Applausi allo show dello stilista che ha chiuso le sfilate di Milano Armani crea gli abiti-piuma
Applausi allo show dello stilista che ha chiuso le sfilate di Milano Applausi allo show dello stilista che ha chiuso le sfilate di Milano Armoni crea gli abiti-piuma Tessuti impalpabili e niente gonne corte MILANO DAL NOSTRO INVIATO Lieto fine. Come nelle favole, nei sogni più belli. Lei vestita di luce turchese raggiunge il suo principe azzurro, ombra cinese che si delinea dietro il pannello del boccascena. Poi languidamente gli posa una mano sulla spalla e lo bacia. Delicata. Con questa immagine che emoziona il pubblico, Giorgio Armani cliiude la kermesse milanese. Gli applausi sono calorosissimi. La platea scatta in piedi prima ancora che svaniscano le musiche create in esclusiva da Eric Clapton. Armani vola alto, come il gabbiano gigante simbolo della libertà nel vestirsi che dischiude le ali sulle ragazze in fila. Lo stilista ringrazia Clapton e s'inchina, travolto dai boati. Nel backstage, consumato dai baci, appare commosso. Marella Agnelli si complimenta: «Che mago. Bravo, fantastico». Sofia Loren, Angela Bassett, Claudia Cardinale lo abbracciano entusiaste. Morale della favola? I diktat non esistono. Vince la leggerezza. Parola del guru della moda, autore di una fashion-story più che di una sfilata. In pedana si spengono e si accendono le luci per far comparire sassi blu, enormi conchiglie, tramonti struggenti, perle grigie. Un omaggio alle sculture dell'indiano Annish Kapur, maestro del colore forte e delle forme immense, che hanno ispirato la tavolozza del re del made in Italy. Armani ancora una volta snobba le imposizioni, si limita a suggerire. Le lunghezze degli orli non sono importanti. Scompaiono le gonne corte, quelle lunghe si accostano a sottili pantaloni. Contano l'impalpabilità dei tessuti e le combinazioni inedite. «Basta cancellare i vecchi clichè per conquistare una nuova disinvoltura», spiega Armani mentre compare un abito da sera peso piuma, in organza, portato con il golfino annodato sui fianchi. Acquistano un'aria sbarazzina i tailleur gessati, da cui sbucano sandali da Aladino. Sul blazer da giorno finisce una grande spilla di brillanti che illumina i grigi declinati in mille sfumature. «Ecco come gli accessori fanno la differenza». Sotto le tuniche di chiffon cipria palpitano tre strati di tessuto viola, arancio, rosso, cobalto. Pennellate gioiose che interrompono i grigi e i sabbia armaniani. Sono strepitosi i ricami di jais, velluti e perline come gocce d'acqua. Grondano chic le toilette velate, nelle tinte delle lacche cinesi che mostrano appena i glutei. Soltanto Valeria Mazza non indossa il tanga color carne, rivelando il sedere attraverso magici intarsi. «La sfilata è un momento irrinuciabile per chi fa questo mestiere. E' la verifica dei nostri sforzi», sostiene Armani che a Firenze aveva eliminato la passerella in favore dello spettacolo diretto da Bob Wilson. Qualcuno gli chiede chi ammira fra i colleghi: «Quelli coerenti. Ad esempio Versace, Ferrè. Gaultier». Sull'anoressia strisciante dice: «Ho sempre usato modelle senza forme. Ma sono contrario ai chiodi. Purtroppo c'è qualche cretino che le fotografa così, senza vita negli occhi, marce». Da Armani tutto è lungo, fluido, sottile, leggero. Persino le giacche in organza rifinite al vivo paiono un soffio. Tantissimi gli abiti. Bianchi con spacchi dietro che lasciano intravedere le calze candide da infermiera. Pantaloni ragnatela, blusecorteccia, spolverini cangianti brillano di luce propria. Le indossatrici camminano come sulla spiaggia: sandali in mano, gonna appena sollevata per proteggerla dalle onde della battigia. Anche i gesti, il modo di muoversi rivelano un atteggia- Giorgio Armani con Eric Clapton che ha scritto la colonna sonora per la sfilata di ieri. A destra, Valeria Mazza presenta uno degli abiti proposti dallo stilista per la primavera estate IL TEMPO IL TEMPO DELLA SETTIMANA. Avremo ancora alcuni giorni di tempo incerto e a tratti perturbato, poi inizierà il periodo delle cosiddette «ottobrate», caratterizzate dal clima stabile anticiclonico: vale a dire giornate assolate ma nebbiose nel primo mattino, con forte escursione termica tra il giorno e la notte. Intanto, però, il maltempo ci ha concesso una breve quanto insperata tregua, ma non bisogna illudersi, perché è già di nuovo all'attacco. Un nuovo «vortice depressionario», il cui epicentro è localizzato ad Ovest della Sardegna, tra oggi e domani si porterà sulla Penisola determinando un progressivo peggioramento del tempo da Ovest verso Est. Soltanto entro la giornata di giovedì abbandonerà la Penisola ed il suo posto sarà occupato dall'alta pressione. Da quella data in poi sarà finalmente quest'ultima a governare il tempo sull'Europa centro-orientale e sul Mediterraneo. Sull'Italia entrerà in circolazione dell'aria secca continentale proveniente dall'Est europeo che ci consentirà di uscire senza ombrello: nel peggiore dei casi, infatti, potrà provocare qualche occasionale annuvolamento locale sulle regioni centro-meridionali adriatiche ed appenniniche. In platea, la Moratti e Federica Olivares parlano della Rai M2Btipatnnpcaredlaro«LdMdriìdzgt, Alberta Ferretti rilancia l'uso della sottoveste con una gamma molto ampia di modelli e colori mento più libero. Libero come un gabbiano. In questi giorni si sono visti tanti nudi gratuiti. Se è vero che i capi velati saranno un must per la prossima stagione, è altrettanto vero che Alberta Ferretti è stata una delle poche a tradurre con senso della realtà l'uso della lingerie. La regina della sottoveste, che da parecchie stagioni studia e propone questo capo, risolve con gusto e creatività il problema del corpo troppo esposto. Su una base nera opaca - composta da calze spesse e strati di fburreau in diverse misure - si posano le sue sottovesti colorate. Lievi meraviglie di chiffon stampato, seta plissettata Fortuny, mousseline svizzera ricamata da cui occhieggiano strati di tessuto inchiostro. Con le sovrapposizioni, realiz¬ zate addirittura in 30 versioni per una linea basic, ognuna può scegliere la formula che crede. E' salvo 2 pudore e ne guadagna la silhouette. «Finalmente abiti pratici, eleganti. Soprattutto vendibili», commentava il compratore Michele Giglio, titolare di vari negozi a Roma e Palermo, seduto accanto a Valeria Golino e Isabella Ferrari. Che cosa rimarrà della caterva di proposte milanesi? I buyer, entusiasti dei tailluer in fibre tecnologiche di Ferrè, indicano i nomi dei grandi. Gucci e gli abiti a tubo. Dolce e Gabbana con i cappotti ricamati. I vestiti di Armani dalla garbata femminilità, la maglieria di Versace. E ancora gli spolverini di Krizia, le sottane lunghe di Prada. m gArmani Antonella Amapane La conduttrice: «Per il mio programma ho imparato guardando mio ROSITA CEMENTANO
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