Addio Nicu, leggenda nera di Bucarest

A quarantacinque anni, distrutto da una vita di eccessi: è deceduto poco prima di un intervento chirurgico A quarantacinque anni, distrutto da una vita di eccessi: è deceduto poco prima di un intervento chirurgico Addio Nku, leggenda nera dì Bucarest Muore a Vienna ilfiglio del dittatore Ceausescu BUCAREST NOSTRO SERVIZIO Poche parole di cronaca, senza commenti, di radio e televisione romene per annunciare la morte di Nicu Ceausescu giunta inaspettata dopo le notizie di un miglioramento ed un prossimo rientro in patria. Sembrano tuttavia in preparazione dei meetings commemorativi, da parte dei nostalgici: qui non si dimentica che due anni fa, alla Casa di Cultura «Preoteasa», un gruppo di giovani ha manifestato al grido polemico di «Nicu Ceausescu - Presidente», né i mazzi di fiori sulla tomba del padre. I fatti. Mercoledì si era appreso da Vienna che un primo intervento laser sulle varici dell'esofago aveva avuto successo permettendo al malato anche una breve passeggiata con l'amica inseparabile Dana Radu che occupava con lui la camera 21 J dell'Ospedale Municipale di Vienna. Oggi era previsto un secondo intervento diretto a sclerotizzare le restanti varici, con la ripresa dell'alimentazione normale ed il rientro a Bucarest per un periodo di preparazione a un successivo trapianto di fegato, indispensabile a causa dell'avanzata cirrosi epatica. Questa malattia, conseguenza di vita disordinata ed abuso di alcol, era stata più volte chiamata in causa per ottenere la scarcerazione di Nicu. Condannato il 21 settembre 1990 a 20 anni per genocidio, l'imputazione fu poi declassata e la pena ridotta a 5 anni; scontata parte della pena il «principino» ottiene il 20 settembre 1992 la libertà condizionata IL RITORNO DEL VAMPIRO SE viaggiate in Romania dalle parti di Cluje difficilmente potrete sottrarvi alla visita del castello di Dracula, una buia costruzione gotica dove il vampiro non albergò mai, ma che fra ragnatele e sotterranei ne partorì la leggenda. Questo raccontano le guide, almeno. Dicono che proprio lì, quindici secoli fa, il sanguinario Vlad Tepes detto l'impalatore a forza di scannare sudditi e nemici finì col creare l'orrido mito. Una storia suggestiva, non fosse per il fatto che l'autentico castello di Tepes si trova in quel di Brashov, trecento chilometri più ad Est, fuori dalle strade più battute e dunque turisticamente improponibile. Adesso che il nuovo Dracula è morto forse si potrà anche smetterla con altre stupide trasposizioni, quelle che in Nicu Ceaucescu vedevano «tout court» l'incarnazione del demoniaco. Un mostro, un sanguinario, un pervertito: a leggere i ritratti del dopo-rivoluzione (rivoluzione?) i fondi più limacciosi dell'anima balcanica sembravano rappresi in un'unica forma umana. Poi è bastato seguire le ultime mosse del cosiddetto «nuovo Dracula» per veder emergere una figura molto meno netta, infinitamente meno nobile, priva perfino della grandezza per motivi di salute, tra polemiche non ancora sopite. Solo due anni fa un senatore, membro della Commissione sulla Rivoluzione, insisteva a dichiarare falsa la diagnosi di cirrosi cronica, pur confermata dal Ministero della Sanità. Non si può certo dire che Nicu Ceausescu, dopo la liberazione, abbia avuto particolare cura della salute. La prima crisi acuta è però avvenuta solo lo scorso agosto mentre era in visita ad amici in Italia, il cui nome è stato tenuto riservato: ricoverato d'urgenza all'Ospedale di Giulianova, le varici si erano poi chiuse spontaneamente consentendogli di rientrare in Romania. Finché, la sera di domenica 15 settembre, si è presentato a piedi, con l'amica Dana, alla Clinica Universitaria di Bucarest, «magro, cinereo e con una grave emorragia», e ricoverato d'urgenza. I medici romeni, tra cui il prof. Oproiu che sei anni fa aveva diagnosticato la cirrosi, esprimevano riserve su interventi chirurgici di sclerotizzazione e la famiglia - il fratello Valentin e la sorella Zoe - si assumevano la responsabilità del trasporto a Vienna. II 18 settembre, con un aereo privato messo a disposizione da Dan Voiculescu, proprietario della Società Grivco e ai vecchi tempi vicino al regime, raggiungeva la capitale austriaca. Ancora una volta tra le polemiche per i 40.000 dollari di anticipo versati, i tre milioni di lire di diaria giornaliera, gli altissimi costi per gli interventi e per il soggiorno degli accompagnatori. Alfredo Amellone

Persone citate: Ceausescu, Dana Radu, Nicu, Nicu Ceausescu, Tepes, Vlad Tepes