Popolarità in picchiata

Popolarità in picchiata Popolarità in picchiata Jacques Chirac rinnova gli attacchi all'Italia, poi - di fronte alle dure reazioni romane e, forse, ai consigli del suo entourage - sotterra l'ascia di guerra, sventolando dichiarazioni distensive apparse a qualcuno una vera e propria bandiera bianca. Guerra-lampo, quella dell'Eliseo contro la politica monetaria italiana. Scatenata, lunedì, da un passaggio secondario in un discorso di Jacques Chirac in trasferta nella regione Nord/Pas de Calais, e che nessun quotidiano francese - compreso «Le Monde» - metteva ieri in evidenza. Obiettivo delle critiche, una lira giudicata responsabile con le sue fluttuazioni della crisi tessile transalpina. E ieri mattina, ripresa delle ostilità. Quando ormai - perlomeno sulla stampa italiana - il caso divampava, Chirac rincara la dose: «L'evoluzione della lira è totalmente incompatibile, malgrado un piccolo miglioramento registrato negli ultimi tempi, con un mercato comune europeo». Precisando che la svalutazione della divisa italiana danneggia l'Europa «più che l'export dell'Estremo Oriente». Stoccata finale: «La moneta unica è ormai questione di poco. Sarà operativa il 1° gennaio 1999 per alcuni Paesi, diciamo quelli che avranno fatto lo sforzo di risanare la loro situazione economica e finanziaria. Sarà forse un po' più lungo per quelli PARIGI. Gli indici di popolarità del presidente francese Jacques Chirac e del suo primo ministro Alain Juppé continuano a calare. Secondo un sondaggio condotto dalla Louis Harris per il settimanale Valeurs Actuelles, il 55 per cento dei cittadini non approva l'operato del capo dell'Eliseo, mentre il 39 per cento ne ha un'opinione positiva. In agosto il 50 per cento degli interpellati avevano criticato Chirac e il 38 per cento l'avevano elogiato. Rispetto all'indagine precedente è diminuito il numero di coloro che non hanno voluto rispondere, passato dal 12 al sei per cento. Negativo anche il responso su Juppé, osteggiato dal 64 per cento dei francesi (il 55 in agosto) e approvato dal 30 (il 34 un mese fa). (Agi] che sono più in ritardo. Come l'Italia». Secondo l'Eliseo prima versione, Roma sarebbe dunque destinata alla Serie B, o comunque a fare anticamera qualche tempo nel consesso franco-tedesco. Ma ecco - in una giornata che sarebbe eufemistico definire convulsa - l'Eliseo rettificare il tiro appena qualche ora dopo. Nell'intervallo Parigi aveva potuto misurare la determinazione di Prodi-Veltroni-Ciampi, il relativo isolamento della posizione francese tra i partner europei, e so¬ pra tutto il rischio d'una crisi italo-francese grave che l'annullamento italiano del vertice bilaterale in programma venerdì a Napoli avrebbe inevitabilmente approfondito. L'ulivo fa così tardivamente capolino sul campo di battaglia. Da Arras, città storica dell'epopea gollista e tappa finale dell'infelice tour presidenziale nelle terre nordiche, Chirac annuncia che «la politica del governo italiano va nella direzione giusta». Soggiungendo un «desidero ardentemente che l'Italia faccia parte della prima ondata» di Paesi con l'euro per moneta. E per sgombrare il campo da ogni dubbio residuo, dopo

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