Uccisa dal marito «comprato» per 5 milioni

Uccisa dal marito «comprato» per 5 milioni Uccisa dal marito «comprato» per 5 milioni Dominicana, si era sposata per ottenere la cittadinanza va in Italia. Sceglie Napoli per cominciare. Incontra un commerciante che vuole aiutarla, e se ne innamora. Lui è già sposato, ma non intende rinunciare a lei. Il visto, però, sta per scadere e la dominicana rischia di tornare a casa. La soluzione si chiama Giancarlo Generale, e a presentarglielo è proprio il suo uomo. E il negoziante propone il piano e paga il prezzo d'un matrimonio d'interesse: la cittadinanza italiana per la sua amica, cinque milioni per il finto sposo. Le nozze si celebrano per davvero, ma è il commerciante a godersi la «luna di miele» con Altagracia. Al marito napoletano restano il danaro e l'obbligo di non rompere il contratto per almeno cinque anni. Ma il tempo passa, la relazione tra la dominicana e il commerciante finisce, il marito fasullo s'innamora di un'altra. Martedì la moglie 10 cerca, vuole che l'autorizzi ad andare a Santo Domingo dove c'è la madre ammalata. Lui le parla di divorzio, lei si ribella. La porta sotto 11 ponte della tangenziale e nell'ira spunta il coltello. NAPOLI. La sua nuova vita l'aveva comprata per cinque milioni, il prezzo di un marito. Ma quel ragazzo napoletano, disposto a sposarla per soldi, non ha rispettato il patto che avrebbe dovuto assicurarle, dopo cinque anni di matrimonio, la cittadinanza italiana. Lui si è innamorato di un'altra e dalla moglie fasulla voleva il divorzio; lei, venuta da Santo Domingo per cercare fortuna, ha visto svanire il suo sogno. Parole aspre, poi lo sposo a pagamento ha perso la testa e tutto è finito in uno spiazzo desolato. Venti coltellate e il sorriso di Altagracia Kejna Medina si spegne per sempre in una specie di preghiera per il suo assassino: «Che Gesù ti aiuti». Il corpo martoriato l'hanno trovato martedì due tossici venuti a bucarsi. E per due giorni è rimasto senza un nome e senza una storia che non fosse quella di facili ipotesi: prostituta di colore o sbandata. Tutto sbagliato. Prima del fotogramma che fissa un cadavere, c'è la fatica di una giovane donna che a Santo Domingo aveva lasciato un matrimonio fallito e due bambini e a Napoli era arrivata per rifarsi un'esistenza con il lavoro. Prima Lui e lei il giorno delle nozze hanno ricostruito il suo passato, poi hanno arrestato chi l'ha uccisa, uno di cui si era fidata. Ad ammazzare Altagracia è stato Giancarlo Generale, 24 anni, suo marito, ma solo per l'anagrafe. Figlio di un boss della camorra che nella mala chiamano «Manomozza» si fa mantenere da un uomo. A lui i carabinieri sono giunti dopo aver mostrato l'immagine della vittima a decine di stranieri: qualcuno ha riconosciuto la dominicana, i suoi amici hanno aiutato gli investigatori a capire dove andava cercato l'assassino. E' il 1992 quando Altagracia arri- Mariella Cirillo Roberta Castellare Anziana di Genova disperazioni per farle fruttare, alla maniera della guerra fredda tra Occidente e Urss. Sicché converrebbe forse parlare più di guerra fredda concordata che ingannevole pace; più di invenzione della Politica che di convivenzatregua tra religioni, o integralismi. L'invenzione della Politica è merito storico degli europei, i quali possono aiutare arabi e israeliani che oggi reclamano paci fredde, non guerre suicide. Gli europei possono far queste cose e anche il governo italiano, così passivo, può se riconoscono che il Meditarraneo è questione vitale non solo per Washington. Se si accorgono che pace e lotte del prossimo secolo si decidono a Gerusalemme, e che tra democrazie liberali e integralismi arabi o israeliani urgono nuove regole di guerra fredda, prima che possa realizzarsi qualche forma, stabile, di pace. il terrorismo interno israeliano. Eppure è proprio questo il punto, che rende tanto infermo il Medio Oriente. E' la nascita di un integralismo ebraico che sta di fronte all'integralismo islamico, e lo sogguarda complicemente come in uno specchio. E' l'insorgere di un mito di integrità ebraica, che questa volta teme l'occidentalizzazione di Israele e ha votato Netanyahu per meglio prender le distanze dalla cultura, non più religiosa, dell'alleato Usa. E' un integralismo che non alimenta più guerre esterne contro Israele, ma piuttosto guerre civili, di Intifada armata. E' un integralismo che sacralizza paganamente i Luoghi, e che induce Netanyahu a parlare di colonie o territori come di «sante missioni», paragonabili ai Jihad islamici. Per decenni Israele fu odiata in quanto parte dell'Occidente: in quanto sua più vicina propaggine nel mondo musulmano. Oggi è odiata ancor più intimamente, in ragione della clandestina simiglianzaparentela tra i due integrali- smi. Anche per questo è così difficile intervenire dall'esterno, in America ed Europa, su guerre che son divenute civili oltre che religiose. E' difficile suggerire una politica promotrice di laicità, dopo che per anni gli occidentali hanno accettato l'ascesa mondiale dell'integralismo in Israele o Palestina, in Bosnia, Cecenia o Afhanistan, senza mai offrire alternative alle genti che nei fanatismi hanno cercato riparo. Le guerre tra popoli, quando diventano religiose, non trovano pacieri fuori delle mura, e tanto più essenziale è che Netanyahu e Arafat comincino a discutere seriamente. I popoli e i loro capi devono trovare in sé la forza che produca equilibri statali freddi, che secerna trattati di Westfalia, che strappi la politica dagli abissi religiosi. Capaci di distruggersi reciprocamente, solo gli abitanti della regione possono trovare un equilibrio dissuasivo «sull'orlo dell'abisso» come dice Grossmann e di mettere insieme due speculari