Accolto dal Presidente, Giovanni Paolo II è apparso molto stanco al momento del ricovero Il saluto di Scalfaro al Papa sofferente

Accolto dal Presidente, Giovanni Paolo II è apparso molto stanco al momento del ricovero Accolto dal Presidente, Giovanni Paolo II è apparso molto stanco al momento del ricovero Il saluto di ScaHaro al Pupa safferente Wojtyla: «Pregateper la mia operazione» sapendo di poter contare sulla loro spirituale solidarietà». Ha aggiunto qualche parola di affidamento alla Madonna; e - altro segno di emozione - ha inciampato su una parola. Poche parole, salutate da un lungo applauso della folla. Se le aspettavano i fedeli e d'altronde già nel 1992 Giovanni Paolo II diede l'annuncio che si sarebbe ricoverato al Gemelli per un intervento al colon (l'estirpazione di un tumore benigno). Fra le altre innovazioni apportate dal suo regno all'immagine tradizionale del Pontefice, Wojtyla ha portato un rapporto più trasparente con il dolore. Non nasconde quando soffre, e non intende nascondere i suoi problemi di salute, contro i pur ben intenzionati veli curiali. Malato o non malato - e probabilmente non sta così male come lo dipingono alcuni suoi avversari all'interno della Chiesa - ieri Giovanni Paolo II non si è concesso tregue. Primo e più pesante impegno proprio la messa di beatificazione, che il Papa ha considerato fra i suoi im¬ ON ce la fa nemmeno a tirarsi su. Papa Giovanni Paolo II arriva alle 20,40 al Policlinico Gemelli di Roma. E' atteso sulla porta dai medici, dal cardinal Sodano, dal rettore Adriano Bausola e dal presidente Oscar Luigi Scalfaro. Con loro c'è anche Marianna, con un bouquet di fiori bianchi in mano, il volto compunto, ad accogliere il Papa. E' la prima volta che accade. Mai fino a ieri il Presidente della Repubblica era andato ad aspettare il Papa sulla porta della clinica. Segno della gravità del momento. Arriva il Papa, dunque, dopo giorni di attesa. Il Gemelli è in fibrillazione da ore. C'è nervosismo tra la gente, donne per lo più, e suore, che lo aspettano pazienti dal primo pomeriggio. Il Papa arriva a sera. E subito un'ondata di gelo attraversa tutti, pubblico e giornalisti in attesa, quando la vecchia Mercedes nera si ferma davanti alla vetrata del Policlinico. Scoperchiano l'auto, e il Papa, vecchio atleta, non ce la fa quasi ad alzarsi. E' uno sforzo infinito, lunghissimo, estenuante, quello che gli occorre per alzarsi sul suo posto e impartire la benedizione. E' un attimo. Poi la gente comincia a urlare: «Per il Papa vita! Vita! Vita!». Molti applaudono. Qualcuno piange. Giovanni Paolo II scende e accenna qualche passo verso la prima fila di uomini e donne che hanno combattuto per ore contro la stanchezza pur di non farsi scalzare. Ma non ce la fa. Un passo, un altro. Poi rinuncia, si accontenta di salutare con un gesto piccolo della mano destra. La sinistra, quella che visibilmente gli trema, la tiene stretta a pugno. Il braccio abbandonato lungo il fianco. Poi finalmente entra. Altro applauso di quelli che sono stipati nella hall. Il primo a farglisi incontro è Scalfaro. Un saluto leggero, timido. Anche Marianna, che gli è vicino, si vede che. lotta per trattenere le lacrime. E anche qui, prima di salire all'appartamento che lo aspetta al decimo piano, il Pontefice azzarda un saluto verso la folla. A fatica abbozza la benedizione, senza alzare troppo il braccio, e con la mano semichiusa. Gli si legge la sofferenza in volto. L'abito bianco lo fa apparire ancor più segnato. Gli occhi sono semi- Domani l'intervento Il Vaticano sulle voci intorno alla malattia «E' fantamedicina» chiusi, si appoggia ad un bancone proprio nel mezzo della