Riferme, le due facce di Berlusconi«Al Tg1 appoggia la Costituente al tg5 la Bicamerale»

Riferme/ le due facce di Berlusconi Riferme/ le due facce di Berlusconi Al Tgl appoggia la Costituente, al Tg$ la Bicamerale ROMA. Ora tutti attendono la risposta di Silvio Berlusconi. Accetterà di guidare la commissione per le riforme come vice di D'Alema, come ha proposto Giuliano Urbani di Forza Italia? Oppure, chiederà per se stesso la carica di presidente della Bicamerale, come lo spinge a fare Francesco Cossiga? Incerto e inquieto, il capo del Polo ieri sera è apparso in tv come Giano bifronte. AJ tgl ha dato l'impressione di avere ormai seppellito la Bicamerale puntando alla costituente. Al tg5, invece, ha spiegato che si batterà «lealmente nella Bicamerale». Pessimista sulla tv pubblica, possibilista su quella privata, di cui è proprietario. E, forse, bisogna tener conto anche di questo dettaglio nel valutare il peso dei due messaggi, apparentemente inconciliabili. Al tgl il Berlusconi pessimista ha detto che la costituente è «il modo unico» per realizzare le riforme aggiungendo che «sono pessimista in partenza. Mi sembra difficile che la Bicamerale possa approdare a qualche risultato utile». E, comunque, non ha detto che Raffaella Silipo gli sembra impossibile. Il dialogo con Massimo D'Alema continua. Si sta giocando tra i due la partita decisiva per il destino delle riforme. Partita delicata, nella quale conta molto la rinnovata voglia di Berlusconi di non lasciarsi «pensionare» dai suoi. Compiuti i sessanta anni, il presidente di Forza Italia pare deciso a scrollarsi di dosso l'etichetta di industriale prestato alla politica. Vuole rimanere in campo nella squadra dei professionisti e non desidera affatto essere sostituito da Cossiga, come sperano Casini e Buttiglione. Così, anche le parole dette al tgl, che potrebbero sembrare di chiusura, contengono un cifrato appello al dirimpettaio D'Alema. Quando Berlusconi mette in dubbio che la maggioranza dell'Ulivo possa trovare l'accordo sulle riforme «essendo così divisa su tutto ed essendo ormai guidata dall'ala estremista di Rifondazione comunista, che si è unita ai verdi e alla sinistra del Ppi», sta chiedendo a D'Alema di dimostrare la sua libertà di manovra da Bertinotti. E se D'Alema è libero, deve trovare il modo di farmi entrare nella Bicamerale senza che il mio elettorato lo consideri una sconfitta, è il sottinteso ragionamento di Berlusconi. Altrimenti, non se ne parla. Il capo del Polo non chiede per se la presidenza della Bicamerale, visto che è stato proprio il suo Urbani ad offrirla a D'Alema. Ma ecco che si mette di mezzo Cossiga a complicare le cose, perché vuole costringerlo proprio a questo passo. «Se D'Alema vuole lasciare Prodi come capo del governo, deve cedere la presidenza della Bicamerale a Berlusconi - è l'interpretazione del pensiero di Cossiga che dà Francesco D'Onofrio, "cossighiano" doc -. D'Alema e Berlusconi debbono risultare alla pari». Messa così, è una mossa per rendere impossibile una qualsiasi intesa tra Berlusconi e D'Alema. Ora, mentre si profila uno scontro con Cossiga, il capo del Polo conta le truppe che gli rimangono fedeli. Cdu e Ccd hanno già portato in trionfo Cossiga gridandogli: «Francesco, salvaci tu». Ma Fini con chi

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