La vita nelle cronache di guerra; quella sforbiciata contro i randagi di Marco Vallora

La vita nelle cronache di guerra; quella sforbiciata contro i randagi La vita nelle cronache di guerra; quella sforbiciata contro i randagi zazione di spesa per gli importi anzidetti, vanificando così di fatto l'opera della famigerata «sforbiciata» di Ciampi. Confermo ovviamente l'impegno da parte nostra perché gli stanziamenti a favore delle leggi a tutela degli animali siano commisurati alle effettive esigenze. Non posso che esprimere, in ogni caso, il pieno apprezzamento per chi si cura con amore e sacrificio degli animali in abbandono assumendosi un compito che spetterebbe allo Stato e alle amministrazioni locali e condivido i timori che a volte «leggende metropolitane» possano causare. Mi auguro che vi sia sempre dialogo e collaborazione con chi segue le stesse tematiche sul versante istituzionale, il che come è noto - non è sempre facile. Annamaria Procacci, Roma Deputata dei Verdi Carcerati, favoriamo il ritorno nella società cratici sono sproporzionati all'attesa dei datori di lavoro. Sappiamo delle positive proposte del ministro per sfoltire il carcere, ma ribadiamo che il problema non è tanto diminuire la popolazione carceraria, ma attivare efficacemente i meccanismi di reinserimento nella società, che diventa, per ciò solo, meno chiusa e meno ingiusta. Chiudiamo con una domanda: quanti sono i detenuti che potrebbero usufruire dei benefici penitenziari e delle misure alternative e aspettano inutilmente in galera? LA LETTERA DI O.d.B. tantum", se producono quest'effetto collaterale è meglio abolirle del tutto o meglio spostare il campo d'azione sui parchi alpini dove effettivamente, a causa del malcostume di molti gitanti, ripulire vaste zone come già è stato fatto in passato è stato molto più utile, specialmente se poi alcuni dei pulitori occasionali sono diventati pulitori fissi che adottano per amore una fetta di bosco conosciuta per caso. Qui la mano d'opera è scarsa e gli addetti ai parchi hanno così tanto da fare che per questi addetti è veramente impossibile occuparsi anche della pulizia dell'area loro destinata...». Gentile Sig. Del Buono, sono un'appassionata del verde «pulito», amo e rispetto la natura e non ho mai lasciato traccia di dove ho fatto uno spuntino. Più di una volta sono intervenuta contro quei poco rispettosi «domenicali» che mangiano ai bordi delle strade di montagna (oltre tutto respirando gas di scarico a tutto spiano) e, per niente rispettosi dell'ambiente, lasciano tutti i residui di ciò che hanno fagocitato. Eppure resto perplessa su quelle azioni di «puliamo il mondo» promosse da «Legambiente»... Roberta Segato, Torino GENTILE Signora Segato, la sua dichiarazione mi sorprende un poco, e cerco nel seguito della sua lettera una spiegazione della sua perplessità. «O meglio», lei mi spiega, infatti, «sono favorevolissima a queste iniziative però il volontariato dovrebbe supplire a una carenza di personale, non diventare uno stimolo per il Comune a ridurre totalmente il servizio, tanto c'è qualcuno che lo fa per noi, quindi gli spazzini mandiamoli altrove. Non desidero fare alcuna polemica, quindi dico il "peccato" ma non il "peccatore", cioè non cito il parco suburbano dove ciò è accaduto, però in più di un'occasione, specialmente nei parchi cittadini verso simili iniziative sono state attuate le stesse tattiche. Poiché le iniziative di volontariato sono "una Parchida printer Fraternità Carmelitana Vico Canavese Pionieri della moneta unica europea Tra i molti meriti che la storia riconosce a Ernest Bevin, ministro degli Esteri del Gabinetto laburista che governò l'Inghilterra dal 1945 al 1951, non vi è certo quello di un combattivo europeismo. Ricordo così che Sforza al Consiglio d'Europa dove si confrontavano i Paesi che volevano andare più avanti sulla strada dell'unità europea e quelli (tra cui l'Inghilterra) che volevano andare meno lontano così apostrofò il suo collega britannico: «Certo, Mr. Bevin, lei ha tutto il diritto di dire no a certe proposte: ma le sarei grato se il suo no non avesse un accento di gioia sadica». Stupisce quindi leggere in un dispaccio del dicembre 1945 da Mosca dell'ambasciatore Quaroni che in un colloquio con lui Bevin lo aveva intrattenuto «su di un piano: ristabilire una moneta unica europea sopprimendo tutte le attuali valute». Documenti diplomatici italiani, X serie, voi. HI, pagg. 41, 42. Fausto Bacchetti, Torino Giovani, che noia le «lezioni esemplari» . Lo scrittore Nicholas Negroponte, premio Telecom come il «mighore commentatore mondiale», in Essere digitali (Sperling & Kupfer) so¬ stiene che il libro tra poco sarà tra la vita e la morte; che, anzi, è destinato a sicura morte. Da più parti si sostiene che si legge sempre meno; c'è pure chi opina che coloro che si dilettano con le letture sono una razza in via di estinzione. Per carità, non esageriamo: semmai il record della non lettura coinvolge la fascia degli adulti-anziani. Ma secondo seri rapporti annuali gli amanti delie-letture piacevoli sono persino in aumento tra i ragazzini della scuola media inferiore, ma anche della scuola elementare. Diciamo, piuttosto, che autori ed editori di libri per ragazzi di oggi devono evitare i pericoli del moralismo e del didatticismo, nella convinzione che ai giovani bisogna sempre dare delle «lezioni esemplari». Si deve favorire anzitutto il «piacere» delle letture. Dott. Giulio Lunardi Torino Direttore didattico in pensione Picasso e i fogli venuti dal mistero Nell'articolo dedicato alla collezione di inediti segreti di Picasso, alcuni tagli hanno ingenerato degli equivoci. Sostenevo che di fronte ad un numero così nutrito di inediti, (con novità iconografiche, inusitati motivi caricaturali alla Sinè, insoliti pentimenti con la gomma, in chi abitualmente gettava via gli schizzi non riusciti), pare stiano doversi accontentare del pur elegante album Allemandi. Mentre sarebbe augurabile un vero studio, che vada al di là delle genericità di Maya Picasso, che si limita a dire che questi inediti «confermano quell'amore che mio padre aveva per la vita», o di Patani, che ci racconta che un suo amico trova i disegni di Picasso «decisamente brutti eppure sento qualcosa che mi alita dentro». E forse sarebbe doveroso trovare non uno studioso di Masson come il Passeron ma di Picasso, per studiare questi fogli venuti dal mistero. Marco Vallora

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