sala, fa dietrofront. E' a questo punto che accorrono i medici, due camici bianchi, il dottor Renato Buzzonetti, l'archiatra pontificio e il dottor Francesco Crucitti, il chirurgo che l'ha già operato in tre occasioni e che domani mattina interverrà per la quarta volta. Salgono verso il deci¬ UN CAPO DISTATO COME PAZIENTE QROMA UANDO va al Pohclinico Gemelli, il Papa è un Capo di Stato in visita all'estero, anche se si tratta dell'Italia. L'ospedale che sorge a ridosso di Monte Mario, nella zona Nord di Roma, è infatti territorio italiano e non proprietà del Vaticano come ad esempio il Bambino Gesù, l'ospedale pediatrico situato sul Gianicolo a poche centinaia di metri da piazza San Pietro. Come Capo di Stato, il Papa viene ricevuto dai rappresentanti del governo italiano, come accade per i viaggi in Italia e naturalmente per quelli extra-italiam. All'interno del Policlinico Gemelli il cerimoniale prevede una serie di procedure particolari per ricevere gli ambasciatori rappresentanti dei rispettivi Stati presso la Santa Sede e che in ossequio al protocollo già dai prossimi giorni arriveranno ad informarsi sullo stato di salute del Pontefice. Nei precedenti ricoveri per interventi pegni più importanti dell'autunno: e si può dire che proprio la cerimonia di ieri ha condizionato le sue decisioni in materia di ricovero. Se non fosse stata in calendario, il Papa sarebbe entrato al Gemelli al ritorno dal viaggio in Francia, a fine settembre. Sedici nuovi beati sono stati elevati dal Pontefice agli onori dell'altare nel corso di una cerimonia che è durata oltre due ore e mezzo. E fra questi non si può non pensare che fossero particolarmente cari al cuore di Giovanni Paolo II 13 martiri di Pratulin, una cittadina della Polonia. Poi c'è stato l'Angelus e Giovanni Paolo II ha pregato (uno dei beati è irlandese) «affinché il popolo irlandese si lasci alle spalle tensioni e conflitti. Niente è perduto con la pace, tutto è perduto con la violenza». La beatificazione ha richiamato a Roma molti pellegrini polacchi e nel pomeriggio il Pontefice ha salutato alcuni gruppi di connazionali, poco prima del ricovero. Oggi dovrebbero essere compiute le analisi di rito in vista dell'operazione, prevista, con ogni probabilità, domani mattina. L'intervento per l'asportazione dell'appendice avverrà secondo la tecnica tradizionale e non con una laparoscopia, secondo quanto hanno reso noto i medici del Gemelli: al Papa sarà nuovamente tagliato l'addome e sarà la terza volta dopo l'attentato dell'81 e l'asportazione di un tumore nel '92. Marco Tosarti mo piano, dunque. L'appartamento papale, ormai si sa, è composto di 10 stanze, cinque per lato con un corridoio nel mezzo. Qualche minuto prima del suo arrivo, s'era vista una luce accendersi in quella che dovrebbe essere la stanza del Papa. Ma le persiane sono rimaste abbassate. E così resteranno per tutto il tempo della degenza. Si apriranno solo Giovanni Paolo II ieri mattina in piazza San Pietro e, a sinistra, all'arrivo al Policlinico Geme'li ■ IL SALUTO Al FEDELI "Questa sera entrerò in ospedale per sottopormi a un intervento chirurgico. Nel chiedervi di accompagnarmi con la vostra preghiera, rivolgo un cordiale saluto a quanti sono ricoverati negli ospedali e nelle case di cura, sapendo di poter contare sulla loro spirituale solidarietà. Su tulli vegli premurosa la Vergine Maria. "Il Dio della pace è certamente con i nuovi head che ogi>i contempliamo nella gloria del Paradiso. Il Dio della pace sarà anche con noi. se imiteremo il loro esempio e la loro coraggiosa fedeltà». Il chirurgo Francesco Crucitti

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