Smentita la baby teste

Palermo, Serena aveva detto: «Ha ucciso lui mamma e papà». Ma ieri è stato assolto Palermo, Serena aveva detto: «Ha ucciso lui mamma e papà». Ma ieri è stato assolto Smentita la baby teste A3 anni fece condannare un uomo L'anno scorso in primo grado Giuseppe Mandala aveva avuto ventisei anni PALERMO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «E' stato zio Giuseppe». Ma questa accusa mormorata da Serena che aveva 2 anni e 8 mesi non è stata accettata ieri a Palermo dai giudici della corte d'assise d'appello che, dopo 3 ore e 40 minuti di camera di consiglio, hanno assolto il marittimo Giuseppe Mandala facendolo sfuggire alla condanna a 26 anni di reclusione subita lo scorso anno al primo processo. Non fu dunque lui, che ieri pomeriggio stesso è stato scarcerato,, ad assassinare l'I 1 giugno 1991 Antonino Calabrese, di 27 anni, e la moglie Germana Cardella di 25, bella e bionda, che mesi prima aveva stretto una relazione con lui, il miglior amico del marito. Una tresca che si era consumata in pensioncine di second'ordine, sempre con la paura di essere scoperti, il rimorso del duplice tradimento (dello sposo e dell'amico) e con l'ansia, vivissima nella giovane donna, di vedersi togliere in caso di separazione o divorzio l'unica figlia che adorava. Così Germana decise di smettere, nonostante le insistenze dell'altro. Tornati insieme dopo una breve separazione, quel pomeriggio poco prima delle 19 gli sposi andarono a prelevare nell'asilo Garden school la bambina, ma nell'androne dell'edificio in via Libertà, la principale strada di Palermo, appena ridiscesi con lei, furono affrontati e uccisi con sette proiettili, l'intero caricatore di una pistola 7,65.1 colpi non furono uditi da nessuno e la bimba insanguinata avvinghiata al corpo del padre fu rinvenuta da una signora andata a prendere il suo figlioletto. Alla polizia più tardi la piccina disse appunto «è stato zio Giuseppe». Si pensò immediatamente a Giuseppe Mandala, allora ventisettenne, che non fu trovato dagli inquirenti essendo subito fuggito dalla città. Sarebbe stato catturato nel 1994 a Malta dopo un complicato lavoro di intelligence. E l'anno scorso il processo in corte d'assise con il verdetto di colpevolezza. Vi si giunse in un clima carico di emotività, di tensione e polemiche suscitate dal coinvolgimento della piccola (che oggi ha 7 anni) per tutte le domande che le furono poste sia pure con ogni possibile cautela e l'intervento di assistenti sociali e psicologi dell'infanzia, nel tentativo di evitarle ulteriori traumi. E proprio per preservarla da un nuovo choc dovuto al suo eventuale interrogatorio in aula, la corte decise di farne a meno e di procedere sulla base degli accertamenti eseguiti dalla polizia. Con la sentenza di ieri il caso non si è chiuso. Infatti il sostituto procuratore generale Alberto Di Pisa, appena il presidente Ro- Giuseppe Mandala e la nonna di Serena. A destra, l'asilo teatro dell'uccisione dei genitori della bambina SASSARI. Ore 10, «lezione di pulizia dei bagni»: può essere un modo scanzonato per sdrammatizzare una storiella che arriva da una scuola media di Porto Torres, una quindicina di chilometri da Sassari. Se il titolo dell'esercitazione è immaginario, il fatto è reale: due allievi sono stati costretti ad armarsi di secchi e stracci per ripulire i servizi dove, ogni giorno, i compagni avevano dimostrato d'avere grandi difficoltà a centrare il water. Sollevando, è fin troppo evidente, le quotidiane proteste dei bidelli, obbligati ad asciugare un mare di pipì. Insomma, provare per credere, e imparare a rispettare i beni comuni e il lavoro altrui. Magari con una tecnica sbrigativa, che però tanti applicano nelle loro case coi figli: hai sporcato, ora metti in ordine. Non tutti, naturalmente, hanno accettato con un sorriso il «provvedimento a contenuto educativo», deciso dalla responsabile dell'istituto. L'ordine impartito dalla preside Bastianina Ruzzettu ha innanzitutto fatto scoppiare in lacrime uno degli allievi. La vicenda si è risaputa e a distanza di qualche giorno sono scesi in campo alcuni genitori che hanno contestato l'incarico di sostituire i bidelli affidato, sia pure temporaneamente, ai ragazzini, tanto più che loro erano estranei agli allagamenti e ad altri episodi di maleducazione o teppismo. «Chi ha il compito di educare bambini in età evolutiva - hanno scritto preoccupati mamme e papà - deve valutare bene i provvedimenti punitivi prima di metterli in pratica. Le reazioni potrebbero essere anche drammatiche, come insegna la cronaca». La preside si è detta sorpresa dal clamore. «Si è trattato ha spiegato - di una semplice dimostrazione, durata non più di cinque minuti. Ma è servita. Da allora i bagni hanno un aspetto più decente». [c. g.] gale di Mandala, l'avvocato Angelo Barone (incaricato ora in appello), ha detto: «E' stato un processo molto difficile e lo sarà altrettanto in seguito perché si è portati a decisioni emotive sulla base di quel che dice una bambina che ha perso in quel modo i genitori». L'avvocato Barone ha sostenuto che Mandala aveva non uno ma due alibi essendo stato visto nel porto alle 18,40 e alle 19,05 in un panificio nel mercato della Vucciria. «L'accertamento del percorso ipoteticamente seguito dal mio cliente ha anche rilevato il penalista nel primo processo fu sbagliato dalla polizia stradale che su incarico della corte d'assise andò in via Argentieri e non in via Argenteria dove invece l'imputato era stato effettivamente notato. Nel primo caso dal luogo del delitto lo separavano quattro minuti che nel secondo, che poi è quello vero, invece sono 12, decisamente troppi».

Persone citate: Alberto Di Pisa, Angelo Barone, Antonino Calabrese, Garden, Germana Cardella, Giuseppe Mandala

Luoghi citati: Malta, Palermo, Porto Torres, Sassari, Serena