Tatò accende la miccia-Enel, a Milano parte il dopo-Presutti

Tato accende la miccia-Enel, a Milano parte il dopo-Presutti Tato accende la miccia-Enel, a Milano parte il dopo-Presutti non sia destinata alla decapitazione. Nella ricerca affannosa del nome, qualcuno azzarda quello di Benito Benedilli, attuale presidente di Federchimica. Intanto un secondo puzzle si intreccia: dove sistemare il presidente uscente Presutti? Al predecessore, Ottorino Beltrami, nato sotto una buona stella, era riuscito un ottimo colpo: la vicepresidenza della Fondazione Cariplo. Tramutatasi poi, dopo l'abbandono di Roberto Mazzotta, addirittura in presidenza. Due ipotesi di alto profilo degne di Presutti, la Camera di commercio e la Fiera di Milano, sono saldamente presidiate da Piero Bassetti e Cesare Manfredi, entrambi intenzionati a non mollare la presa. Resta Federlombarda, la fe- * derazione che riunisce le associazioni industriali del quadrilatero d'oro. In Federlombarda, il bresciano Gianfranco Nocivelli scade a fine primavera e non è più rinnovabile. Tutto liscio, dunque? Non proprio. Alla stessa poltrona ambisce anche Mario Mazzoleni, il potente presidente degli industriali di Bergamo. Come si vede, mantenersi all'altezza del proprio prestigio non è così semplice. Non ci è riuscito, ad esempio, l'ex garante per l'Editoria Giuseppe Santaniello. Il quale ambiva ad occupare il posto del commissario Mario Bessone in Consob. Dove invece gli è stato preferito il dinamico Salvatore Bragantini. Altri ci sono invece riusciti benissimo. Piero Senza dimen- Bassetti ticare esempi luminosi di Padri della Patria come Guido Carli, basti pensare a Gianni Letta, che ha trovato la vena aurifera come «consigliere del principe» Silvio Berlusconi. Cesare Manfredi Per restare nei dintorni delle associazioni industriali, ecco Roberto Colanimio che, non appena arrivato in Olivetti, chiede di poter prendere nel consiglio direttivo di Confìndustria il posto lasciato vuoto dal suo azionista di riferimento, Carlo De Benedetti, dimessosi in seguito alla condanna d'appello per l'Ambrosiano. Cala in viale dell'Astronomia un grosso imbarazzo. Che fare? Il presidente Giorgio Fossa ci pensa su insieme ai suoi uomini. Dopo molte discussioni, ecco la proposta salomonica: ammettere il neo am¬ ministratore delegato di Ivrea in consiglio, ma come semplice «osservatore». Il pragmatico Colaninno accetta, e ringrazia. Dopo mesi di poche parole esce alla ribalta Franco Tato sul palcoscenico del convegno organizzato dal presidente dell'Antitrust, Giuliano Amato. E per non smentire il suo stile, getta nello stagno il sasso della «golden share», saltando a pie pari nella scialuppa dei grandi privatizzatoli. La battaglia è grossa, e va gestita anche sul piano dell'immagine. Ecco perché Tato insiste per avere al suo fianco Marco Pogliani, attuale capo Roberto Colaninno gli dica quanti sono i pretendenti all'acquisto de «Il Giorno», l'amministratore delegato dell'Eni, Franco Bernabè, si prepara a partire per gli Stati Uniti. Da oggi, infatti, scatta l'iter per il collocamento della seconda tranche del Cane a Sei Zampe, messo a punto dal direttore generale del Tesoro, Mario Draghi. Con il presidente Guglielmo Moscato e il direttore finanziario Marco Mangiagalb, Bernabè guida il «team rosso», cui spetta il compito di sobbarcarsi il roadshow sulla costa atlantica. Sulla costa del Pacifico e nelle capitali delle relazioni esterne di Mondadori, già con lui in Olivetti. Mentre aspetta che il responsabile delle dimissioni del gruppo, Giorgio CeccareUi, Mario Bessone f

Luoghi citati: Bergamo, Ivrea, Milano, Stati Uniti