Il pentito trafficava droga

In Romagna In Romagna Il pentito trafficava droga ROMA. Pentito e trafficante di droga. Il catanese Marcello Rapisarda, del clan Pulvirenti-Santapaola, 46 anni, pentito dal '92, si era messo in proprio. Forte del programma di protezione - sospeso in coincidenza con il suo arresto - Rapisarda aveva organizzato un traffico di eroina che dall'Argentina arrivava in Italia. Ieri, la Criminalpol del Lazio è passata all'azione: 24 gli arresti, un ricercato, sequestrati 20 chili di eroina. Potrebbe apparire come un'ordinaria storia di traffico di stupefacenti. I corrieri partivano dall'Argentina, prima tappa di eroina thailandese. Sbarcavano in Europa. In Spagna provvedevano a rimpinzare il doppiofondo di speciali bottiglie di liquore «Canasta cream». A Bucarest usavano valigie ritoccate. A capo di tutto però c'era un collaboratore di giustizia. Rapisarda fu arrestato la prima volta a Bari - all'epoca era un commerciante di pietre preziose, genero di un ginecologo di Catania, il professor Gretter - mentre stava acquistando una partita di stupefacenti per conto dei clan catanesi. Si pentì rapidamente. E accusò il suo superiore di cosca, Piero Puglisi, in quanto organizzatore dello spaccio a Catania. Tra l'altro, proprio in questi giorni si celebra il processo d'appello alla cosca Pulvirenti-Santapaola e Marcello Rapisarda figura come uno dei 55 testimoni dell'accusa. Ma questo è un passate già vecchio. Rapisarda, infatti, dalla sua base in Romagna appartamento pagato dal programma di protezione - aveva deciso di lanciarsi in prima persona nel commercio degli stupefacenti. Convinto di avere un'ottima copertura, in quanto pentito di mafia, Rapisarda stava mettendo in pratica gli insegnamenti dei suoi boss. E dunque aveva cominciato a viaggiare per il mondo, sotto falso nome, per prendere contatti con le organizzazioni criminali straniere. [fra. gri.] e, Gaspare Mutolo, in una foto d'archivio