Morti sospette, nuove accuse

Morti sospette, nuove accuse Morti sospette, nuove accuse AGRIGENTO. La resa dei conti per il manicomio-lager di Agrigento sembra avvicinarsi dopo anni di denunce e di perizie discordanti nell'ambito di due processi paralleli. Morti sospette e la certezza che per anni (ora le cose sono cambiate in meglio) nello «psichiatrico» agrigentino i quasi cento degenti subivano un trattamento inumano. Ieri in tribunale il pm Bianco ha contestato all'ex presidente del comitato di gestione della Usi, Salamone, ex presidente della Provincia, e al suo coordinatore sanitario La Russa, oltre all'imputazione di abbandono d'incapace l'aggravante di aver causato la morte di 36 degenti, per deperimento, tubercolosi e altri motivi legati a denutrizione, sporcizia, carenza di cure. L'accusa è identica a quella che nell'altro procedimento è rivolta da anni all'ex primario del reparto di psichiatria Taibi e ad Angelo Mongiovì, tuttora direttore sanitario dell'ospedale. [a. r.] sario Gino ha ultimato la lettura del dispositivo, ha annunciato ricorso per Cassazione, ribadendo di esser convinto della colpevolezza dell'imputato. «Perché quei tre anni di latitanza? Perché aveva scarsa fiducia nella giustizia?» si è chiesto l'avvo¬ cato Sergio Monaco parte civile per i nonni paterni con i quali la bambina vive. «Sono curioso di leggere le motivazioni della sentenza», ha aggiunto definendo invece il verdetto di condanna «logico e supportato». Soddisfatto, ovviamente, il le¬ Antonio Ravidà

Persone citate: Angelo Mongiovì, Antonio Ravidà, La Russa, Salamone, Taibi

Luoghi citati: Agrigento