L'ATTACCO DELLA LEGA ALLA MANOVRA

«Ma nessuno pensi che il governo possa restare intoccabile» «Ma nessuno pensi che il governo possa restare intoccabile» ROMA. «Abbasso la Bicamerale! Viva la Costituente! Evviva Francesco!». Torna in campo Francesco Cossiga, ex Presidente della Repubblica con i sassolini nelle scarpe, e il centro-destra esulta perché ha ritrovato il suo nuovo «leader naturale». 0 così almeno pare usila grande sala dell'Hotel Parco dei Principi, dove l'assemblea dei Cobac - i comitati di base voluti da Manotto Segni per promuovere la Costituente - accoglie Cossiga con un'ovazione anche un po' liberatoria. Cosa propone l'ex Presidente per uscire dal pantano delle riforme? Innanzitutto il suo vecchio cavallo di battaglia, la Costituente, che dovrà far nascere «uri nuovo patto nazionale stipulato da tutti per riscoprire le ragioni per le quali siamo una nazione». Ma Cossiga non si ferma lì. Non si vuole arrivare alla Costituente? Allora vada per una Bicamerale, purché sia concepita come una sorta di Comitato di salute pubblica guidato dai maggiori leader politici del Paese. E' l'idea che si è fatta strada negli ultimi giorni: Massimo D'Alema presidente della Bicamerale, con Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini vice-presidenti. «Ho sempre preferito Robespierre a Bonaparte», spiega Cossiga. «Se coloro che hanno la più larga responsabilità nel governo della Repubblica ritengono che sia il momento di andare a comporre ima Commissione, allora vuol dire che chi guida il Paese prende atto che c'è un'emergenza nazionale. Una Bicamerale presieduta da D'Alema con vice Berlusconi e Fini non è più una Bicamerale: è, appunto, un Co- L'ATTACCO DELLA LEGA ALLA MANOVRA SMILANO IGNORI, dice Giancarlo Pagliarini, «qui si meridionalizza tutto tranne le tasse!». E dunque, aggiunge Roberto Maroni, non resta che prepararsi al peggio. «Ostruzionismo totale e resistenza fiscale». Pagliarini, con la sua pignoleria da revisore dei conti, agita una tabella di numeri, voci e titolo: «La manovra misteriosa del governo Prodi». Conclusione: «In soldoni, questa manovra se fatta veramente genererà disordini sociali. Se invece hanno in mente di fare solo dei giochi contabili allora Ciampi ha fatto male a dire a mezzo mondo che adesso in Italia si fanno cose serie». Comunque vada, per Maroni, Pagliarini e il «Governo provvisorio della Padania», è in arrivo «l'Iradiddio». Unica soluzione la separazione, Padania libera di entrare in Europa. «Signori - spiega Pagliarini - ma lo sapete che dei 62 mila 500 miliardi previsti dalla manovra finanziaria il 10 per cento sono nuove tasse, l'I minori spese e l'89 mistero?». Su questo mistero, appunto, nella sede della Lega vanno giù sul pesante: «L'area del mistero vale 55 mila 635 miliardi. Sono tasse di cui ancora non si sa nulla!». Maroni: «Per questo inviteremo tutti i parlamentari della Padania all'ostruzionismo totale». Tutti i parlamentari, anche quelli eletti nell'Ulivo e nel Polo. «Perché secondo noi - è ancora Pagliarini - con questa manovra non si rientra nemmeno nei parametri di Maastricht. Se non entriamo in Europa sarà una tragedia, ma se entriamo con questo Stato sarà tragedia doppia e le nostre aziende saranno costrette a chiudere. E allora, senza parlare di egoismo o razzismo come fanno gli sciocchi, mettiamo mano alla separazione consensuale del Paese. Prodi e Scalfaro sappiano che il Sud avrà comunque solidarietà dal Nord, ma sappiano anche che il federalismo condannerebbe a morte il Sud». Organizzare la resistenza fiscale in Padania, organizzare l'ostruzionismo totale in Parlamento. Alla conferenza stampa Bossi non si fa vedere. «E' del governo provvisorio, io non c'entro, io sono della Lega», manda a dire. Ha ripreso i suoi comizi, uno a sera, e l'acceleratore è sempre sulla Padania indipendente. A Roma l'aspettavano giovedì. Ma quando ha saputo che la finanziaria sarebbe stata illustrata da Ciampi, e non da Prodi, ha disdetto la trasferta. La sua trattativa romana è rinviata e l'annunciato ostruzionismo totale, nei suoi

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