«Europa, l'Italia potrà farcela» di Ugo Bertone
«Europa, l'Italia potrà farcela» «Europa, l'Italia potrà farcela» dell'apporto fondamentale del nostro Paese. Credo dunque che l'Italia potrà rispettare i parametri e potrà entrare in Europa». Così come è stato fatto per la Francia, che ha allargato la banda di oscillazione del franco dal 2,5% al 15%, cosa che non contravviene alle regole di Maastricht, allora - ha spiegato Monorchio - anche per l'Italia si può affermare che l'aver invertito il rapporto debito-Pil rappresenta un punto di merito: «Già vediamo - ha proseguito - che con l'inflazione ci stiamo allineando al livello degli altri Paesi; toccherà ora ai tassi di interesse e speriamo che questo avvenga, perché poi avremo tutti i parametri in linea per aderire a Maastricht». oneri spropositati che non hanno eguale al mondo. Un operaio dell'auto che riceve due milioni al mese in busta-paga costa all'azienda 4 milioni e 165 mila lire. E' questa la tangente più scandalosa che abbiamo nel nostro Paese...». «Se accettassimo - tuona Romiti le richieste del sindacato per i metalmeccanici il costo del lavoro rischierebbe di salire nei prossimi tre anni del 20% contro il 9% di inflazione programmata. E al Sud il costo crescerà addirittura del 30%». vertici del Paese. «Io chiedo al Presidente del Consiglio - dice Romiti dal palco -, al ministro del Tesoro e al Governatore della Banca d'Italia di pronunciarsi apertamente dicendo se tutto questo è veramente compatibile con la necessità di ridurre l'inflazione, di salvaguardare la competitività delle imprese e di puntare all'aumento dell'occupazione...». Seconda richiesta, stavolta ad Antonio Fazio. «Parimenti importante - continua Romiti il costo del denaro». E non si tratta, stavolta, solo di ridurre le pressioni finanziarie sul sistema produttivo, costretto a sopportare oneri ben superiori della concorrenza... «Al punto in cui siamo - ammonisce il presidente della Fiat - la riduzione dei tassi si presenta non solo necessaria ma urgente anche per evitare che la lira si apprezzi ben oltre un livello giustificato dai cosiddetti fondamentali dell'economia per l'afflusso di capitali richiamati da rendimenti eccessivamente alti». Attenti alla superlira, insomma, se questa sarà il frutto di pressioni speculative o comunque estranee alla salute dell'apparato industriale. Ultima «provocazione»: le pri¬ vatizzazioni. «Viviamo ancora tempi tristi - dice Romiti riferendosi alla Tangentopoli bis -. Ma pensate che se lo Stato si fosse ritirato dall'economia questo sistema inquinato non ci sarebbe più». «Le privatizzazioni - incalza - sono fondamentali per tre ragioni: la meno importante è che costituiscono un modo per apportare mezzi finanziari al Tesoro; la seconda, più rilevante, è che servono ad accrescere l'efficienza del nostro sistema». E la terza? «La ragione più importante - e qu.' Romiti fa una pausa - è che le privatizzazioni sono una via per contenere l'area di potenziale corruzione». Un libro dei sogni? Certo, -aon sarà facile attivare le leve di un cambiamento profondo della società italiana, necessario per il rilancio dell'economia. «Ma sarebbe molto più pericoloso - obietta il presidente della Fiat - illudersi di poter affrontare le trasformazioni in atto nello scenario economico internazionale rimandando o rallentando i cambiamenti». Gli «ultimatum», insomma, stanno nella logica delle cose così come le resistenze al cambiamento «non appartengono certo ai cittadini e meno che meno ai disoccupati, ma soprattutto a quei settori che continuano a vivacchiare sotto l'ala protettiva dello Stato». cstA«Ppti E qui il primo invito, quasi un ultimatum, ai Ugo Bertone Il governatore Antonio Fazio
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