La mafia si tinge di rosa Sempre più donne nei clan

La mafia si tinge di rosa Sempre più donne nei clan La mafia si tinge di rosa Sempre più donne nei clan ROMA. Prestanome, intermediaria, corriere, imprenditrice; non ha ancora raggiunto i livelli più alti della Cupola, ma si fa strada, la «donna d'onore». E' crollata dunque anche l'ultima leggenda su Cosa nostra, che non è più un mondo tutto maschile. Sono sempre di più le donne denunciate per associazione a delinquere di stampo mafioso e che cominciano a far sentire il loro peso nell'organizzazione, anche se restano una minoranza rispetto agli uomini. Insomma, se ancora non c'è una superboss in vista, ci sono in giro diverse «picciotte». Lo rileva il rapporto annuale sulla criminalità organizzata per il 1995 consegnato al Parlamento dal ministero dell'Interno. I dati presentati non lasciano dubbi: nel 1990 una sola donna era stata denunciata per reati di mafia, l'anno scorso le denunciate sono state 89. Il fenomeno si inserisce in un generale aumento della criminalità femminile: un aumento inferiore come numero a quello maschile, ma di gran lunga più cospicuo se si considerano le percentuali di incremento. Per esempio: nel '95 il numero di donne denunciate per possesso e traffico di stupefacenti ha avuto un incremento di oltre il mille per cento rispetto a quello del '94 (422 denunciate l'anno scorso contro le 37 di due anni fa). Il numero delle denunciate per riciclaggio è salito nello stesso periodo del 600 per cento (da 15 a 106 denunciate) e quello per usura del 253 per cento (da 119 a 421). «L'emancipazione femminile si legge nella relazione - ha reso la donna libera di rendersi protagonista in ogni settore della vita sociale. Questo radicale cambiamento non è stato estraneo neanche in quel mondo chiuso e sommerso che caratterizza le organizzazioni criminali di stampo mafioso». [Ansa]

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