Ieri sera il ricovero al Policlinico Gemelli, domani l'intervento Il Papa: «Pregate per me» di Ferdinando Camon

Ieri sera il ricovero al Policlinico Gemelli, domani l'intervento Ieri sera il ricovero al Policlinico Gemelli, domani l'intervento Il Papa: «Pregate per me» E Scattavo lo accoglie in ospedale QUELLA MANO TREMANTE Il Papa entra al Gemelli accolto dal pres ROMA. Ore 20 e 40: il Papa arriva al Policlinico Gemelli di Roma. E' atteso sulla porta dai medici, dal cardinal Angelo Sodano, dal rettore Adriano Bausola e dal presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro. Con loro c'è anche Marianna Scalfaro, con un bouquet di fiori bianchi in mano, ad accogliere Giovanni Paolo II. E' la prima volta che accade: mai fino a ieri il Presidente della Repubblica era andato ad aspettare il Papa sulla porta della clinica. Segno della gravità del momento. Prima di prendere l'ascensore, Giovanni Paolo II si è fermato per qualche minuto a parlare con i malati nell'atrio del Policlinico. Poi è salito al decimo piano dove trascorrerà la sua degenza, e la folla che gremiva l'atrio si è dissolta. Appariva stanco, quasi esausto, dopo una giornata intensissima, cominciata in Piazza San Pietro, quando, emozionato, ha chiesto le preghiere di tutti per accompagnarlo nell'operazione imminente, che subirà domani. Grignetti, Tornasi e Tosatti A PAG. 3 IERI la mano sinistra gli tremava più del solito, e il Papa, per fermarla, l'ha ritirata e poggiata sul bracciuolo. Tutti la fissavano. Quel tremito alla mano è (forse è questa l'intenzione della malattia) un richiamo. Quando la mano tiene un foglio, il foglio vibra come una farfalla. Congiunta alla mano destra per la preghiera, la mano sinistra fa tremare anche la destra. Il cervello del Papa non comanda quella mano. La mano disobbedisce. Può darsi che il ricovero, l'esplorazione interna, l'intervento chirurgico vedano e spieghino. Può darsi che ce lo dicano e può darsi di no. Il corpo del Papa è un mistero, noi non dovremmo saperne niente. Ma con questo Papa il mistero comincia a squarciarsi, e noi vediamo. Vediamo che c'è un rapporto tra il tremito del Papa e la sua funzione: quando il Papa annunciò che non sarebbe più andato a Sarajevo (temeva una strage, provocata dalla sua presenza), non sapevamo ancora che avesse questo tremito funzionale o organico, ma nel momento in cui comunicava la rinuncia al viaggio il foglio cominciò ad agitarsi come se un'onda di ribellione scorresse dal corpo sulla carta: scandiva la frase a pezzettini, alzando gli occhi azzurri, luccicanti. In quel momento abbiamo creduto a un urto psichico, che scuoteva il corpo. Non pensammo a una origine somatica del male. La mano che si mette a tremare nei momenti di maggior tensione, quando più dovrebbe star ferma, ha fatto sospettare un «tremito intenzionale», che è un disturbo noto agli scrittori, ai chirurghi, agli attori, e che è entrato nelle cronache recenti con l'incoronazione di Alberto II, successore di Baldovino. Alberto era conosciuto come una persona idente della Repubblica, Scalfaro Ferdinando Camon CONTINUA A PAG. 6 PRIMA COLONNA di mira a un posto di blocco

Luoghi citati: Roma, Sarajevo