Ferrovie a caccia di un manager privato

Divergenze tra i ministri Ciampi e Burlando. «Corteggiati» Enrico Bondi e Carlo Gilardi Divergenze tra i ministri Ciampi e Burlando. «Corteggiati» Enrico Bondi e Carlo Gilardi Ferrovìe a caccia di un manager privato Necci, in carcere, si è dimesso da tutti gli incarichi della motorizzazione la vigilanza sulle Ferrovie. In questi giorni si è posto quindi anche un problema di competenze. Comunque ieri non è entrato in consiglio, come da qualche parte si sosteneva, l'uomo che sta spulciando i conti delle Ferrovie per il Tesoro, Mario Cattaneo, professore della Cattolica di Milano. Attenti alle rispettive competenze, con differenti idee sulla successione, Ciampi e Burlando hanno potuto soltanto scartare uno dopo l'altro i molti candidati valutati. Ora si sta tentando di persuadere manager privati come Bondi e Gilardi a trasferirsi alle Ferrovie fra mille problemi: a cominciare dallo stipendio molto più basso che offrono le Fs. Il governo spera di far leva, per convincere i manager, sulla scommessa professionale che intraprende chi accetta di rimpiazzare Necci: si può solo fare meglio, vista la situazione delle Fs. Necci, tuttavia, nella lettera di dimissioni, rivendica «riconoscimenti internazionali», «credibilità» e «la validità delle scelte e delle decisioni prese» nei sei anni della sua gestione. nistratore delegato) era stato convocato per le 12, è stato differito prima alle 17 e poi alle 18 e si è riunito alle 18,30 per chiudersi con un nulla di fatto due ore dopo. La seduta è stata sospesa e rinviata ad oggi. Il presidente Giorgio Crisci non sembra avere fretta: lui è pronto a continuare a gestire le Ferrovie nella fase transitoria. Ciampi (al quale spetta l'ultima parola come azionista) ha seguito a distanza l'affare Fs, inviando al ministero dei Trasporti 0 direttore generale Mario Draghi. A Burlando (che ha la supervisione del settore ferroviario) è toccato il compito di vagliare le diverse candidature. Ma dalle due ore di incontro tra Draghi e Burlando non è scaturita la soluzione giusta. In ogni caso, Ciampi ha fatto capire di voler contare davvero nella scelta del nuovo capo delle Fs. Con un'intervista a «Panorama» ha spiegato di voler anche vigilare sulle Ferrovie, dopo che D Tesoro «si è trovato ad avere la proprietà dell'azienda senza disporre di un'adeguata attrezzatura di monitoraggio». Martedì scorso in Parlamento, Burlando ha invece esaltato il ruolo del suo ministero, annunciando l'intenzione di affidare alla direzione Roberto Ippolito ALTA VELOCITA' NEL MIRINO IROMA L beneficio distintivo dei treni ad alta velocità è la velocità». Ci siamo, finalmente. «Affinché l'opzione-treno possa affermarsi è importantn che gli spostamenti siano garantii: dalla puntualità delle partenze e degli arrivi». E' stata dura, ma ne valeva la pena. «Non sorprende il fatto che la propensione verso il treno sia correlata (inversamente) alla distanza dalla stazione: più si abita vicini e più lo si usa volentieri». Introvabili alla Camera dei deputati. Irreperibili nella sede romana di Nomisma. Latitanti al ministero dei Lavori Pubblici. Scomparsi dalla direzione generale del coordinamento territoriale. I volumi del mistero si trovavano nel posto più ovvio, trattandosi di uno studio sulle ferrovie: alla stazione. Trentanove. «Il valore di mercato di un appartamento la cui vista sul golfo viene preclusa da una tangenziale a otto corsie subisce inevitabilmente una riduzione». Trentanove imperdibili libroni suH'«impatto socio-economico dell'alta velocità in Italia» commissionati da Lorenzo Necci alla Nomisma per nove miliardi, nell'aprile del 1992. All'epoca Prodi era garante per l'Alta Velocità e presidente del comitato scientifico di Nomisma. Oltre cinquemila pagine (5529) costate alle Fs più di due milioni l'ima. Compresa questa, dedicata alla figura sempre popolare del controllore: «E' simpatico, utile, fa compagnia». Pagine bianche, intonse e croccanti, tanto che sfogliandole ci si sente come Indiana Jones, alla scoperta di una civiltà sepolta. «Essenzialmente, l'elemento discriminante fra le poltrone contrapposte e quelle invece orieni ste tutte nella stessa direzione di Marcia è che le prime tendono a favorire la socializzazione e le seconde la privacy». Al reperto archeologico di inestimabile valore si accede da un ingresso scoraggiante: calcinacci, sacchi di spazzatura e siringhe usate accolgono il visitatore nell'androne di un palazzo che si affaccia sui binari 1-2-3 di stazione Termini. Ai primi piani ci sono solo muffa e polvere. Finché al sesto, imprevedibile, appare uno squarcio di benessere: gli uffici della società Italferr, gruppo Fs, si ergono sulle macerie sottostanti come un castello medioevale sopra un ammasso di rovi. Pavimenti puliti, segretarie che ammiccano, funzionari che sorridono, il plastico di un trenino deragliato e addirittura un servizio di acqua e panini da vagone-ristorante. E in fondo al corridoio lei, la Sala del Tesoro, coi suoi carteggi troppo a lungo prigionieri dell'oblio e adesso oggetto di voglie maliziose ma del tutto meritate. «Abbiamo posto agli intervistati una domanda secca: preferite prenotare sempre con il supplemento oppure non prenotare mai, col rischio però di non trovare posto? Bene, l'80% ha optato per la prima soluzione». I libri giacciono sul tavolo, carichi di promesse e affascinanti scoperte sugli elettorati dei due poli: «I lavoratori autonomi preferiscono l'auto, che significa libertà. Impiegati e bancari, in quanto guidati dall'alto, privilegiano invece il treno perché è un mezzo passivo, dove gli eventuali ritardi non sono imputabili al viaggiatore». Tredici cronisti del «Giornale» uno ogni tre libri - siedono intorno al tavolo con un microregistratore Con la presente rassegno le mie dimissioni dal consiglio di amministrazione e dalla carica di amministratore delegato della società, con effetto immediato. In questa occasione intendo ribadire al consiglio, al management e ai dipendenti il mio ringraziamento per aver collaborato e partecipato a un progetto che ha assunto il rilievo nazionale e internazionale che inerita. Intendo anche ribadire con forza la validità delle scelte e delle decisioni prese dalle Fs nei sei anni della mia pennanenza; in una situazione politica e governativa soggetta a grandi mutamenti. Tali scelte sono state il frutto della nostra responsabilità sempre in piena aderenza, assoluta e letterale, agli indirizzi del Parlamento e del governo. I riconoscimenti del mondo intemazionale e di quello finanziario ne danno ampia prova. Da oltre tre anni gestiamo infatti, attraverso la mia persona, i massimi organismi mondiali delle ferrovie, ed abbiamo acquistato autonoma credibilità nei mercati finanziari. II sindacato, che ha seguito il profondo cambiamento anche pagando il prezzo necessario, ha il mio riconoscimento totale. Il mio augurio sincero è che il consiglio di amministrazione e tutti i dipendenti si sentano ancora più uniti e saldi nel perseguire un pnjgello tanto importante per il Paese. LA LETTERA DI DIMISSIONI Antonio Lorenzo Necci !lini

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