Sanremo «tregua» fra i due sindaci
Si aftende la decisione del ministero Si aftende la decisione del ministero Sanremo, «tregua» fra i due sindaci SANREMO. C'è il sindaco federalista, seguace pentito di Bossi, esautorato prima e riabilitato ora; e quello del Polo, fedelissimo di' Berlusconi, in carica da appena 10 mesi, che non ne vuole sapere di lasciare il Palazzo. Entrambi sono stati eletti dal popolo, ma solo imo può governare. Già, ma chi? Davide Oddo o Giovenale Bottini? E' il rebus che assilla e disorienta i sanremesi, dopo la clamorosa sentenza del Tar ligure che ha definito illegittimo lo scioglimento del Consiglio comunale decretato dal Presidente della Repubblica nella primavera del '95. Un verdetto che fa giurisprudenza e segna un nuovo primato per la città, spesso in prima pagina per Festival e scandali, casinò e fiori. Sanremo ieri si è svegliata con due sindaci, due Consigli, due giunte e tanti interrogativi. A chi devono essere indirizzate le istanze dei cittadini? Chi firmerà gli atti amministrativi e rappresenterà ufficialmente Sanremo? In Comune la giornata è stata segnata da febbrili consultazioni e richieste di autorevoli pareri. Oddo, 42 anni, avvocato, eletto nel '93 sotto le insegne della Lega e adesso leader di una lista civica federalista, si sente titolare della carica a tutti gli effetti. Il Tar ha accolto le sue tesi, stabilendo che per far decadere il Consiglio comunale non è sufficiente che la maggioranza dei membri rimetta il proprio mandato (come accaduto un anno e mezzo fa). I dimissionari, infatti, devono essere surrogati. Un principio fissato di recente dal Consiglio di Stato. «Per ora sono un sindaco "congelato", ma ho intenzione di far valere i miei diritti fino in fondo. Solo così si potrà rimediare a un'ingiustizia», dice Oddo, Davide Oddo che ieri è passato all'attacco chiedendo al segretario generale la convocazione del vecchio Consiglio («l'unico che io riconosca»). In teoria, potrebbe firmare ordinanze, convocare la «sua» giunta e deliberare. Ma non vuole forzare troppo la situazione. Preferisce attendere le mosse del prefetto Emilio D'Acunto (ieri ha ricevuto i due sindaci) e, soprattutto, del ministero dell'Interno. Bottini, 55 anni, medico, tessera di Forza Italia, eletto nel dicembre '95, non si sente affatto con le valigie in mano: «Il prefetto mi ha detto di considerarmi sindaco a tutti gli effetti, aggiungendo che il- Viminale si rivolgerà probabilmente all'Avvocatura di Stato per chiedere la sospensiva della sentenza del Tar. Spero che questa storia finisca presto, perché la città ha troppi problemi e non può permettersi altri stop». Poi, a muso duro: «Se dovessi andarmene farò causa, chiederò i danni». Intanto Oddo strizza l'occhio alla Lega e allarga il campo ad altre forze, per non farsi trovare La sua amministrazione era caduta dopo 500 giorni per ima spaccatura in seno al Carroccio. Per tornare a governare dovrebbe assicurarsi una nuova maggioranza, anche perché lo scenario politico è profondamente cambiato. «Chi esce dalla Lega non rientra più», fanno sapere gli uomini di Bossi, che, tuttavia, lasciano la porta aperta a un'eventuale trattativa. E se alla fine fossero indette nuove elezioni? Sarebbe un'altra sconfìtta per la città, con il casinò perennemente commissariato, importanti opere pubbliche bloccate, un Festival da portare avanti senza intoppi amministrativi. impreparato. Gianni Mica
Persone citate: Berlusconi, Bossi, Davide Oddo, Emilio D'acunto, Giovenale Bottini, Oddo
Luoghi citati: Sanremo
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