Cossiga: referendum costituente di Sergio Romano
L'ex presidente acclamato da Segni e dai ecd: è il vero leader del nuovo Centro L'ex presidente acclamato da Segni e dai ecd: è il vero leader del nuovo Centro Cossiga: referendum costituente Forza Italia, sulle riforme D'Alema faccia un passo ASPETTANDO IL DE GAULLE ITALIANO c j E' una disperata voglia di un leader alternativo, nella destra, malgrado le rivendicazioni di Silvio Berlusconi. Ma potrebbe davvero essere Francesco Cossiga, questo leader? Se si risponde di sì, l'ex Presidente della Repubblica sarebbe un magnifico caso di uomo che viene dal passato, scivola anonimamente nel presente e si proietta gloriosamente nel futuro. Per il Polo l'idea è affascinante: mettere in gioco il picconatore della Prima Repubblica per costruire fondamenta e muri maestri della Seconda è un progetto pressoché irresistibile, come si è visto ieri, con le ovazioni a scena aperta durante l'assemblea dei Comitati per l'Assemblea costituente. Finanziaria, il governo cerca nuove strade Casa, stop al caro estimi ma lei fino ai 7 per mille Toccherà ai Comuni compensare il gettito Micheli: niente Eurotassa per i ceti deboli I Berlusconi ricusa il giudice: ce l'ha con me La Spezia, Pacini tre ore sotto torchio sul traffico d'armi P I A ~1 "1 NI DALL'INIZIO della settimana, grazie all'incontro organizzato da Liberal, e soprattutto da ieri, dopo il convegno dei Cobac di Mario Segni, la partita politica italiana si è allargata a un nuovo giocatore. Non so se Francesco Cossiga abbia l'autorità, il consenso, la costanza e la tenuta psicologica per recitare, in circostanze diverse, la parte che de Gaulle ebbe in Francia durante la crisi algerina del maggio 1958. Ma nel panorama politico italiano è l'unico che gli assomigli, l'unico che abbia il brio, l'indipendenza e la spregiudicatezza necessari per rompere il circolo vizioso dei veti incrociati che paralizzano da quattro anni l'Italia. Come de Gaulle ha avuto il merito di ricordare continuamente ai suoi concittadini che la crisi è costituzionale, non politica, e può essere risolta soltanto con un grande scatto di volontà nazionale. E come de Gaulle attenderà probàbilmente che le responsabilità del potere gli vengano trasmesse con un mandato forte dall'evidente impotenza dei partiti politici. Non è certo che accada. Ma sarà difficile, d'ora in poi, ignorare la sua presenza in fondo alla tavola. Proviamo quindi, aspettando Cossiga, a decifrare le posizioni dei maggiori leader sul problema delle riforme costituzionali. Massimo D'Alema è convinto che il Paese abbia bisogno di un nuovo sistema politico. E' il leader del partito di maggioranza , relativa, ha vinto le elezioni, ha dato ai suoi alleati tutto ciò di cui avevano bisogno per la campagna elettorale. Ma non può governare e assiste impotente da qualche settimana alla tattica di un presidente del Consiglio che si appoggia, per arroccarsi a Palazzo Chigi, sul più serio avversario del pds. Scavalcato a sinistra dal- Sergio Romano CONTINUA A PAG. 14 PRIMA COLONNA Usa, gran successo d ROMA. «Più che una Bicamerale sarebbe un comitato di salute pubblica». Così l'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga commenta l'ipotesi di Massimo D'Alema presidente e di Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini vicepresidenti della commissione Bicamerale per le riforme. Il senatore a vita sostiene che la Bicamerale presieduta dai principali leader politici significherebbe «uno stato d'emergenza». «Ho sempre preferito Robespierre a Bonaparte», aggiunge. E avanza la sua proposta, un referendum popolare per scegliere lo strumento più adeguato per fare le riforme: assemblea Costituente o commissione Bicamerale. L'ex capo dello Stato, intanto, viene acclamato da Segni e dai ecd: è lui il vero leader del nuovo Centro, dicono. Ma sulle riforme, Silvio Berlusconi resta possibilista: D'Alema faccia un passo - dice - e noi ci pronunceremo. Cerniti, Corazza, di Robilant Meli e Squillante ALLE PAG. 2,3 E 4 ROMA. L'aumento delle rendite catastali potrebbe sparire dalla Finanziaria e, in alternativa, i Comuni avrebbero la possibilità di alzare fino al 7 per mille l'aliquota massima dell'Ici. E' questa la principale novità contenuta in un emendamento al disegno di legge collegato alla Finanziaria, un compromesso che dovrebbe dare ai Comuni la possibilità di compensare l'ammanco di gettito pari a circa 1500 miliardi di maggiori introiti per il '97, aumentando fino ad un solo punto percentuale l'aliquota lei. Al tempo stesso il provvedimento, anticipato dal sindaco di Venezia Massimo Cacciari, è una piccola rivoluzione all'interno del sistema complicato, farraginoso e in via di modifica degli estimi catastali. Intorno a metà mese, poi, dovrebbero chiarirsi anche i termini della tassa per l'Europa: il sottosegretario alla Presidenza, Enrico Micheli, ha promesso che, comunque, la tassa «non graverà sui ceti più deboli» . Amabile A PAG. 21 LA PARTITA DECISIVA CACCIARI E CASTELLANI
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