Due arresti in Calabria

Due arresti in Calabria Due arresti in Calabria rinvio a giudizio per falso in bilancio, ricettazione, corruzione e finanziamento illecito». E ancora: «Le dichiarazioni dell'avvocato Pecorella sono gravemente diffamatorie, specialmente quando insinua che membri della procura di Milano posseggano conti all'estero o comunque clandestini». Seguono le firme di Francesco Saverio Borrelli, Gerardo D'Ambrosio, Gherardo Colombo, Piercamillo Davigo, Francesco Greco, Paolo Ielo ed Elio Ramondini. A completare il quadro manca la firma di Ilda Boccassini, che però non era a Milano ai tempi delle indagini sull'Eni e sul banchiere italo svizzero Pacini Battaglia. «Non mi aspettavo questa reazione, io ho solo chiesto che si facesse chiarezza nell'interesse di tutti», è il primo commento - da querelato - di Gaetano Pecorella. Che non sembra affatto intimorito: «Loro sanno benissimo che non ho mai avuto dubbi sulla loro onestà, ma adesso voglio che si faccia il processo». E ancora: «Mi rallegro che si apra un processo che non sarà certo a mio carico, ma potrà ser- Pierfrancesco Pacini Battaglia importante. E però a Roma c'hai un altro procedimento che ti hanno lasciato aperto...». Pacini Battaglia: «Sì, quello di Signorile. Quello di Papi (Enzo Papi, della Cogefar Impresit Italstrade Spa) che disse (ride) che mi aveva già dato seicento milioni CONFESSIONE RITRATTATA MILANO ON ho mai preso denaro per le verifiche fiscali. Ciò che ho dichiarato in carcere a Peschiera del Garda è tutto falso». Al processo Berlusconi il maresciallo delle Fiamme gialle Giovanni Arces fa muro. Nega le accuse e ritratta i verbali, quelli in cui confessava di aver intascato decine di milioni per chiudere un occhio durante le ispezioni fiscali. Allora perché, quelle confessioni? Quelle ammissioni di colpa? Per spiegarsi, l'ufficiale della Guardia di finanza entra nel privato, racconta la sua storia personale: «Ho detto di aver preso quei soldi solo perché volevo uscire dal carcere. Mia moglie era incinta e minacciava di abortire. Già l'anno prima aveva abortito e io volevo uscire dal carcere. Mi avevano detto che per farlo bastava confessare». La spiegazione non sembra convincere Paolo Ielo, il vire per rivisitare una vicenda che sembra avere ancora taluni lati oscuri. Spero, dopo tutto quello che sta uscendo da La Spezia, di poter controinterrogare Pacini, Di Pietro e anche questi magistrati che mi hanno querelato». Nella denuncia presentata a Brescia, procura competente a derimere tutti i casi che riguardano magistrati milanesi, il pool picchia duro sulle affermazioni dell'avvocato Pecorella. Scrivono, i magistrati: «La gravità delle affermazioni, oltre che la loro intrinseca ed estrinseca falsità, la capacità di insinuazione delle stesse, richiedono l'accertamento giudiziale della diffamazione e degli altri reati commessi». Per nulla preoccupati, per sgomberare qualsiasi sospetto, alla denuncia, i pm di Mani pulite hanno allegato una postilla operativa: «I sottoscritti dichiarano fin d'ora di autorizzare la rimozione di qualsiasi vincolo bancario richiesto sia in Italia che in qualsiasi Stato straniero». Fabio Potetti

Luoghi citati: Brescia, Calabria, Italia, La Spezia, Milano, Peschiera Del Garda, Roma