illustrato dallo stesso Crucitti. Il portavoce del Gemelli ha commentato le indiscrezioni sulla presenza nell'equipe medica di uno specialista del fegato, osservando che «il professor Crucitti è famoso nel mondo come chirurgo addominale, e dunque non c'è bisogno di un altro specialista». Infine, il cardiologo dell'equipe, professor Attilio Maseri, ha lanciato un messaggio tranquillizzante. «La pressione del sangue è a posto, l'ecodoppler e l'elettrocardiogramma hanno confermato che il Papa sta bene dal punto di vista cardiologico»; e ha aggiunto però che «come in tutti gli interventi, c'è un margine di imprevedibilità di complicazioni cardiovascolari, completamente imprevedibili ed inaspettate». Questa mattina, comunque, il mistero delle sofferenze del Papa sta per essere svelato. no state chiuse le porte di vari reparti, e il Pontefice si è sottoposto a una radiografia del torace, e - a quanto sembra - a una nuova Tac, la seconda dopo quella effettuata alla vigilia di Ferragosto in una clinica di Albano, e in cui si evidenziarono le «macchioline» che saranno oggi al centro dell'attenzione dei medici. Poi le altre analisi, fra cui un ecodoppler. Rispetto alle precedenti permanenze del Papa al Gemelli si respira un'atmosfera di maggiore discrezione, infranta ieri solo dal professor Corrado Manni, specialista di anestesiologia. Manni ha definito «del tutto normale» il fatto che l'intervento di appendicectomia sia reso, nel caso del Papa, più complesso dalla presenza di aderenze dovute ai tre precedenti interventi chirurgici all'addome. «Quello dell'81 - ha ricordato l'anestesista - fu pesante e devastante. Poi nel '92 il Papa fu operato di nuovo per asportare un tumore benigno. E' del tutto normale che ora vi siano aderenze». Anche per questo motivo si è deciso un intervento «tradizionale», cioè laparotomia, invece di un intervento in laparoscopia. La durata dell'operazione dovrebbe aggirarsi intorno ai sessanta minuti, anche se, come ci ha Marco Tosatti

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