«Isa aveva l'incubo di essere brutta» di Carlo BolognaPierangelo Sapegno

Verbania, «ci siamo parlate prima che entrasse in coma, aveva la febbre, mi disse di stare tranquilla» Verbania, «ci siamo parlate prima che entrasse in coma, aveva la febbre, mi disse di stare tranquilla» «Isa aveva l'incubo di essere brutta» L'amica della ragazza anoressica: delusa anche dall'amore aprire un salone di bellezza. Adesso, però, era importante soltanto finire l'anno al Galois, il nostro liceo scientifico». Ad Arezzo era stata accompagnata dalla madre Giovanna che ricorda: «Lei era minorenne, siamo state là insieme sei giorni. Speravo che la mia Isa vedesse che le ragazze che sognano questa carriera sono normalissime, non occorre essere né bellissime GARDA (Verona) «Aveva frequentato un corso da fotomodella ma sognava la laurea» non se l'è sentita di andare nella piccola chiesa di Caprezzo per l'ultimo saluto all'amica del cuore. «Due settimane fa - dice - mi domandò se sarei andata al suo funerale. Stava scherzando. Le dissi di no, perché doveva vivere e tornare a star bene. Mi rispose che non si sarebbe offesa». Nella testa le ronzano ancora le parole di martedì. L'ultima telefonata di Isa. Quando la cornet¬ né magrissime. Doveva essere una lezione di vita. Anche perché a lei non interessava sfilare in passerella. Lei voleva fare quel corso, dal quale era passata anche Valeria Marini, convinta che le sarebbe servito per fare degli spot televisivi. Sua cugina era comparsa nella pubblicità della merendina Fiesta, era quella vestita di tulle, graziosissima». Marianna, l'altro pomeriggio, ta si è abbassata erano le 16 e 30. Mezz'ora prima della disperata corsa all'ospedale di Pallanza. Racconta Marianna, che abita ad Omegna: «Martedì ci siamo sentite, come tutti i giorni. Ha chiamato per spiegarmi che non era venuta a scuola perché non si sentiva bene, aveva qualche linea di febbre e dolore al petto. Mi aveva tranquillizzata dicendomi che da piccolina le avevano sco- Da sinistra, Isabella Barbini e il padre Sotto, la sorella e la madre [FOTO DE SORDI] La mamma: l'abbiamo accompagnata ad Arezzo perché vedesse che le ragazze che cercano di fare le modelle sono normali e non magrissime perto un soffio al cuore, niente di grave. Ha detto che aveva cambiato psicologo ma era come tutti gli altri, le faceva le stesse domande: vai d'accordo con i tuoi? Problemi a scuola? Hai avuto delusioni d'amore?». Sì, il cuore di Isabella era ferito anche per amore. La madre lo sa: «A 16 anni, una storia finita male. Ripeteva: "Non troverò mai un altro come lui"». Isa affidava le proprie confidenze a Marianna, alla madre Giovanna e alla sorella Daniela che ora si prenderà cura di «Zampa», il coniglietto di casa. Il diario lo aveva abbandonato a 15 anni. «Non l'ho mai letto - dice la madre anche se non le dava fastidio. Non ci sarei comunque riuscita perché usava una calligrafia incomprensibile». Incomprensibile come la ragione che l'aveva portata, ormai da quattro anni, a rimettere tutto quello che mangiava. Non usciva più nemmemo per la pizza con gli amici. E poi c'erano i giudizi della gente. «Se riceveva cento apprezzamenti positivi - ricorda ancora la madre - e uno negativo tornava a casa e piangeva. C'è stato un tempo che era osser.sionata perché sosteneva di avere le gambe da calciatore. Non era vero. Isa era bella. L'unica cosa che le piaceva del suo corpo, forse, erano i piedini. Adorava farseli massaggiare». Ieri Marianna è tornata a scuola. Si è arrabbiata: il banco di Isa non c'è più. Con i compagni hanno parlato di anoressia. «C'è un progetto per parlare di questi problemi con specialisti dice il vicepreside Giancarlo Martini -. Nel frattempo è importante costruire relazioni autentiche, oltre la vita scolastica». «Speriamo - si augura Danilo, il padre di Isa - che il nostro caso aiuti altri genitori a intervenire in tempo per salvare i loro figli». nelle camere, nelle salo per i gruppi, nella stanza dei giochi. Però, quando è nato, questo posto era diverso. Riccardo Dalie Grave racconta che «a quei tempi si facevano le flebo, e si nutrivano così le pazienti». Solo da 4, 5 anni si è cambiato. E c'è questa tavolata dove si trovano tutte con Annamaria Zeni, la dietista. Quando hanno finito a volte vanno dalla caposala, Emanuela Bauce, con l'angoscia del peso e del vomito. Poi, fanno sedute di terapia coiporea, «per imparare a toccare le parti del loro corpo e a conoscere i significati dei movimenti», sedute di fitness; e psicologia di gruppo, e gruppi di assertivita, «per acquisire stima in se stesse», e di educazione sessuale. Ci sono puro i corsi per i genitori, perché quasi sempre anche loro ne hanno bisogno. Le sale di psicologia hanno sedie disposte a circo, una tv, la musica e uno specchio unidirezionale. Dopo i primi tre mesi, le ragazze si cercano ima casa fuori e continuano a venire solo di giorno per ultimare i corsi. Imparano a cucinare e a mangiare quello che si preparano. E' l'ultima fase, quando si comincia a riamare il cibo. Allora, se si è arrivati alla fine, dicono che si torna normali. E questa ragazza biondissima tornerà come nella foto e non avrà paura di sorridere. Monica è già arrivata qui. Elsa ci arriverà. C'è sempre una musica di sottofondo, e c'è sempre una canzone, «questa notte d'Italia che viene a darci fiato». E quando se ne andrà il dolore, dice Elena, «non avremo paura di ricordarlo». E' il coraggio delle donne. Riccardo Dalle Grave ta ha lasciato un numero di telefono, un indirizzo, anche una poesia. Ce n'è una per Ayrton Senna, che era «sensibile e spensierato», come tutte le ragazzine sognano che siano tutti gli uomini che incontrano. Ovviamente, sognano. C'è anche II Padre nostro rifatto scherzosamente: «Dalle nostro che sei nei cieli sia santificato il tuo programma». Dalle è Riccardo Dalle Grave, il primario che ha aperto questo reparto nell'88. «E non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal grasso. Amen». Di Michele, invece, non c'è proprio niente. Anche di Monica non c'è niente. Lei se ne andrà domani, e questo è il suo ultimo giorno di cinque mesi. Elena se ne andrà fra due settimane. Loro hanno un sorriso che Elsa non conosce ancora. Dice Elsa che la parte piii difficile dev'essere all'inizio. E lei ci è in mezzo, perché è arrivata qui da appena 15 giorni. Nel primo mese non puoi chiamare casa, «perché devi staccarti, mi hanno detto». Allora, Elsa passa da una sala all'altra a cercare un po' di pace, ascoltando la musica. La musica è dappertutto, Carlo Bologna Pierangelo Sapegno

Persone citate: Annamaria Zeni, Ayrton Senna, De Sordi, Di Michele, Emanuela Bauce, Galois, Giancarlo Martini, Isabella Barbini, Valeria Marini

Luoghi citati: Arezzo, Italia, Omegna, Verbania, Verona