Cecenia, troppi misteri sugli italiani scomparsi

Ma per il comando russo sono liberi Ma per il comando russo sono liberi Cecenia, troppi misteri sugli italiani scomparsi Rapiti perfarsi pagare un riscatto o per curare un guerrigliero ferito MOSCA. «Abbiamo mobilitato tutti i nostri contatti, ma non siamo in grado di dire se siano stati rapiti o se siano scomparsi per un qualsiasi altro motivo». A oltre ottanta ore da quando tre operatori dell'organizzazione umanitaria italiana «Intersos» sono stati visti per l'ultima volta, sulla strada tra la capitale inguscia Nazran e la Cecenia, funzionari occidentali nella capitale cecena Grozny non erano in grado ieri sera di dare notizie di Sandro Pocaterra, 41 anni, dall'inizio dell'anno rappresentante di «Intersos» in Cecenia, e dei medici Giuseppe Valenti, 62 anni, e Augusto Lombardo, 36 anni. Pocaterra, Valenti e Lombardo sono partiti giovedì da Nazran con alcuni collaboratori locali e un carico di medicinali e apparecchiature mediche, diretti a Grozny su due auto. La vettura su cui viaggiavano l'interprete e altri collaboratori si è fermata per fare benzina e ha perduto di vista l'auto con a bordo gli italiani, che non è arrivata a Grozny. Le ipotesi che circolano con maggiore insistenza sul posto e a Mosca sono queste, nell'ordine: i tre sono stati portati da una formazione di guerriglieri a curare qualche loro ferito (lo dicono a «Intersos»); sono stati rapiti a scopo di riscatto (ma non ci sono state richieste); sono stati derubati e poi sequestrati perché non dessero l'allarme. Episodi di questo tipo del resto non sono stati rari nel corso del conflitto in svolgimento nella repubblica caucasica. In contatto con l'ambasciata italiana a Mosca e con le autorità russe, a Grozny diplomatici dell'Osce e funzionari della Croce Rossa Internazionale si sono rivolti ai vari clan ceceni, ai comandi russi e alle formazioni dei guerriglieri, che hanno iniziato ricerche. L'ambasciata d'Italia ha fatto un passo presso il governo russo e poche ore dopo c'è stata a Grozny la prima reazione delle forze federali. Viaceslav Ovcinnikov, comandante delle forze russocecene di controllo della tregua che regge da un mese, si è detto convinto che i tre italiani non siano stati rapiti: «Per i separatisti ceceni - ha detto - non è ora utile rovinare la propria immagine» agli occhi occidentali. Pocaterra e i due medici non sono stati visti rientrare in Cecenia da Nazran, anche se potrebbero trovarsi in villaggi ceceni presso la frontiera con l'Inguscezia: l'ipotesi è ancora del generale Ovcinnikov che smentisce alcuni dirigenti ceceni filorussi secondo cui si tratterebbe di un rapimento compiuto dai guerriglieri separatisti a scopo di riscatto. «Non abbiamo ancora elementi per scegliere fra le diverse ipotesi», ha detto all'«Ansa» Giuseppe Fantozzi, funzionario della rappresentanza dell'Osce a Grozny. Mentre un funzionario della Croce Rossa Internazionale nella capitale cecena si è limitato a parlare di «possibili novità» che potrebbero arrivare entro la giornata odierna. [Ansa] INFORMAZIONE PUBBLICITARIA -i

Persone citate: Augusto Lombardo, Giuseppe Fantozzi, Giuseppe Valenti, Ovcinnikov, Pocaterra, Sandro Pocaterra