La Finanziaria sotto processo: se lo Stato non ci ascolta porteremo le chiavi dei nostri Comuni a Palazzo Chigi Federalismo subito, i sindaci hanno fretta

La Finanziaria sotto processo: se lo Stato non ci ascolta porteremo le chiavi dei nostri Comuni a Palazzo Chigi La Finanziaria sotto processo: se lo Stato non ci ascolta porteremo le chiavi dei nostri Comuni a Palazzo Chigi Federalismo subito, i sindaci hanno fretta llly: si rischia di entrare in Europa solo per uscire Tra le richieste: autonomia nella gestione delle imposte locali; trasferimenti statali stabiliti ogni tre anni F Chi meglio di Marina rappresenta il Sole? VENEZIA DAL NOSTRO INVIATO Potessero, di Garibaldi e del governo parlerebbero male: anche perché in Campo San Polo piove e debbono scappare a Ca' Farsetti, nella sala del consiglio comunale. Sindaci del Nord-Est e non solo. Da Catania arriva Enzo Bianco, il presidente di tutti, da Bologna Walter Vitali, da Napoli Antonio Bassolino. Duecento sindaci dell'Ulivo, un paio del Polo, nessuno della Lega. Un po' complicato parlar male di Garibaldi, però... Massimo Cacciari, padrone di casa, sa che più tardi arriveranno Bassanini e Treu, ministri di questo governo e di questa legge finanziaria. E allora che si sappia: «Se entriamo in Europa con questo Stato usciamo il giorno dopo». La finanziaria finirà sotto processo, ma il nemico più insidioso é un altro, lo Stato che non cambia. Parola d'ordine: «Federalismo subito». Sindaci con una gran voglia di farsi sentire. «Uuesta finanziaria nel suo impianto di fondo non ci soddisfa», dice Bianco. Vitali ripete le quattro condizioni, e il linguaggio non può che essere burocratico: «Lasciare invariato il saldo dei comuni, massima autonomia nella gestione delle imposte locali, parametri cui vincolare i trasferimenti statali stabiliti ogni tre anni, uscita di tutti i comuni dalla tesoreria unica a partire dal 1999». O così oppure in piazza. 0 così, dice Bianco, o «siamo pronti a portare le chiavi dei nostri comuni a Palazzo Chigi». Fosse per Michela Sironi Mariotti, che è sindaco di Verona, ma è di Forza Italia, le piazze dovrebbero essere già piene. «Venga Visco a chiedere il prelievo maggiorato!». Dal fondo: «Buuu! E quando voi eravate al governo tu che dicevi?». Cacciari aveva meditato questa assemblea nei giorni del Po e della Lega secessionista. La finanziaria in agosto era ancora lontana, soprattutto non era così, e i sindaci non immaginavano pochi tagli e solo per loro, nuove tasse e le nuove affidate a loro. Cosi, sempre per non parlar troppo male di Garibaldi, l'assemblea rispetta il tema. Federalismo subito e Riccardo llly, sindaco di Trieste, supera Cacciari: «Senza federalismo e con una finanziaria che per fare bella figura prende in mezzo i sindaci, in Europa entriamo solo per uscire». Fretta Fretta di cambiare lo Stato: «Però leggo di proposte per un referendum: Bicamerale o l'Assemblea Costituente? Ma i referendum non sono solo abrogativi? Boh? Avanti così e qui finisce che ancora una volta la Lega ci guadagna parecchio». C'è Bassolino che aggiunge la sua fretta. «Qui siamo alle prese con una stranissima logica dei due tempi». Il primo è l'estate, si parla solo di Po e secessione. Il secondo è l'autunno, solo economia. «E invece economia e riforma dello Stato sono sono le due facce della stessa moneta (europea)». Il Governo, dice, può essere di Berlusconi o di Prodi e Fini: importa niente, ai sindaci. «La nostra strategia non dev'essere condizionata dal governo