Finanziaria chi paga e chi no di Massimo Giannini

Rnarmaria chi paga e chi no Rnarmaria chi paga e chi no dell'ala social-solidarista del ppi di Prodi. Mentre tutti cantano, D'Alema porta la croce: «Forse il governo si farà male, forse rischiamo l'osso del collo», anche se «non si era mai visto in Italia un governo prendere cosi di petto il dramma dell'economia». Il fatto è che per ottenere un risultato economico di drammatica urgenza, il pds vede messo a rischio il suo obiettivo politico di lungo periodo. Perché D'Alema si muove, o meglio si muoveva, sulla scia di un calcolo strategico. Ai suoi occhi il pds è il partito che deve diventare l'anello politico di saldatura ira la sinistra e i ceti medi. Perché i ceti medi sono il segmento elettorale SECONDO Romano Prodi, è stata costruita «una Finanziaria di sinistra che piace ai mercati». Per l'appunto: i mercati guardano i numeri e sembrano apprezzare una legge lievitata nel giro di poche ore al doppio del previsto. Nei dintorni del governo l'unico che oggi sembra manifestare un evidente disagio è Massimo D'Alema. Perché per lui e per il pds, non contano soltanto i numeri della Finanziaria: conta anche, se non soprattutto, il suo contenuto. Conta il suo profilo politico, conta il suo impatto sociale, il suo effetto sull'opinione pubblica. Sotto questa luce, il pds si trova in chiara difficoltà. Il varo della Finanziaria è avvenuto fra i canti di vittoria di Bertinotti, dei Verdi, Massimo Giannini A PAGINA 3

Persone citate: Bertinotti, D'alema, Massimo D'alema, Prodi, Romano Prodi

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