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Missione acquisti Missione acquisti Oltre 25 mila compratori da Europa, Usa e Asia Elsa Klensch, che firma la rubrica «Style» sulla «Cnn» dice: «Negli Usa i ragazzi che per anni hanno destinato buona parte dei loro soldi all'acquisto di generi diversi dall'abbigliamento come i gadgets elettronici e le attrezzature per lo sport, sono tornati a spendere per la moda». Joan Kaner, compratrice per conto della catena americana «Neiman Marcus», aggiunge un dato interessante: «Un cliente ha voglia di spendere solo se si tratta di firme importanti ed è felicissimo di sborsare le cifre richieste senza chiedere sconti». Ma qual è allora la chiave del successo del made in Italy? Franco Bruccoleri della Fashion Stage, interfaccia per qualsiasi tedesco che voglia acquistare la nostra moda, rivela: «Quando è scoppiato il fenomeno prèt-à-porter ce n'era per tutti, ma sono state premiate le aziende che hanno saputo costruirsi una solidità economica e mantenere la loro firma diventando dei simboli». Anche se la Germania è in testa alla classifica sul numero di compratori a Milano, seguono a poca distanza Giappone, Francia, Usa e Hong Kong. [1. d.] MILANO. «Miuccia Prada ha fatto uno show molto forte, d'impatto. Credo sia stata davvero una bella occasione per dimostrare ancora una volta la sua abilità nel vestire la donna del Duemila con tinte facili come il carne, i marroni, i rossi accesi». A parlare è Suzy Menkes dell'«Herald Tribune». Sono 650 i giornalisti provenienti da 40 Paesi che ogni giorno fanno avanti e indietro dagli alberghi alle sedi delle sfilate. Non dimentichiamo poi le 45 tv, i 160 fotografi, le 300 mannequin e l'esercito di 25 mila compratori. na Molinari per la scelta delle modelle: visto che avrebbero dovuto sfilare in successione con le stesse top, la Molinari ne ha scelte altre, improvvisando il «casting» a Londra. Pare che per avere Stella Tennant abbia sganciato la super-cifra di 50 mila dollari. Antonella Amapane