Chirac-Prodi duello sull'Europa di Mario Deaglio

Convocato l'ambasciatore di Parigi, a sera il chiarimento. Ciampi: nessuno è già promosso Convocato l'ambasciatore di Parigi, a sera il chiarimento. Ciampi: nessuno è già promosso Chirac-Prodi, duello sull'Europa «Non ce la farete». «Avete paura di noi» SE L'ITALIA DIVENTA UNA COLONIA LA crisi acura sviluppatasi rra Iralia e Francia ha conferirò un'indesiderara dimensione inrernazionale alla manovra economica che il governo, con grande difficoltà, sta cercando di varare. E ha dimostrato in tal modo quanto l'Italia sia strutturalmente debole e quanto abbia sottovalutato la nuova realtà europea. Di fronte alla chiara volontà politica di andare, a qualunque costo, all'Unione monetaria, espressa durante il vertice di Dublino, le alternative non solo sono tutte scomode ma toccano in profondità il modo di essere della nostra economia e della nostra società. Fanno apparire futili gran parte delle polemiche nostrane legate alla Finanziaria, ridicola la difesa a oltranza dei baby-pensionati, inutili i sospiri per l'aumento delle rendite catastali. Ben altro è in gioco: il nostro Paese è in un angolo e sconta in una volta sola la debolezza accumulatasi in decenni di faciloneria. Dopo avere accuratamente evitato ogni tipo di scelta veramente impegnativa, l'Italia si ritrova così con le spalle al muro. Ha davanti a sé tre strade possibili, tutte in salita, pericolose e piene di sassi. La prima strada è quella seguita dal governo con la Finanziaria, dopo avere all'inizio gravemente sottovalutato le intenzioni degli altri partner europei. La Finanziaria non dà all'Italia la garanzia assoluta di rientrare nel parametro di Maastricht che veramente conta, ossia la discesa del deficit pubblico al livello del tre per cento, ma le consente di andarci ragionevolmente vicino. Molte premesse macroe, nomiche sono però incerte, così come incerte, per non dire az- Mario Deaglio CONTINUA A PAG. 12 SESTA COLONNA «UNA PAGLIACCIATA» La Malfa e i cespugli duri col premier «Così, addio Europa» Augusto Minzolini A PAGINA 5 DINI «SMORZA» «Nessun complotto ma anche la Fi-ancia non è in regola» Fabio Squillante A PAGINA 3 «ELISEO ARROGANTE» Colombani spiega: «Il Presidente è già a caccia di voti» Enrico Benedetto A PAGINA 3 ROMA. Jacques Chirac rinnova gli attacchi all'Italia, poi di fronte alle dure reazioni romane sotterra l'ascia di guerra, sventolando dichiarazioni distensive. Una guerra-lampo, quella dell'Eliseo contro la politica monetaria italiana. Scatenata, lunedì, da un passaggio secondario in un discorso di Jacques Chirac in trasferta nella regione Nord/Pas de Calais, e che nessun quotidiano francese - compreso «Le Monde» metteva in evidenza. Ieri un nuovo affondo, subito rintuzzato da Romano Prodi: «La verità è che l'Italia fa paura, e farà vedere i sorci verdi a tutti». E il ministro del Tesoro Ciampi: «Nessuno è già promosso in Europa». Critiche a Parigi da tutto il fronte della maggioranza, mentre secondo Berlusconi i partner europei scoprono il bluff dell'Ulivo. Una giornata di tensione dunque, che ha visto anche la convocazione dell'ambasciatore francese a Palazzo Chigi. In serata la «pace», una telefonata fra Prodi e Chirac molto soddisfacente. Amabile, Bertone, Cerniti di Robilant, Lepri, Meli, ALLE PAG. 2,3 E 5