Aznar e Chirac attacco all'Italia di Sergio Romano

La Spagna: Roma chiese sconti, ma il premier nega. Parigi accusa: la lira danneggia la nostra industria La Spagna: Roma chiese sconti, ma il premier nega. Parigi accusa: la lira danneggia la nostra industria Aznar e Chirac, attacco all'Italia Visco denuncia: un complotto per escluderci dalla moneta unica LE FORCHE CAUDINE DI PRODI ^1 DS ME F =1 Ipionieri del made in Italy alla conquista dell'Albania LE dichiarazioni del presidente Chirac a un gruppo di industriali tessili francesi e soprattutto la conferenza stampa del ministro delle Finanze possono dare la sensazione che l'Europa non ci ami e non ci voglia. Comprendo l'onorevole Visco. Qualunque governo avesse ribaltato, nel giro di qualche settimana, la propria politica finanziaria, si vedrebbe costretto a cercare una giustificazione esterna. Evocando lo spettro di un'Europa ostile e maligna il governo Prodi raggiunge un doppio obiettivo: attribuisce ai propri partner la responsabilità dei sacrifici che la finanziaria chiede agli italiani e solletica gli umori nazionali del Paese. Non è il vecchio stratagemma con cui i regimi nazionalisti scaricano sull'avversario esterno le loro crisi interne, ma è pur sempre la versione aggiornata di alcuni vecchi miti nazionali: la vittoria tradita, la pace mutilata, le inique sanzioni, l'Italia proletaria. Anche Prodi, Ciampi e Visco ci chiedono di dare un po' di «oro alla patria». Obbediremo, con rassegnata pazienza. Ma non credo che la versione del ministro delle Finanze risponda alla verità e giovi al Paese. Quando sostiene che la situazione, dall'estate, è bruscamente cambiata, Visco rivela implicitamente la strategia europea del governo. Abbiamo vissuto per alcuni mesi nella presunzione che i nostri partner avrebbero tenuto conto delle nostre difficoltà e allungato i tempi dell'adesione. Mi chiedo chi mai abbia lasciato credere al governo italiano che tale prospettiva fosse seria e realistica. Bastava leggere i discorsi di Kohl, Juppé, Waigel, Tietmayer o le dichiarazioni dei commissari europei per comprendere che nessuno voleva e poteva fare sconti all'Italia. Il Cancelliere è fermamente deciso a rispettare un calendario che soddisfa la sua maggiore ambizione politica. Ma se cercasse di mitigare l'interpretazione dei criteri di convergenza si scon- Sergio Romano CONTINUA A PAG. 6 PRIMA COLONNA L'intervento a Eltsin p LA COMMEDIA DEGLI E< ROMA. Un doppio attacco al governo italiano sul fronte dell'Unione Europea. Il premier spagnolo José Maria Aznar in un'intervista al Financial Times dichiara che il premier italiano Romano Prodi a Valencia gli avrebbe proposto che Italia e Spagna marciassero verso la moneta unica «mano nella mano». Una proposta, ha detto Aznar, rifiutata dalla Spagna. Ma Palazzo Chigi smentisce questa versione. Alle critiche di Aznar si aggiungono quelle del presidente francese Jacques Chirac: «Sulla nostra industria tessile hanno pesato le fluttuazioni della lira». Più tardi l'Eliseo ha rettificato, sostenendo che il discorso si riferiva al passato. Ciampi replica che «la soluzione è per l'appunto l'ingresso dell'Italia nella moneta unica». Il ministro delle Finanze Vincenzo Visco parla intanto di «un grande complotto internazionale» che avrebbe l'obiettivo di escludere l'Italia dalla moneta unica. Amabile, di Robilant, Lepri Novazio e Patinino ALLE PAG. 2 E 3 mi ^GIALLO NEL PDS SULLE RIF0RME IL Novecento sarà il tema esclusivo dello studio della storia negli ultimi anni della scuola. Bene. Ma togliamoci subito dalla testa l'idea di poter fornire ai ragazzi un'immagine armonica, incontrovertibile, tranquillizzante del Novecento. Con un soprassalto di iniziativa e di orgoglio culturale il ministro della Pubblica Istruzione annuncia una riforma di grande rilievo. Credo che nessuno contesterà la bontà della proposta o quanto meno delle intenzioni del ministro. Tutto il resto è aperto alla discussione. Non siamo davanti ad un «aggiornamento del programma», ma ad un salto di qualità nell'insegnamento. La scuola possiede gli strumenti didattici per farlo? Ha un personale insegnante adeguato? Probabilmente andremo incontro a qualche tensione tra le aspettative degli studenti e la capacità di risposta dei docenti, al di là della loro disponibilità. Ma è meglio affrontare questa tensione piuttosto che mantenere una situazione che vede i nostri ragazzi figli di un tempo di cui sanno pochissimo. Con il Novecento siamo davanti al secolo più contraddittorio che conosciamo: non già perché «più vicino» e quindi più difficile da giudicare, come ha recitato per decenni una pedagogia un po' ipocrita. Essa è stata sconfessata e travolta da una comunicazione pubblica che ha usato ed abusato della storia, ponendo spesso i ragazzi in situazioni psicologicamente e culturalmente penose. Il Novecento è contraddittorio per davvero: ha generato in dimensioni gigantesche tutto il bene e tutto il male che gli altri secoli hanno prodotto a dosi limitate, per cosi dire. Ma anche questo modo di esprimersi è insoddisfacente. Come insoddisfacente è la pretesa di chiudere il secolo intero sotto una sola etichetta: il secolo delle ideologie, dei totalitarismi, dei genocidi, dei nazionalismi ma anche della scienza e della tecnologia, del benessere per tutti, della democratizzazione eccetera. Rimane aperta persino la controGian Enrico Rusconi CONTINUA A PAG. 6 SECONDA COLONNA GADLERNER TIRANA. Reportage dall'Albania, la nuova frontiera dell'economia italiana. Dalla Puglia, alcuni industriali sono partiti alla «conquista» di Tirana, diventata in questi ultimi anni una colonia del made in Italy. Qui è scappato il lavoro che non si trova più nel Mezzogiorno, qui si fabbricano le scarpe destinate al mercato europeo. «Fabbricare le scarpe a Tirana spiega uno degli imprenditori - significa risparmiare 1500 lire per ogni scarpa rispetto ai costi italiani». E la produzione aumenta di anno in anno, nel '95 sono stati raddoppiati i livelli del '94 SERVIZIO A PAG