Ma in Italia servirebbe il Garante di Edmondo Berselli
Ma in Italia servirebbe il Garante Ma in Italia servirebbe il Garante SCORAGGIARE vivamente l'idea di fare il dizionario degli intellettuali italiani. Perché bisognerebbe innanzitutto creare un comitato di intellettuali per definire chi sono gli intellettuali, nominare il relativo Garante, dare l'incarico a un accreditato centro studi. E poi: per i francesi è facile, gli intellettuali li hanno inventati loro, ne hanno fatto una professione, un ceto, una figura sociale, un interlocutore del potere, uno stereotipo. Da noi invece l'intellettuale è una figura indistinta. Un eclettico, un versatile: è effettivamente il «tecnico dell'universale», una specie di meccanico dei grandi sistemi, meglio se grandissimi e irriducibilmente complicati. Lo si chiama sul cellulare quando il sistema è in panne, e lui porta la cassetta degli attrezzi per smontarlo ed emettere le diagnosi. Max Weber poteva permettersi di consigliare a chi chiedeva «visioni del mondo» di andare al cinema. Oggi invece il mercato chiede senza ironia solo fotogrammi di Weltanschawing, in cui, protagonista o comparsa, l'intellettuale comunque compare. Compare Veltroni che manipola da giocoliere i suoi generalismi veltronici. Ed ecco Cacciari, passato rapinosamente dall'angelologia al federalismo. O preferite una lettera semiseria di Arbasino, un reportage rock di Baricco. una bustina polemica di Eco, un'interpretazione storica di Vassalli, un giudizio politico di Velasco, un'intervista a Modigliani mediata da Beppe Grillo? C'è, basta chiedere. E' caduta ogni paratia. Non avevamo avuto il banchiere umanista, e di recente, per strani scherzi delle ferrovie ai danni della letteratura, il Boiardo assimilato al Magnifico? Confusione, confusione. Sulle colonne dei giornali Giovanni Sartori non propone scienza politica, ma la veritiera e ultimativa formula a due turni per governare l'Italia. Scienziato? No, intellettuale. Simmetricamente, gli intellettuali politicizzati da Forza Italia, i Colletti, Melograni, Pera, Rebuffa, Vertone, sono l'iperbole dell'impolitico, nel ruolo presunto di fornitori di idee al principe, e nel ruolo reale di propugnatori di interpretazioni liberali non negoziabili, lievemente ossessive. E quindi come si fa a circoscrivere e individuare lo status di un tecnico così generalista? Impossibile. La categoria comprende il tassista engagé, l'inviato alla Spezia, Bertolucci e i suoi adoratori, Santoro e i suoi collaboratori, lo scrittore Siciliano e il giurista Scudiero, ma anche il leghista che proclama la secessione al Caffè Commercio e il signore in età che citando De Felice insiste sulla tesi della grandezza di Mussolini «se non fosse entrato in guerra». La Francia è cartesiana, razionale, enciclopedica, illuminista. Per noi italiani, cultori della insondabile complessità del moderno, il dizionario servirebbe solo a dire «c'è questo, c'è quello», e soprattutto per controllare se ci siamo tutti noi, e infine per gioire con felicità insensata se le pagine gialle dell'intellighenzia avranno dimenticato qualcuno di quegli altri. Edmondo Berselli LETTERE AL GIORNALE: il lunedi' di O.d.B.
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