«I'eutanasia ai malati di mente» di Raffaello Masci
«I/eutanasia ai malati di mente» «I/eutanasia ai malati di mente» Provocazione dei familiari: la legge Basaglia ha fallito Detto in estrema sintesi, il problema della malattia mentale è quello dell'assistenza: chiusi i manicomi, i pazienti sono stati scaricati - nella sostanza sulle famiglie, determinando un trauma di impatto fortissimo e di grande rilevanza sociale, se si considera che i malati «censiti» sono circa 600 mila (e quindi sono almeno altrettante le famiglie coinvolte) ma che esiste un sommerso che porta questa cifra a due milioni. A pochi mesi dalla data della chiusura definitiva dei manicomi (entro il 31 dicembre di quest'anno), il «superamento della legge 180» sembra ancora irrealizzabile: una cinquantina di ospedali psichiatrici sono ancora aperti. Non si è riusciti infatti a creare strutture alternative a quelle manicomiali. Dopo 18 anni. La nuova proposta di legge ccd-Rifondazione, mira a garantire la massima protezione e cura del malato. In particolare si richiede un potenziamento delle strutture territoriali, il superamento del «trattamento sanita¬ Cagliari, era fuggito ad ad un posto di blocco rio obbligatorio» (tso) che la proposta di legge prevede di tre tipi (domiciliare, in comunità e ospedaliero, ma solo limitato all'urgenza e a necessità diagnostiche). Inoltre deve essere garantita la continuità del trattamento terapeutico e assistenziale del malato, inviando il personale a domicilio per la somministrazione dei farmaci e istituitendo una commissione per la difesa del malato per convalidare o meno il trattamento. «Questo problema sociale - ha detto il presidente di "Aiutiamoli" Gerolamo Bertinato - così pesante e di cui fanno spesso le spese innocenti e bambini, non è sentito. Chi ha un problema così in casa, un figlio o una figlia malata che soffre senza speranza, si augura, vi assicuro, che muoia. Questa è la verità. Dunque il primo problema che dobbiamo affrontare è come curare i nostri figli ed i futuri malati affinché mai più una madre e un padre arrivino a desiderare la morte di un figlio». Raffaello Masci
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