Blair ha un'arma segreta la regina

Conclusione trionfale del Congresso che lancia il partito verso la sfida con i Tory Conclusione trionfale del Congresso che lancia il partito verso la sfida con i Tory Blair ha un'arma segreta, la regina «Elisabetta tifa Labour» Vittoria «postuma» per Ledi Walesa In Polonia il Senato dice «no» all'aborto La legge dovrà tornare alla Camera A Varsavia 10 mila cattolici infesta BLACKPOOL DAL NOSTRO INVIATO L'anno scorso, al congresso di Brighton, per la prima volta nella storia del partito la leadership del New Labour prevalse in tutte le mozioni proposte. Quest'anno, al congresso di Blackpool che chiude oggi i battenti, Tony Blair è avviato verso un analogo successo: superato mercoledì lo scoglio delle pensioni (no alla ìiforma invocata dalla battagliera Barbara Castle), ieri ha vinto il voto sulla difesa (no all'abbandono del Trident come deterrente nucleare) e quello per il manifesto che forma i binari della sua corsa elettorale. Il Labour è lanciato nella grande avventura per scalzare dopo 17 anni i conservatori, il cui congresso si avvierà la prossima settimana a Bournemouth. Ma con un potente alleato in più, quest'anno: la regina. Elisabetta è «rossa», come la ritraeva ieri l'«Independent»; o, per dirla con Ben Pimlott, «a modo suo è un po' a sinistra». Professore di politica e storia contemporanea al Birkbeck College dell'università di Londra, Pimlott è autore di una biografia della regina - un tomo massiccio, già salutato dal mondo accademico come l'opera più completa e definitiva su Elisabetta - che comparirà nei prossimni giorni nelle librerie inglesi. Non che la sovrana possa esplicitamente indicare una preferenza politica; ma nel corso degli anni, come risulterebbe dall'esame di vari momenti storici, avrebbe indicato quella sua tendenza, che oggi potrebbe anche fare il gioco di Blair. Buckingham Palace, ovviamente, tace; ma la pietra è scagliata. L'influenza politica di Elisabetta, afferma il professor Pimlott nel suo libro, è sempre stata dietro le scene e misurata; ma sempre chiara, nel corso di quarant'anni. Mise in dubbio, nel 1956, la saggezza dell'invasione di Suez: «Credo che conside- ANVERSA VARSAVIA. Il Senato polacco ha detto no alla legge per la liberalizzazione dell'aborto che era stata approvata il 30 agosto dalla Camera dei deputati. Dopo nove ore di dibattito il provvedimento è stato respinto con 52 voti favorevoli alla bocciatura, 40 contrari e due astenuti. La legge, secondo la Costituzione polacca, dovrà tornare alla Camera dei deputati che potrà respingere la decisione del Senato solo con la maggioranza assoluta. La regina e i laboristi Callaghan Macmillan. A sinistra, Blair ewski ewski n mio gno lettori» dopo che il gruppo di Solidarnosc aveva reso noto che erano pervenute due milioni di lettere di protesta da ogni parte della Polonia. Nei giorni scorsi il Papa aveva deplorato il voto della Camera mentre madre Teresa di Calcutta aveva inviato una lettera aperta ai polacchi esortandoli a difendere la vita. Ieri a Cracovia il primate Jozef Glemp, durante una cerimonia religiosa, ha esclamato che «la vita dell'uomo è sacra e va difesa indipendentemente dalle conseguenze della legge sull'aborto». Il voto antiabortista di ieri assume comunque un significato politico. Il fatto che abbiano votato contro la legge senatori del partito dei contadini attualmente al governo con i postcomunisti dell'alleanza della sinistra democratica, implica, secondo gli osservatori della politica polacca, la possibilità di un loro avvicinamento o di almeno un patto di non aggressione con Solidarnosc nella campagna elettorale delle legislative del 1997. La legge bocciata ieri consente l'aborto fino alla dodicesima settimana per motivi sociali. Quella in vigore lo consente solo in caso di pericolo di vita della madre e se il concepimento è frutto di uno stupro. [Ansa] ewski

Persone citate: Barbara Castle, Ben Pimlott, Callaghan Macmillan, Jozef Glemp, Pimlott, Tony Blair, Tory Blair, Walesa

Luoghi citati: Calcutta, Cracovia, Londra, Polonia, Varsavia