Il Pool fa quadrato

Il Pool fa quadrato Il Pool fa quadrato «Con La Spezia un patto di ferro» faele Santoro, presidente Agip. Dice: «Silvano Larini mi disse che Pacini era la persona di riferimento del sistema del finanziamento irregolare ai partiti». Il 6 aprile dello stesso anno, davanti a Gherardo Colombo e al capitano Mauro Floriani (che poi passò alle dipendenze di Necci, ndr) ancora Santoro parla di Necci per l'affare da 60 miliardi della Tpl, e poi si ripete: «Pacini Battaglia è intervenuto più volte nel meccanismo». Racconti precisi, accuse che meritavano approfondimenti già allora. E invece niente, niente metodo Mani pulite, niente manette, avvisi di garanzie, interrogatori pressanti. Perché? Solo sviste, o Pacini era davvero un «intoccabile»? Il procuratore capo Borrelli si tiene con le dita le labbra serrate. «Non parlo, non dico assolutamente niente», sorride. Liquida con una battuta anche il discorso tv di Antonio Di Pietro, quello del primo muro alle voci e alle insinuazioni sui trattamenti di favore. Ride, Borrelh: «Ne ho visto un minuto, avevo da fare». Il timore che arrivino anche qui gli schizzi di fango è alto. La procura di Milano studia le contromosse - come minimo saranI no querele - ma è chiaro che il Grigo: «C'è già chi dice che presto salteranno i galloni di Borrelli» Antonio Di Pietro con il procuratore Borrelli Eppure su quella riunione supersegreta di lunedì scorso - di qua dal tavolo Borrelli e i «milanesi», di là i pm di La Spezia - le indiscrezioni sono molto diverse. C'è chi dice che ci sono stati momenti di tensione, c'è chi giura che si siano intesi al primo sguardo. Il fatto è che tra Milano e La Spezia i punti di «contatto» non sono pochi. Una procura va avanti su quello che l'altra aveva terminato. O pensava di aver terminato, almeno a giudicare dai verbali che rispuntano, dai ricordi che tornano: su Pacini Battaglia e Lorenzo Necci, adesso tutti e due - per la prima volta-in carcere. Il 25 marzo '93, davanti ad Antonio Di Pietro, risponde Raf¬ pallino è a La Spezia. E dalla città ligure si aspettano i nuovi capitoli della Tangentopoli 2, sicuri che potrebbe essere l'ultima. «Quelle voci su Antonio? Ma io non ci credo proprio... Sarebbe come se dicessero che io sono sotto inchiesta per una rapina...», sorride un giovane sostituto, che delle gesta di Antonio Di Pietro ha visto gli ultimi bagliori. Più i veleni successivi, le inchieste di Brescia e adesso La Spezia. Il terremoto continuo scuote anche l'ultimo piano del palazzo di giustizia, il settimo tutto vetri fumé e plastica, quello costruito con appalto più mazzetta da Salvatore Ligresti, il «re del mattone» che poi si fece sei mesi di carcere. Il gip Maurizio Grigo, di Mani pulite conosce vita, morte e miracoli. Adesso assapora quest'aria nuova che tira controvento. «E' pazzesco quello che sta succedendo», dice. E sembra non capacitarsi di quello che con molto veleno gli hanno detto poche ore prima: «Un avvocato mi fa: "Vedrai, prima o poi faremo saltare i galloni anche a Borrelli". Non era mai successo». Fabio Potetti

Luoghi citati: Brescia, La Spezia, Milano