Picconatore o de Gaulle?

Picconatore o de Gaulle? Picconatore o de Gaulle? Fisichella: impensabile. Pera: è un leader lazzo l'effetto di una candidatura ipotetica. Perché, se è nota l'efficacia con cui Cossiga entra ed esce dalla scena politica italiana, tutta da valutare è l'eco che la sua leadership, in questa particolare congiuntura, può suscitare. Nello scenario tratteggiato da Romano, uno scenario cauto, di diplomatica prudenza, il gollismo cossighiano è tutto in una data: il 1958, l'anno in cui la Francia versava in una gravis¬ sima crisi istituzionale, invischiata nella guerra d'Algeria. «Cossiga è il de Gaulle italiano nel senso che ha conservato sul Paese un ascendente che nessun altro ha: e questo noi lo abbiamo sempre saputo», dice un gollista, e un cossighiano della prima ora come Edgardo Sogno. Ma le piccole Algerie che abbiamo in Italia, le minacce secessioniste della Lega, la Finanziaria che non basterà ad FRANCESCO Cossiga nuovo potenziale leader della destra, quasi un gollista italiano. Dopo il ritorno in campo dell'Esternatore, che pure ha ammesso di preferire Robespierre a Bonaparte mentre de Gaulle era un leader che aveva in sé premonizioni napoleoniche - la politica si interroga: Francesco Cossiga avocherà a sé la leadership della destra italiana? Ricompatterà le file del Polo, da «Maradona della politica» come lo apostrofa Pierferdinando Casini? E lo farà come il Generale fondatore della Quinta Repubblica, in sella al cavallo del presidenzialismo, brandendo la Costituente? «Cossiga è l'uomo che per primo ha individuato la crisi della Repubblica, dandole una forte spallata», dice Saverio Vertone, scrittore, opinionista, e esponente della pattuglia di intellettuali che siedono in Parlamento per Forza Italia. Epperò, «conosciamo bene il Cossiga destruens, e per nulla la sua parte construens», obietta Domenico Fisichella di Alleanza nazionale. L'anima empirica del gollismo rivivrebbe dunque nell'istinto politico del Picconatore, anzitutto. L'obiezione stimola il confronto. Anche Marcello Pera, un altro degli intellettuali schierati alla Camera con Forza Italia, giudica che «Cossiga ha indicato l'urgentissima riforma delle istituzioni, il che è stato un fatto politico nuovo». Ma basta, questo, a farne il leader della destra? Alla guida dello schieramento tory, in Italia, basta un politico-picconatore? «Il messaggio che Cossiga mandò alle Camere nel 1991, da presidente della Repubblica, era costruttivo, eccome: dava la consapevolezza della fine di un regime politico, e lanciava la prima ipotesi di Costituente». Cossiga - è il ragionamento di Pera - sentiva il bisogno di una nuova Costituzione: «Anche perché quella che abbiamo oggi è stata scritta dai vincitori contro i vinti». Il desiderio di emulare de Gaulle, che Sergio Romano ipotizzava per Cossiga su queste stesse colonne, ha sul Pa- A sinistra: Marcello Pera A destra di Casini: Domenico Fisichella e Giorgio La Malfa IL LEADER DEL CCD MROMA A che cosa sta succedendo nel Polo? Gli alleati di Silvio Berlusconi sembrano fatalmente attratti da Francesco Cossiga e fortemente tentati di sostituire il Cavaliere con il Picconatore. E l'altro ieri, uno dei partner del capo di Forza Italia, Pierferdinando Casini, ha profetizzato per l'ex Presidente un futuro alla «guida del centro destra». Dunque, il leader del ccd è veramente intenzionato a cambiar cavallo? Lui cerca di sottrarsi a quello che definisce il «gioco dei bussolotti», ma ragionando sulle sorti del Polo lascia intrawedere qual è il suo progetto. Onorevole Casini, che cosa sta accadendo nel Polo? Certamente Berlusconi non sarà contento del feeling che si è instaurato tra i suoi alleati e Cossiga... «Guardi, Berlusconi l'ho sentito stamattina (ieri per chi legge n.d.r.) e mi è sembrato sereno. Certo un po' di preoccupazione in lui c'è, come in noi, per la situazione politica». E non è forse preoccupato anche per il fatto che state già cercando un personaggio che lo sostituisca alla guida del centro destra? «Parliamoci chiaro: noi le elezioni le abbiamo perse, non le abbiamo mica vinte, il 21 aprile. E allora non si può difendere la leadership di una cosa che perde, il problema è costruire la leadership di una cosa che sia in grado di vincere alle prossime elezioni». Insomma, in poche parole si può dire che il Polo non considera più Berlusconi il suo leader? «Silvio è stato indicato come leader del Polo da otto milioni di elettori, non da un conventicola di segreta¬ entrare in Europa, il bipolarismo non ancora perfezionato, non si risolvono con la chiave di volta istituzionale. 0 almeno questa è l'opinione di Giorgio La Malfa. Che si scalda: «Ma scusi: de Gaulle era stato capo della Resistenza. Non era affatto un uomo di destra. Si presentò alla Francia come un uomo al di fuori e al di sopra delle parti. Non dimentichiamo che se ne stava a Colombey-Les-Deux-Eglises quando gli altri erano a Vichy. Nel 1946 era a favore della proporzionale. Lo dice ad Alain Peyrefitte, suo consigliere, e lo motiva così: il maggioritario avrebbe spaccato la Francia. Cossiga schierandosi con Segni, Fini e Casini a favore della Costituente si propone come nuovo leader della destra, ma lo fa abbassando, se così si può dire, la propria statura. Il punto non è se la leadership di Cossiga può validamente so-

Luoghi citati: Algeria, Europa, Francia, Italia