«Processate De Benedetti per frode e truffa»
«Processate De Benedetti per frode e truffa» «Processate De Benedetti per frode e truffa» Stesse accuse ad altri undici, il 19 dicembre udienza dal gip «Di Pietro, attacchi strumentali del Foglio» IVREA. Ancora guai giudiziari per l'ex presidente e amministratore delegato della Olivetti, Carlo De Benedetti. Un paio di settimane fa i magistrati della Procura di Ivrea lo avevano iscritto nel registro degli indagati per l'inchiesta sui presunti falsi in bilancio della società informatica eporediese. Ora, il pm Lorenzo Fornace, uno dei sostituti che seguono il filone bilanci e semestrale ha chiesto il rinvio a giudizio di De Benedetti per la vicende legate al «dividend stripping» ovvero la cessione in usufrutto dei dividendi aziendali. Un'indagine complessa avviata quasi tre anni fa dalla Procura della Repubblica di Pordenone e, a marzo, trasferita in parte a Ivrea per competenza territoriale. Una dozzina gli imputati che una settimana prima di Natale, il 19 dicembre, dovranno presentarsi davanti al gip di Ivrea per rispondere alle varie ipotesi di reato formulate dall'accusa: si va dalla truffa aggravata alla frode fiscale. Con l'ingegnere di Ivrea - il personaggio certamente più in vista del gruppo - ci sarà anche Giorgio Giangitano, procuratore speciale e addetto finanziario della Olivetti spa di Lugano. Gli imputati sono uomini delle aziende con cui Olivetti avrebbe attuato al formula del «dividend stripping»: ovvero la cessione di dividendi che venivano utilizzati dalle aziende beneficiarie quali crediti d'imposta. Una formula molto utilizzata fino novembre del'92, quando venne approvato un emedarnento che vietava l'utilizzo del sistema. Un anno più tardi il procuratore di Pordenone, Domenico Labozzetta, l'uomo che ha avviato l'indagine, aveva ipotizzato un maxi frode allo Stato di circa 3 mila miliardi. Le imprese coinvolte erano decine. Ricostruire la mappa del «dividend stripping» ha, però, richiesto quasi due anni di analisi di documenti, sequestri di materiale e accertamenti di varia natura. Un la- Carlo De Benedetti ex presidente della Olivetti voro mastodontico finito la prima volta davanti a un giudice per le indagini preliminari solo nel marzo scorso. Proprio allora la mega inchiesta era stata spezzata in quattro tronconi. Uno era rimasto a Pordenone e tre, invece, avevano preso strade differenti. Una parte era finita a Milano, una Bologna e la terza a Ivrea. Alla procura eporediese erano arrivati i documenti relativi alla Olivetti e ai suoi rapporti con la «Heintz» di Pittsburgh, negli Stati Uniti e la «Landys fr Gyr» di Lugano. In tutto una decina di faldoni, zeppi di pratiche già controllate e di accertamenti di varia natura. La richiesta di rinvio a giudizio era, dunque, un passo quasi scontato per la procura piemontese. E mentre si aspetta l'udienza preliminare va avanti l'indagine sui conti Olivetti. Venerdì è stato sentito per oltre 7 ore negli uffici della Procura del palazzo di giustizia d'Ivrea, Francesco Caio amministratore delegato della casa informatica torinese per un'ottantina di giorni. «E'una presentazione spontanea» hanno spiegato i suoi legali, Ennio Festa e Lorenzo Crippa, sottolineando l'intenzione di voler chiarire al più presto al posizione del loro assistito. L'interrogatorio, però, è solo sospeso. Caio dovrà ripresentarsi davanti ai pm Braghin e Fornace giovedì prossimo per l'ultima tornata di domande. Al centro dell'attenzione ci sarà ancora l'ultima semestrale della Olivetti. 11. poi.) MILANO. «Le accuse a Di Pietro, come quelle; di Ferrara sul Foglio, sono totalmente infondate e strumentali. Qual c il senso eli attaccare così alacremente un personaggio che è stato, ed è, il simbolo della lotta alla corruzione?». Per il sottosegretario ai Lavori Pubblici Gianni Mattioli, interpellato a Milano in occasione di un convegno sulla casa, attorno all'ex magistrato si stanno addensando troppe nebbie. E sugli attacchi di Ferrara, il sottosegretario afferma: «Si rende conto che il danno che apporta al Paese con tutte le sue insinuazioni è più grande del vantaggio di parte che cerca per motivi politici? La polemica politica non dovrebbe basarsi sulle insinuazioni. E lo dice uno che altre volte non ha mancato di polemizzare col ministro». [Adnkronos)
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