nazionale. Anche noi governiamo questo Stato. E per sindaci, convinti di ritrovarsi per un'ora e basta, restano a discutere a Ca' Farsetti dalle 11 alle quattro del pomeriggio. Cacciari, alla fine, è il più soddisfatto: «Bassanini e Treu si sono impegnati a ritoccare la finanziaria». Resta solo una preoccupazione forte, e a questo punto i sindaci del Polo tacciono: che in Parlamento l'ostruzionismo dell'opposizione blocchi anche quel tanto di autonomia che potrebbe arrivare ai Comuni. In questo caso altro che chiavi dei Comuni da inviare a Palazzo Chigi. Pure Garibaldi si dovrebbe rassegnare. governo di muoversi con decreti legge». Il sindaco di Napoli propone un'assemblea a Roma. Quello di Bologna annuncia che giovedì sarà a quella di Milano, convocata dal leghista Formentini. No a questa finanziaria, sì al federalismo subito, ma sempre senza turbare Garibaldi. Ma è Mario Carraro, presidente degli industriali veneti, a parlar male del Governo: «Io non considero amici i ministri di Roma - è il suo incipit -. Se aspettiamo che il governo di Roma ci dia il federalismo non lo avremo mai». Come Bossi prima del Po. Però Carraro, tutt'altro che leghista, è l'unico. I L'assemblea dei sindaci Sopra: Bassolino, Vitali e Cacciari sulla prima casa. Un segno negativo che, temono i sindaci, potrebbe riguardare anche la riforma dello Stato. «Bisogna spingere sulla Bicamerale - dice Bassolino - per una riforma in senso federale. Da questa Costituzione dobbiamo ottenere tutto il possibile. Non sarà ancora federalismo, ma il massimo dell'autonomia. E dopo il 31 dicembre, se la finanziaria non prevede autonomia, chiederemo al entrare in Europa, così come ci dev'essere un'economia risanata ci deve essere uno Stato risanato». Altrimenti vedi Cacciari e llly. Per inciso, ma non troppo: «E se sturici il Governo non modificherà la finanziaria, se serve, sì che scenderemo in piazza!». Il sindaco di Verona applaude contenta. Sullo sfondo resta il no a questa finanziaria, almeno per quel che riguarda i comuni, Ilei e la tassa Giovanni Cerniti grac ivo c COMUNE DI BOSCOREALE Ai sensi della Legge 457/78 questo ente intende acquistare alloggi, il bando integrale verrà pubblicato sul B.U.R.C. del 7.10.96. il sindaco dr. Vincenzo Balzano IL PA proposito di i di proposito di ..«sorci verdi». Ma non quelli metaforici di Prodi, né quelli che con lieto diminutivo - «sorcini» - si stringono attorno a Renato Zero. No. Nel caso dei Verdi, presto chiamati a scegliersi un nuovo portavoce, e già sommersi dalla consueta abbondanza di candidati (appena 14 per il momento), l'animale di riferimento è per forza di cose il sorcio, appunto, o topone, o topacchione che sia, comunque una bestiola furba e adattabile assai, svelta e vorace, anche se quasi mai gradita nelle abitazioni degli umani. Bene, per qualche curioso destino, e ancora di più in un mondo dove l'animalismo ha una sua risonanza, l'identikit finisce per coincidere con un gruppo dirigente di non nobilissima vocazione rosicchiatoria. Carlo Ripa di Meana, comunque, se ne va. O meglio: rimarrebbe. Ha comunicato entrambe le soluzioni con una poetica lettera nella quale invita gli esponenti del Sole che ride a «non rincorrere, nell'aere, l'introvabile». Benché indisponibile a tale inseguimento atmosferico, il senatore Semenzato ha giudicato la missiva «interessante». Per cui ora sono affaracci loro: Ripa è in pista, e già l'altra sera ha manifestato gioia e vitalità ballando fino a tarda notte: oh Macarena! Nessun altro «sorcio verde», del resto, potrebbe competere con lui sul terreno scivoloso dell'audience e della sovraesposizione mediale; nessuno, in questi tempi di crudele e destabilizzante protagonismo, appare immerso nelle trasformazioni della vita pubblica come Ripa. In nemmeno quattro anni egli ha vinto e perso elezioni, abbandonato tavoli, adottato 110 cani e 30 gatti (a Monterotondo), litigato più volte con Sgarbi, accusato Martelli, riconosciuto una figlia «segreta», riabilitato Craxi, organizzato feste con menù vegetariano. A tratti, è parso l'interprete di Di Pietro, ha paragonato Prodi all'Enea del Metastasio, ha esibito i cagnolini in tv, ha bruciato Chirac in effige, ha rotto di nuovo con la figlia ritrovata, ha provincia di napoli Avviso pubblico COMUNE DI VILLA LITERNO PROVINCIA DI CASERTA piazza g. marconi - telef. 081 -8928843 •telefax 081/8929024 Estratto di avviso di gara In esecuzione della delibera di G.M.N. 407 del 26-09-1996 è indetta una gara di appalto per l'esecuzione dei lavori di completamento della rete Idrica comunale L 67/83, per un importo a base d'appalto di L. 1.034.288.760, oltre Iva. La gara sarà esperita al sensi dell'art. 21 della Legge 109-94, come modificata dal D.L. n. 10195, coordinato con la Legge di conversione 216-95 e cioè con il criterio del massimo ribasso sull'importo delle opere a corpo posto a base di appalto, ai sensi dell'art. 1 Leti. A) della Legge 02 febbraio 1973 n. 14. Le ditte interessate in possesso dei requisiti richiesti dovranno far pervenire esclusivamente a mezzo raccomandata postale, entro le ore 14, del ventesimo giorno dalla pubblicazione del presente, domanda di invito redatta In lingua italiana su carta bollata ed Indirizzata all'Amministrazione Comunale. L'avviso di gara integrale è stato pubblicato sul B.U.R.C. in data 07-10-1996 ed all'albo pretorlo del Comune in data 0710-1996 Villa Literno, 07 ottobre 1996. il sindaco Dott. Vincenzo Tavoletta LAZZO avuto un confronto giudiziario all'americana a Brescia con Amato, s'è fatto corteggiare da Berlusca e infine, non senza aver affidato preziose valutazioni sul merolone, s'è fatto rieleggere dai suoi. Per poi dimettersi, o suppergiù. «Dovere compiuto», scrive oggi in questa specie di testamento valido anche come piattaforma per una nuova stagione roditoria. Sotto la sua guida di illuminato capocespuglio la funzione di portavoce s'è come dissolta nella pura finzione, la colorita irrilevanza dei Verdi raggiungendo punte di modernissima virtualità. Non solo, ma quel che di reale, di fisico e di concreto che restava impresso sui media si deve alla moglie, di Ripa: Marina, «mie sole - come l'ha chiamata una volta - e mia acqua del Giordano». Così, sotto gli sguardi sempre meno sorpresi dei Verdi, ella ha messo su un 144, ha divulgato gli insulti di Occhetto e i sacri rituali di Hammamet, ha litigato due volte con la Marzotto, ha spedito fax al pool Mani Pulite, scritto il suo quarto volume autobiografico e tentato di evirare il vice-Gabibbo, senza contare l'ipnosi di Giucas Casella. Però, siccome non bastava, ha anche scalato Palazzo Farnese senza mutande, chiesto a Fini di portarla in Cina come ambasciatrice Ifaw, e mostrato, sempre per animalismo militante, un enorme, forse posticcio pelo pubico tipo «moquettone». E così, con un po' di fantasia insieme politica e coniugale, forse solo lei potrebbe fare la portavoce. Sarebbe davvero un gesto - si dice in questi casi - di onestà e di coraggio. CITTA' DI SAN SALVATORE MONFERRATO