Cardino: Necci deve restare in carcere di Vincenzo Tessandori

Ora spetta al gip decidere. La Finanza acquisisce a Roma atti giudiziari delle inchieste sull'alta velocità Ora spetta al gip decidere. La Finanza acquisisce a Roma atti giudiziari delle inchieste sull'alta velocità Cardino; Necci deve restare in corcete Interrogatorio fiume per la segretaria di «Chicchi» un faccia a faccia col pubblico ministero Alberto Cardino. Un interrogatorio fiume, cinque ore di domande e risposte per l'imputato Pensieroso Eliana che hanno allarmato soprattutto i difensori dei coimputati, perché in tutto quel tempo, si corre il rischio di cedere, di raccontare quello che non si vorrebbe. Difficile non pensare che qualcuno, forse più preoccupato di altri, abbia fatto ricorso a qualche mezzuccio da dozzina, fatto sta che due telefonate rigorosamente anonime hanno tentato di sbriciolare la già fragile serenità del palazzo rosa: «C'è una bomba». Naturalmente la voce potrebbe anche essere quella di qualche idiota. Ad ogni buon conto, perlustrazione di carabinieri e finanzieri, poi un sospiro: allarme falso. Raccontano che l'Eliana sia una tosta, che avrebbe preso il carcere come un male necessario. E allora niente disperazione, niente ricerca della compassione, niente di niente. Uno di qua e l'altra di là dal tavolo, Cardino domanda e l'Eliana, a domanda, risponde. Ma con attenzione, perché ogni parola finisce nero su bianco. Quante cose avrebbe potuto raccontare, la segretaria: per esempio i traffici e il via vai nell'ufficio di «Ciucchi». Ma questi sono segreti professionali e, del resto, il difensore Giandomenico Caiazza, ha detto che non sono state fatte, domande sulle frequentazioni di uomini politici di Pacini Battaglia. E neppure le sarebbe stato chiesto di spiegare perché si parla di lei come di una che avrebbe le mani in finanziarie sparse in mezza Europa. Al termine, mentre l'Eliana con un cellulare veniva riportata al carcere Villa Andremo, l'avvocato Caiazza mostrava l'e¬ , spressione dei giorni migliori. «Sono state lette integralmente tutte le intercettazioni ambientali, fatte per due mesi, cfuindi non solo quelle contenute nell'ordine di custodia cautelare. E da questi atti è emersa la conferma solare del fatto che la mia assistita ha svolto solo il suo lavoro di segretaria e che non ha partecipato a nessuno degli incontri con amici di Pacini Battaglia». Come dire che nel lavoro di segretaria c'era anche quello di distribuire mazzette più o meno sostanziose, sor Gatto depositerà la perizia alle 17 di venerdì 4. Se il professor Gatto semenziera che per «Chicchi» la galera è un rischio, il gip potrebbe decidere per gli arresti domiciliari. Come tutte le giornate che sono seguite all'ondata di arresti, anche quella di ieri è apparsa carica di tensione. A palazzo, ad un certo momento, è arrivato l'avvocato milanese Giuseppe Lucibello, che da quando ha avuto dal gip la certezza di poter difendere «Chicchi» e i suoi segreti, si dà un gran daffare. E so¬ come i venti milioni mensili per Lorenzo Necci, uno che, a stare alle intercettazioni, era molto puntuale nel riscuotere dal suo amico trafficone, così puntuale da preoccupare un po' «Chicchi» che, alla vigilia della Befana di quest'anno, osserva, rivolto alla fedele Eliana: «Potrei anche venire a prenderli a casa tua, metti il caso che Necci viene a casa mia urgentemente è meglio averli lì». Pensierosa: «Se li porta via stasera?» Pacini Battaglia: «Sì». Anche se il carcere non sembra averlo sconvolto, «Chicchi» preoccupa i suoi difensori per via del cuore matto: cinque by-pass sono sufficienti a tenere in allarme, tanto che il gip Maria Cristina Failla ha ordinato una visita per controllare le condizioni di salute del detenuto. E ieri il finanziere è stato esaminato dal cardiologo genovese Emilio Gatto, presente Angelo Branzi, l'esperto nominato dalla procura, e i professori Mario Marzilli di Pisa e Carmine Santoli di Milano che operò Pacini Battaglia al cuore. Il profes¬ no scivolati i nomi del Larini e dello Squillante, l'uno architetto dell'eraCraxi, l'altro capo dei gip romani. «Non li sentiamo, almeno in questa settimana: ci sono cose più urgenti», ha detto il pm Silvio Franz. Ed è bastato questo per suscitare attese, curiosità e timori. Anche perché è giunta la notizia che i finanzieri hanno acquisito degli atti, relativi alle inchieste sull'alta velocità, presso gli uffici giudiziari di Roma. Vincenzo Tessandori

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