I treni ripartono con Cimoli di Vincenzo Tessandori

Esce di scena Necci, è la terza volta che l'amministratore delegato arriva dal settore chimico Esce di scena Necci, è la terza volta che l'amministratore delegato arriva dal settore chimico I treni ripartono con Cintoli Un manager privato alla guida delle Ferrovie ROMA. Non proviene dalle Ferrovie. Né da un'impresa pubblica. Ma da un grosso gruppo privato. E' Giancarlo Cimoli il nuovo amministratore delegato delle Ferrovie (che sarà eletto mercoledì prossimo dopo l'ingresso, ieri, in consiglio di amministrazione). Tocca a lui, finora amministratore delegato dell'Edison (la caposettore della Montedison per l'energia), prendere il posto di Lorenzo Necci, in carcere a La Spezia, e far ripartire un'azienda sconvolta dall'inchiesta giudiziaria e bisognosa di un radicale rinnovamento. «Una scelta manageriale», ha spiegato il ministro dei Trasporti, Claudio Burlando. Che il governo di Romano Prodi fosse orientato verso la scelta di un manager privato era trapelato sin da giovedì sera, dopo giorni e giorni di disperata caccia all'uomo giusto per le Fs. Scartati uno dopo l'altro molti candidati non disponibili o privi del sufficiente consenso all'interno del governo, sul nome di Cimoli è stato finalmente raggiunto l'accordo in modo da sbloccare la situazione con la seduta del consiglio di amministrazione delle Fs convocato per le 18 di ieri (dopo i due rinvìi e la riunione a vuoto di giovedì). Il consiglio ha così potuto Burlando, ministro dei Trasporti «Il governo ha fatto una scelta fuori dai partiti» «cooptare» Cimoli (cioè chiamarlo a farne parte al posto di Necci). E' stata perciò ricomposta la diversità di opinioni fra il ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi (al quale spetta l'okay decisivo per la scelta dell'amministratore delegato delle Fs) e il ministro dei Trasporti Claudio Burlando (che ovviamente governa il settore ferroviario). Sem¬ bra che a sollecitare la scelta di Cimoli siano stati in particolare lo stesso Prodi e il ministro dell'Industria, Pierluigi Bersani, che per l'attività di governo avrebbe avuto occasione negli ultimi mesi di entrare in contatto con l'amministratore delegato dell'Edison. Dopo le polemiche sui condizionamenti politici nelle aziende pub¬ A sinistra: Giancarlo Cimoli Sotto: Lorenzo Necci NAPOLI. Tangentopoli per l'Alta Velocità anche a Napoli. Nome in codice dell'operazione: «Avvio». «Ma sarebbe stato meglio chiamarla: Non indurci in tentazione», commenta l'avvocato di uno degli arrestati. Allude al ruolo attivo ricoperto da un capitano dei carabinieri che, spacciandosi per un rappresentante della Tav disposto a pagare tangenti miliardarie, ha fatto ammanettare per associazione a delinquere di stampo mafioso 5 fra imprenditori, politici locali e camorristi. Con altre tre persone ancora latitanti, i fermati avrebbero accettato le offerte dell'infiltrato garantendo in cambio la tranquiUità nei cantieri della provincia di Caserta. In carcere sono finiti gli imprenditori Antonio Di Fiore e Michele Fontana, il proprietario di un suolo espropriato ed ex assessore al Comune di Acerra, Luigi Narciso, Felice Di Giovanni, anch'egh' ex assessore ad Acerra, e il giornalista Pietro Funaro che, secondo l'accusa, avrebbe fatto da collettore per le tangenti. Sarebbero latitanti tre pezzi da novanta della camorra: Antonio Zagaria e Gennaro e Vincenzo Mariniello. [f. m.] NAPOLI secutiva le Ferrovie sono guidate da un manager provenienti dal settore clumico. Nel 1988 fu nominato commissario Mario Schimberni, reduce dalla Montedison. Poi è stato il turno di Necci che aveva retto sia l'Enichem che l'Enimont. Ora entra in scena Cimoli, un ingegnere elettronico nato quasi 57 anni fa a Fivizzano in provincia di Massa Carrara, che ha lavorato per tutti i marchi importanti della chimica: Sir, Snia, Montefibre, Società italiana prodotti acrilici, Società italiana poliestere, Montedison, Enimont. Anche lui