«Danesi potrebbe uccidersi» di Giovanni Bianconi

«Danesi potrebbe uccidersi» «Danesi potrebbe uccidersi» 7/ suo legale: un accanimento non volerlo rimandare a casa ROMA. L'avvocato Alessandro Cassiani sta tornando in macchina da La Spezia, dove stamane ha incontrato, in carcere, Emo Danesi. Avvocato, è vero che il suo cliente minaccia il suicidio? «E' vero che la perizia medica che abbiamo depositato parla di possibili manifestazioni di autolesionismo. Ed è vero che Danesi è una persona totalmente diversa da quella entrata in carcere venti giorni fa. E' dimagrito, ha subito un'involuzione tremenda, e ogni tanto dice anche "io qui non ci resisto", "se non mi fanno uscire mi ammazzo". Il problema è la disparità con altri indagati». Cioè? (A due indagati sono stati concessi gli arresti domiciliari, perché non concederli anche a Danesi?». In realtà restano in carcere anche Necci, Pacini Battaglia e la sua segretaria. Emo Danesi «Sì, però per Danesi entrano in gioco le condizioni di salute. In questa situazione, è difficile anche organizzare la difesa per noi avvocati. Sta lì con un mare di carte, deve leggerle, dirci qualcosa, darci delle spiegazioni. Ma non ha la forza, la testa per farlo. Comunque credo che lunedì sarà assegnato l'incarico peritale per accertare le condizioni di salute». Ma Danesi non s'è già difeso davanti al gip? «Sì, ma quello è stato un interrogatorio molto stringato, anche se è andato avanti per due ore. S'è parlato principalmente dell'affare Contship, poi quando è stato affrontato il capitolo dei magistrati, in particolare i rapporti tra lui e il giudice Savia, c'è stata la prima crisi a metà tra il nervoso e il cardiaco. Il punto è che dopo quell'interrogatorio noi pensavamo di farne altri davanti al pubblico ministero». E invece? «Invece non si sono più fatti vivi». Il pm Franz dice che sarebbe inutile visto che Danesi avrebbe intenzione di riferire solo quello che ha già det- «Stamane in Procura ci hanno fatto sapere che per il momento i pubblici ministeri non hanno alcuna intenzione di andarlo ad interrogare. Ma quello che mi stupisce è che non interrogano nemmeno altre persone. Per esempio, quel Perotti di cui si parla nelle intercettazioni sull'affare Contship non è stato mai ascoltato dai pm, e questo mi meraviglia molto. Tra l'altro sentire quella campana per noi è molto importante». Perché? «Perché stando alla ricostruzione fatta da Danesi prima di ridursi a questa situazione, la vendita di una quota del pacchetto azionario di Perotti, che peraltro non è mai avvenuta, sarebbe stata trattata ad un prezzo molto vantaggioso per le ferrovie. Ci sono state valutazioni del patrimonio di Perotti, fatte in tempi non sospetti, che lo danno a livelli molto superiori rispetto a quelli di quando si trattava la vendita». E sui rapporti col giudice Savia, come si difende Danesi? «Quello è stato il momento più drammatico dell'interrogatorio, perché Danesi si rammarica di aver involontariamente messo nei guai una persona che lui considera un galantuomo, alla quale dice di non aver mai chiesto favori, tantomeno illeciti, che comunque non gliene avrebbe fatti». Però ci sono le intercettazioni, i tentativi di spostare il processo sull'Alta velocità a Cassino perché se ne occupasse Savia, i discorsi sulle microspie al bar Tombini... «Danesi attribuisce a se stesso molte fantasie, e forse anche un po' di millanteria. Come se avesse voluto vendere la pelle dell'orso senza averlo ammazzato. Ha detto proprio così, fantasie, anche per quanto riguarda tutti gli altri discorsi sull'Eni, sulle trattative per il governo e così via. A quel punto l'interrogatorio s'è interrotto». to al gip. Giovanni Bianconi

Luoghi citati: Cassino, La Spezia, Roma