quindi è stato all'Enimont, il fallimentare tentativo di creare un colosso industriale attraverso la fusione tra le attività pubbliche dell'Enimont e quelle private della Montedison di Raul Gardini. Per la precisione Cimoli è stato direttore generale per strategie, pianificazione e programmazione. Passato dalla Montedison all'Enimont, non partecipò alle dispute fra l'Eni, l'azionista pubblico, e la Montedison, socio privato. Ora Cimoli si lascia la chimica alle spalle, ma ritrova alcuni ex colleglli dell'Enimont, chiamati da Necci alle Esulta il legale: finalmente adesso potrò dedicarmi alla difesa del mio assistito senza elementi di disturbo quale, peraltro, il professore è assistito in una causa diversa, a Roma: «Può darsi che per la sua giovane età e per la sua inesperienza abbia detto cose che sono state fraintese». Nel viavai a palazzo di giustizia si è inserito pure il giudice Roberto Alfonso, della Direzione distrettuale antimafia. Un lungo colloquio con i pubblici ministeri Cardino e Franz, concluso con la richiesta della copia degli atti sul traffico d'armi, quello riconducibile in qualche modo a Rosario Cattafi, area di Nitto Santapaola, boss ora pentito di Catania. E pure le carte sull'attentato a Cassino contro i cantieri per l'Alta Velocità, 21 gennaio scorso. Il fatto, secondo l'accusa, porterebbe al giudice Orazio Savia, che nella Tangentopoli del Golfo risulta fra gli imputati cosiddetti eccellenti. E Fs, a cominciare da Giovanni Parillo che era direttore del personale del colosso chimico e oggi è segretario del consiglio delle Ferrovie. Inoltre uno dei due direttori di gruppo delle Ferrovie (in pratica direttore generale) è Cesare Vaciago, manager di estrazione Montedison. Fs sotto il segno della chimica. Da cinque anni all'Edison, Cimoli è l'unico dei manager della vecchia gestione rimasto in sella nella Montedison dopo il suicidio di Gardini. Ha riorganizzato l'Edison, avviando la concorrenza all'Enel, siglando accordi con le municipalizzate e costruendo centrali elettriche. Adesso alle Ferrovie (un settore completamente diverso) può investire decine e decine di migliaia di miliardi e concretizzare l'alta velocità, ma deve anche ridare una motivazione ai dipendenti e migliorare il servizio. Burlando ha già detto che vanno vendute le società estranee all'attività ferroviaria vera e propria, società moltiplicatesi negli ultimi anni. Sembra che, prima di accettare, Cimoli abbia chiesto al governo mano libera per mettere ordine nelle Fs. Forse a cominciare dalla scelta dei dirigenti. Roberto Ippolito altre due toghe rischiano di apparire sporche, agli occhi dei pm di Spezia: quella di Ebo Cappelli, aggiunto alla procura circondariale presso la pretura romana, e quella di Giovanni Pagliarulo, giudice di Cassazione. L'incertezza degli imputati prigionieri si allunga in attese che a loro paiono infinite. «Nessuno, qui, tiene la gente in galera per farla confessare», ha tuonato l'altro giorno il gip Failla. Ma Emo Danesi, l'ex fattorino della Società dei telefoni che ha fatto carriera fino a potersi iscrivere alla P2, fa sapere di essere disperato e ha chiesto una visita del medico di famiglia. Tangentopoli 2 risveglia anche ricordi ormai sbiaditi. E da Tortona arriva un commento del «compagno G» di Tangentopoli 1, al secolo Primo Greganti, ex funzionario del pei poi del pds, accusato per il pagamento di una tangente, presunta com'è naturale, pagata daU'Itinera, società di costruzioni tortonese, al partito comunista per l'acquisto di un palazzo a Roma. «Sono convinto che da Tangentopoli si debba uscire con i processi, però ritengo che non si possano tenere le persone sulla gogna oltre misura». Ha poi aggiunto: «Non conoscevo e non avevo mai sentito parlare di Pacini Battaglia, però sono convinto che questi intrecci hanno creato nel corso degli anni personaggi e strutture apposite per la mediazione». Insomma, giudici, meditate. Consiglio di imputato. Vincenzo Tessandori